giovedì 20 settembre 2012

Disseminazione...

Ilva Taranto, fino a +400% ricoveri per residenti vicino allo stabilimento


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(Adnkronos Salute) - Come un fiume in piena: non si ferma la forza dei numeri intorno alla salute degli abitanti di Taranto, area oggetto di diversi studi per la presenza di numerosi impianti industriali, tra cui l'Ilva. Da uno studio di coorte sulla mortalita' e morbilita' nell'area tarantina sono emersi tassi di mortalita' e ospedalizzazione piu' elevati, per alcune patologie, per i residenti nelle aree piu' vicine alla zona industriale: quartieri dei Tamburi (Tamburi, Isola, Porta Napoli e Lido Azzurro), Borgo, Paolo VI e il comune di Statte. Soprattutto a Tamburi e Paolo VI - quartieri limitrofi all'Ilva - si registra un eccesso di ricoveri che dal +20% raggiunge anche il +400%. Una percentuale impressionante, anche se legata a un numero ristretto di ricoveri: 33 per pneumoconiosi, malattia provocata da inalazioni di polveri.
Ma l'eccesso del tasso di ospedalizzazione, anche se in percentuali minori, riguarda un po' tutte le patologie: dalle malattie cardiovascolari ai tumori maligni, dalle infezioni delle vie respiratorie alle malattie dell'apparato digerente. Numeri che vanno purtroppo di pari passo a quelli legati alla mortalita': ad esempio, nella zona Paolo VI si registra, tra i maschi, un eccesso di mortalita' per tumori maligni pari al 42%.
Lo studio, pubblicato sulla rivista dell'Associazione italiana di epidemiologia, e' stato condotto per il Gip del tribunale di Taranto da Francesca Mataloni, Massimo Stafoggia, Ester Alessandrini e Francesco Forastiere del Dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario regionale Lazio; Maria Triassi dell'Universita' degli Studi di Napoli Federico II; Annibale Biggeri del Dipartimento di statistica G. Parenti, Universita' degli Studi di Firenze - Unita' di biostatistica, Ispo, Firenze. L'obiettivo e' quello di fornire un quadro di mortalita' e ospedalizzazione delle persone residenti nei Comuni di Taranto, Massafra e Statte, in particolare dei residenti nei quartieri piu' vicini ai complessi industriali, dopo aver tenuto conto del livello socioeconomico. L'analisi prende in riferimento tre periodi: 1998-2001, 2002-2005, 2006-2010. La coorte e' composta da 321.356 persone (157.031 maschi, 164.325 femmine). "L'84,9% dei soggetti - riferisce lo studio - era gia' presente al 1 gennaio 1998 e il 39,1% abitava nella stessa residenza del reclutamento da piu' di 20 anni. L'indagine ha messo in evidenza un differenziale rilevante per entrambi i sessi per mortalita'/morbilita' totale, cardiovascolare, respiratoria, malattie dell'apparato digerente, tumori (in particolare stomaco, laringe, polmone e vescica) con eccessi nelle classi piu' svantaggiate. Anche dopo aver tenuto conto del livello socioeconomico, sono emersi tassi di mortalita' e ospedalizzazione piu' elevati per alcune patologie per i residenti nelle aree piu' vicine alla zona industriale: quartieri dei Tamburi (Tamburi, Isola, Porta Napoli e Lido Azzurro), Borgo, Paolo VI e il comune di Statte". "L'analisi per quartiere - spiegano i ricercatori - e' basata sull'ipotesi che quelli situati vicino all'area industriale siano caratterizzati da un livello di inquinamento atmosferico piu' elevato". E i risultati sembrano dar manforte a questa ipotesi. "Anche dopo aver considerato i determinanti sociali,Tamburi (Tamburi, Isola, PortaNapoli, Lido Azzurro), Borgo, Paolo VI e Statte hanno mostrato una mortalita' totale piu' elevata (in particolare Tamburi e Paolo VI per entrambi i sessi) rispetto al riferimento". "Il differenziale maggiore nei maschi e' stato osservato a Paolo VI, con eccessi importanti per tumori maligni (+42%), tra cui il pancreas e il polmone,malattie cardiovascolari, respiratorie e del sistema digestivo. Nel quartiere Tamburi (Tamburi, Isola, Porta Napoli, Lido Azzurro) si e' riscontrato un eccesso di tumori maligni nei maschi (specie la prostata) e di malattie cardiovascolari, in particolare l'infarto del miocardio. Nelle donne residenti a Paolo VI, gli eccessi sono dovuti alle patologie tumorali, in particolare del fegato, e alle malattie cardiovascolari e dell'apparato digerente". Dati impressionanti anche per quanto riguarda i ricoveri. I numeri sulla mortalita' hanno infatti trovato sostanziale conferma in quelli legati ai ricoveri. "L'analisi - si legge - indica Tamburi (con Isola, Porta Napoli, Lido Azzurro) e Paolo VI come i quartieri in cui lo stato di salute della popolazione e' piu' compromesso, con eccessi compresi tra 20% e il 400% (pneumoconiosi nel quartiere Paolo VI) rispetto alle altre zone della citta'". "Anche tenendo conto degli effetti della stratificazione sociale - scrivono i ricercatori - la situazione sanitaria in termini di mortalita' e ricoveri ospedalieri non e' risultata uniforme nella citta'. In particolare, tassi piu' elevati sono stati osservati nei quartieri Paolo VI e Tamburi (Tamburi, Isola, Porta Napoli, Lido Azzurro). Gli eccessi sono dovuti ai tumori, alle malattie cardiovascolari e respiratorie. E' da sottolineare che una quota dei residenti in studio, specie nel quartiere Paolo VI, e' stata occupata nelle aziende dell'area industriale; questa potrebbe essere una possibile spiegazione per alcuni eccessi di mortalita'/morbosita' riscontrati (per esempio, negli uomini, per pneumoconiosi e tumore della pleura). E ancora: "Il presente studio ha diversi punti di forza (novita' dell'indagine epidemiologica rispetto alla letteratura dell'area in studio, rigore nell'arruolamento della coorte e della caratterizzazione anagrafica, buona disponibilita' dei dati sulla storia residenziale e di georeferenziazione),ma vi sono alcuni aspetti metodologici che richiedono una discussione approfondita. Per quanto riguarda la qualita' dei dati sanitari e' da sottolineare che la validita' delle informazioni sul decesso e' stata ottimale: e' stato recuperato il 98% delle cause di morte grazie al linkage dei dati anagrafici con il database della Asl. I risultati relativi alla mortalita' si possono considerare dunque molto affidabili. Il discorso e' piu' articolato per i ricoveri ospedalieri, per i quali manca uno standard italiano di qualita'". "Il contributo dell'epidemiologia alla comprensione dello stato di salute pregresso e attuale nell'area di Taranto e nelle sue sub-aree - afferma all'Adnkronos Salute Fabrizio Bianchi, dirigente epidemiologo del Cnr di Pisa - consente di prendere delle decisioni sulle azioni di prevenzione. Permette di rimuovere le cause che hanno portato alla grave situazione, che deve rientrare nella norma".

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