venerdì 21 settembre 2012

La piattaforma libera e pensante

SI AI DIRITTI! NO AI RICATTI!

Le proposte presentate ultimante da Ferrante nel piano Ilva sono state nettamente bocciate dai custodi giudiziari incaricati dalla Procura. E’ chiaro che il Gruppo Riva non intende spendere la quantità di soldi necessari all’adeguamento di impianti obsoleti che non rispondono alle prescrizioni atte a tutelare sia il reddito che la salute dei lavoratori e di tutti i cittadini del territorio, nonostante l’azienda continui a beneficiare di profitti elevati.
Istituzioni, sindacati e partiti hanno ampiamente dimostrato di essere corresponsabili di un disastro ambientale, sanitario, sociale ed economico.
La stessa azienda, spalleggiata dai poteri forti e con la complicità di autorevoli rappresentanti istituzionali proverà nei prossimi giorni a riproporre il solito schema del ricatto occupazionale. E’ necessario respingere i ricatti ed impedire che si speculi ancora sulla salute e sulla disperazione di migliaia di lavoratori che temono di perdere il lavoro. Quest’azienda, è inutile negarlo, non ha la volontà di investire miliardi di euro per attenersi alle prescrizioni della magistratura. Non dobbiamo
più accettare accordi al ribasso che permettano la prosecuzione di un crimine. Chi l’ha provocato deve farsi carico della tutela del reddito e della salute dei lavoratori pagando tutto quello che c’è da pagare per i danni prodotti. In questo disastro, i lavoratori dell’ILVA non possono più essere usati per bloccare la città ed alimentare la solita strategia del ricatto occupazionale, ma devono essere protagonisti del cambiamento, per la difesa dei propri diritti. E’ giunta l’ora di opporsi a chi costringe gli operai a vivere alla giornata, ad essere usati come burattini, a chi non vuole garantire seriamente nessuna certezza per il futuro.

Per questo il Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti invita i lavoratori ad unirsi, e a partecipare, alla costruzione di una piattaforma per ottenere:

- Dati certi sul numero di occupati dell’Ilva e dell’indotto di Taranto e della provincia. Provenienza degli occupati delle ditte appaltatrici;
- Indagini epidemiologiche dei dipendenti;
- Screening e visite mediche, check up completo dei lavoratori in strutture esterne all’Ilva;
- Prevenzione e cura dei lavoratori in strutture pubbliche specializzate a Taranto;
- Fondo a beneficio dei malati costretti a curarsi fuori dalla città di Taranto;
- Verifica degli mpianti e bonifica da amianto e apirolio;
- Restituzione dei 10 milioni euro che l'Ilva ha versato ai sindacati in base all'accordo del ’96. Quei soldi dovrebbero essere utilizzati mmediatamente per la creazione di un fondo a garanzia del reddito dei lavoratori che dovessero risultare in esubero (licenziamenti / cassa integrazione);
- Istituzione di mappe di rischio in base a materiali e impianti;
- Decreto Legge straordinario per i lavoratori Ilva esposti a rischi e danni;
-Riconversione lavorativa degli operai per gli impieghi nelle bonifiche;
- Coinvolgimento e controllo diretto delle operazioni della bonifica e del risanamento ambientale.

Nel caso il Gruppo Riva decidesse di chiudere la fabbrica, il reddito agli operai dovrà essere garantito
dal privato attraverso i profitti percepiti in questi anni) e dallo Stato (utilizzando le decine di miliardi che attualmente vengono indirizzati per le Grandi Opere Inutili tipo TAV, i nuovi caccia bombardieri, inutili superstrade a 6 corsie, ecc..)
La città non dovrà più subire eventuali ripercussioni decise dai sindacati tramite blocchi o altri disagi.

f.i.p. – Taranto – Comitato Cittadini e lavoratori Liberi e Pensanti
(ci trovate su Facebook) – 21/09/12

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