mercoledì 26 settembre 2012

Più bocciata del Trota! Bonanni e Angeletti ringhiano per Riva!

Ilva, gip boccia piano risanamento. "Non si mercanteggia sulla salute" 

 Il piano dell'Ilva di Taranto "e' inadeguato", "non c'e' spazio per proposte al ribasso" e i beni in gioco, come la salute, l'ambiente, lo stesso diritto al lavoro, "non ammettono mercanteggiamenti". Il no del gip Patrizia Todisco all'Ilva e' arrivato, e' nero su bianco, depositato in cancelleria. Il gip si allinea al no gia' espresso qualche giorno fa dalla Procura. E' un doppio no quello del magistrato: all'istanza con cui l'Ilva aveva chiesto la possibilita' di continuare a produrre, sia pure ad un passo di marcia ridotto, e al piano aziendale da 400 milioni di euro relativo agli investimenti per mettere a norma lo stabilimento e abbattere le emissioni inquinanti. Primi investimenti, ha detto sempre Ferrante, in attesa di avere il quadro della nuova Autorizzazione integrata ambientale e quindi programmare altri investimenti e ulteriori spese.  Gia' la Procura giorni fa aveva ritenuto inadeguato il piano dell'ilva, rilevando che alcuni degli interventi proposti risalivano addirittura agli atti d'intesa firmati dall'azienda con la Regione Puglia negli anni 2007-2008. Interventi rimasti sulla carta, inattuati. Questo, secondo i magistrati, e' uno degli aspetti che rende poco credibile il piano dell'Ilva, mentre Bruno Ferrante, presidente dell'Ilva, ancora ieri l'aveva definito "serio, concreto e responsabile". Il gip, quindi, sottolineano ora i sindacati, non ha fatto altro che confermare la contrarieta' espressa dalla Procura ma anche dai custodi, cui sono affidate le aree sequestrate del siderurgico, i quali per conto della stessa Procura hanno compiuto una valutazione tecnica del piano. E ora, messo nell'angolo il piano Ilva da 400 milioni, resta in piedi quello dei custodi. Un piano dal segno diverso, pero', visto che prevede lo spegnimento degli impianti e il loro rifacimento. I custodi l'hanno consegnato all'Ilva diversi giorni fa e poi hanno anche inviato una sollecitazione affinche' l'azienda procede. (AGI) 

 Il Gip di Taranto boccia il piano di risanamento presentato dall'Ilva. L'impianto va quindi verso la chiusura. Il presidente dell'Ilva Bruno Ferrante incontrando i sindacati ha annunciato il ricorso "in tutte le sedi previste dall'ordinamento contro l'atto del gip" ed ha manifestato "dispiacere" sia "per il contenuto" dell'atto stesso nonche' per "i termini usati. Quel piano era solo l'inizio di un percorso, un primo approccio e serviva a fare delle cose nell'immediatezza - ha aggiunto - l'azienda ha una previsione piu' ampia e questa sara' contenuta nell'Aia, dove faremo quello che e' necessario fare e quello che ci viene prescritto da fare". Ferrante ha poi precisato che l'Ilva non "deroghera' dalla certezza del quadro in cui muoversi" citando quanto avvenuto per le centraline, dove la Regione ne ha chieste 4, l'Arpa 6 e i custodi 11, e per il barrieramento tra siderurgico e rione Tamburi, intervento previsto nell'Aia di agosto 2011, ma bloccato nelle scorse settimane dai custodi. GIP, RIPRESA PRODUZIONE SUBORDINATA A RIPRISTINO LEGALITA' La ripresa dell'attivita' produttiva nell'Ilva di Taranto e' "subordinata all'effettivo ripristino della legalita' violata e al ristabilimento delle condizioni di assoluta sicurezza per la salute della popolazione locale, dei lavoratori e dell'ambiente, obiettivi ineludibili e improcrastinabili come ribadito dal Tribunale del Riesame". Lo scrive il gip Patrizia Todisco nel provvedimento sull'Ilva. "Gli interventi da svolgere e le somme da stanziare, quale quella in esame" dice ancora il gip riferendosi ai 400 milioni proposti dall'azienda sono "assolutamente e manifestamente inadeguate e insufficienti rispetto a quanto presentato dai custodi amministratori".
  Secondo il gip "occorre prima adottare le misure idonee a bloccare da subito le emissioni inquinanti successivamente quelle in grado di rendere l'impianto sicuro dal punto di vista ambientale. Se i due termini non coincidono, com'e' ovvio, non e' possibile aspettare i tre, quattro anni previsti dall'Ilva per realizzare le misure indicate (peraltro assolutamente insufficienti) ed in attesa subire le sue dannose emissioni.
  Occorre invece adottare un piano drastico che da subito impedisca l'attivita' inquinante proprio come previsto dalle ultime indicazioni dei custodi".
  BONANNI, SE CHIUDE TARANTO SPROFONDA IN VORAGINE SPAVENTOSA "Se chiude Taranto sprofondera' in una voragine spaventosa".
  Cosi' il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, ha commentato la decisione del gip di bocciare il piano di risanamento dell'azienda. "Siamo dispiaciuti e addolorati - ha aggiunto - serve responsabilita', nessuno puo' pensare che l'attivita' venga chiusa. Non esiste attenzione all'ambiente con una situazione di degrado economico".
  ANGELETTI, RISCHIO CHIUSURA QUASI CERTEZZA "Il rischio e' quasi una certezza. E' una catastrofe". Cosi' il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti ha commentato la bocciatura da parte del gip di Taranto del piano di risanamento dell'Ilva.
  FIM E UILM, PROCLAMATI DUE GIORNI DI SCIOPERO Due giorni di sciopero all'Ilva di Taranto. Si terranno domani e venerdi': il primo turno dalle 9 sino a fine turno, per otto ore invece il secondo e terzo turno. Analoga protesta anche venerdi'. Lo sciopero e' stato indetto da Fim Cisl e Uilm. I sindacati intendono cosi' protestare contro il rischio che la fabbrica si fermi, rischio adesso piu' concreto dopo che anche il gip, analogamente al parere della Procura, ha detto no all'istanza dell'azienda che aveva chiesto una minima capacita' di produzione a fronte di un piano di investimenti da 400 milioni di euro per il risanamento degli impianti. "Arrestare la produzione vuol dire spegnere le speranze ed il futuro dei lavoratori" e' il parere di Fim e Uilm che hanno proclamato due giornate di sciopero all'Ilva di Taranto ritenendo che "risanare l'Ilva senza fermare la produzione non e' impossibile". Secondo le due organizzazioni sindacali dei metalmeccanici Cisl e Uil, che hanno annunciato un'agitazione permanente, "occorre trovare una convergenza tra le istanze del rispetto ambientale, il diritto dei cittadini alla salute e attivita' produttiva. Auspichiamo che si faccia il possibile per salvaguardare i livelli occupazionali per evitare che il Mezzogiorno, che si trova a vivere una fase gia' molto critica, venga travolto da un vero e proprio disastro occupazionale. Non vogliamo creare alcuna frattura fra la produzione e la tutela dell'ambiente, intesa anche come salute per gli uomini". "Anche se alcuni pensano erroneamente che la nostra controparte sia la magistratura - proseguono Fim e Uilm jonici - non abbiamo mai contrastato ne' messo in discussione le prerogative della magistratura e abbiamo sempre considerato un valore la sua autonomia d'intervento, la cui portata tuttavia, debba tener conto dei riflessi sociali che puo' determinare. Riteniamo infine - concludono i due sindacati - che si debba arrivare al piu' presto al rilascio dell'aggiornamento dell'AIA". (AGI).

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