Ilva: le contestazioni, un segnale per il sindacato - dichiarazione di Sergio Bellavita, segretario. Nazionale Fiom
Le contestazioni di ieri al comizio di Cgil Cisl e Uil sono un segnale del profondo malessere dei lavoratori e delle lavoratrici. Un segnale che il sindacato non può banalizzare o ridurre a improbabili complotti o peggio confinare alla cosiddetta area antagonista, di cui in realtà il sindacalismo non complice dovrebbe essere parte. Sono davvero dispiaciuto che anche la Fiom, Landini sia stato oggetto di contestazioni. Tuttavia non sono d'accordo con quanto Maurizio Landini afferma oggi in una sua intervista su Repubblica. Da lavoratore del sud emigrato posso raccontare la rabbia di chi i diritti non li hai mai conosciuti. I lavoratori chiedono un lavoro che non faccia morire ne' loro ne' i loro figli. Lottare per il diritto alla salute contro il padron Riva e' un dovere e non può essere scambiato per assistenzialismo. C'e' un ulteriore aspetto delle contestazioni su cui riflettere. La sfiducia. Quando un sindacato non riesce a intervenire sulla condizione concreta degli uomini e delle donne che rappresenta la sfiducia, la rassegnazione rischia di prevalere. I lavoratori sono stanchi dei riti sindacali, delle liturgie consuete e desuete. Dobbiamo indagare, approfondire questa rabbia e questa sfiducia. E dobbiamo dargli voce e forza. Taranto rischia di essere uno dei primi potenti segnali al sindacato. Sergio Bellavita - Segretario. Nazionale Fiom (fonte)
Cosa pensa la Fiom di Taranto delle contestazioni del 2 agosto e della dichiarazione relativa di Sergio Bellavita?
Alla segreteria FIOM CGIL nazionale
Taranto 6 agosto 2012
Lo sciopero del 2 agosto, svoltosi nel vivo della drammatica vertenza ilva, ha rappresentato per Taranto e per i metalmeccanici, l’occasione per coniugare lavoro e salute, fabbrica e città, dopo anni vissuti in artificiose e dannose contrapposizioni. Una importante giornata purtroppo ferita dall’incursione teppistica di alcune centinaia di appartenenti a cobas, centri sociali, ultras del Taranto e sottoproletari di professione, il cui unico intento è stato quello di impedire che giungesse davvero a tutti il profondo significato della giornata di lotta. L’effetto mediatico è stato quelllo di aver oscurato le importanti ragioni dello sciopero: no alla chiusura dell’Ilva, sì al lavoro e alla vita. Mentre alla Fiom e alla Cgil sono giunti da più parti messaggi di solidarietà, abbiamo letto invece con amarezza una assurda, sbagliata e ingiusta dichiarazione di Sergio Bellavita – segretario nazionale della Fiom – secondo il quale “le contestazioni” avrebbero espresso il malessere dei lavoratori dell’Ilva. Avremmo gradito nelle infuocate giornate degli scioperi, dei presidi, dei blocchi stradali, che Sergio Bellavita ci avesse chiamato per capire cosa stesse accadendo, ci avesse fatto sentire la sua vicinanza, così come hanno fatto compagne e compagni da tante strutture Fiom. Nulla di tutto ciò. Una dichiarazione, invece, che legittima chi a Taranto da tempo gioca allo sfascio. Gli stessi che ora rivendicano la chiusura dell’Ilva e del reddito garantito per tutti. Una dichiarazione che tanti compagni, a cominciare dai delegati Fiom Ilva, hanno percepito come delegittimazione e offesa al duro e generoso impegno di chi si è speso giorno e notte, nel contatto diretto con migliaia di lavoratori, per tenere insieme lavoro e salute, sicurezza e ambiente, chiamando Riva alle sue responsabilità e per arginare la pericolosa e latente deriva di una ingovernabile rivolta sociale contro tutto e tutti, alimentata dallo spettro della perdita del posto di lavoro. Altro che riti e liturgie! Da un segretario nazionale della Fiom, in un momento così carico di tensioni, ci si attende ben altro ed è giusto che ci chiediamo e chiediamo a tutta la Fiom, fino a quando le disinvolte, ingenerose e gratuite esternazioni di Bellavita potranno essere compatibili con la funzione che ricopre.
La segreteria FIOM CGIL Taranto Stefanelli, Sgobbio, Di Pietro, Romano (fonte)
I sottoproletari di professione ringraziano...
"In Cgil stanno istituendo la legge marziale contro l'opposizione"
La nornalizzazione dentro la Cgil, l'opposizione a Monti, la manifestazione nazionale in discussione per ottobre. Intervista a Giorgio Cremaschi.
Cosa sta accadendo in Cgil, vengono ridisegnati i profili di opposizione e maggioranza?
Sta accadendo molto semplicemente che il peso della politica di Monti agisce sia nel Paese, e quindi nella politica, che verso il sindacato. Avevamo detto che l’esperienza del Governo Monti non rappresenta una parentesi ma deve essere considerata a tutti gli effetti una fase costituente. Fase costituente, quindi, che prevede, e pratica, un azione attiva di riassorbimento delle proteste. La verità è che non si può stare in mezzo perché in mezzo non c’è alcuno spazio reale di intervento politico e sindacale. O si sta con l’opposizione sociale che si batte contro le politiche di austerity presenti e future oppure si sta con il fronte che anche dopo Monti ha già preso l’impegno a proseguire nel segno delle sue politiche.
Sì, ma in Cgil…
In Cgil è in atto un progressivo processo di omogeneizzazione che sta via via rimuovendo alcune differenze importanti su Articolo 18 e accordo del 28 giugno.
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