Non solo resta il vizio di vendere per bonifiche le elemosine per migliorare gli impianti, ma ci tocca pure tenerci il pelo!
E pensare che qui, una volta, di pelose c'erano solo le cozze (o forse non solo...)
Clini attacca la Procura. «Non gestisce l’Ilva»
ROMA - La decisione dei supertecnici della procura, di rigettare il piano di investimenti per risanare gli impianti dell’Ilva di Taranto presentato dalla famiglia Riva per poter proseguire la produzione, ha gettato nel caos il governo. Mario Monti si trova stretto tra il rispetto dei ruoli - esecutivo e giudiziario - e le ripercussioni occupazionali ed economiche che da questa bocciatura ne derivano. Di più: deve fronteggiare la guerra giudiziaria di querela e contro querela tra il ministero dell’Ambiente e la Federazione dei Verdi a proposito dei dati sulla mortalità contenuti nel progetto Sentieri. Ecco perché ieri il titolare dell’Ambiente è tornato sulla vicenda, ma ad alzo zero. Corrado Clini, infatti, ha commentato così la decisione dei supertecnici: «Non è stato bocciato nulla. I custodi giudiziari hanno espresso un parere che ora sarà al vaglio del procuratore, del gip ed eventualmente del tribunale del riesame». Clini ha poi aggiunto di non essere «né fiducioso né pessimista. È comunque il ministro dell’ambiente - ha aggiunto - ad avere per legge nazionale la responsabilità di autorizzare tale impianto ed è quello che sto facendo».
Ma perché questa chiosa? Da dove scaturisce questa ruvidezza istituzionale?
L’ufficio stampa di Clini spiega che si sta creando «una situazione pelosa. Nella sostanza la magistratura sta di fatto dettando le condizioni per l’esercizio dell’impianto, e questo non le compete». Ovviamente il magistrato deve bloccare la reiterazione del danno o bloccare le azioni che creino pericolo per la popolazione (come nel caso di Taranto) - asseriscono i dirigenti del ministero - ma «sul fronte amministrativo le competenze sono di altri».
E dunque Clini continua: «Entro la fine del mese, quindi fra pochissimi giorni, avrò il documento conclusivo della procedura e in questo fisserò le prescrizioni che il ministro deve dare per l’attività dell’azienda. Ricordo che né il procuratore della Repubblica, né il gip, né il presidente del tribunale hanno l’autorità per autorizzare un impianto industriale, per cui alla fine andremo a chiarire anche questa diatriba o questo conflitto che si potrebbe creare. Perché mentre la procura della Repubblica deve perseguire i reati, e deve farlo con rigore, le decisioni su come una fabbrica deve essere gestita - ha concluso Clini - e quali sono le tecnologie che devono essere utilizzate sono di competenza dell’amministrazione». Dunque il ministro - conclude l’ufficio stampa - con queste dure affermazioni «ha voluto rivendicare il ruolo in materia economica e industriale. E l’Aia, come è sempre stato detto, sarà pronta entro il 30 settembre. Poi sarà sottoposta all’attività istruttoria della conferenza dei servizi e sarà firmata entro ottobre»: si smentisce così la notizia diffusasi a Taranto su un possibile rinvio del documento per l’Aia; e si conferma per il 12 ottobre la pubblicazione dei dati aggiornati sulla situazione epidemiologica di Taranto e Statte.
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