Ilva, gip boccia piano risanamento. "Non si mercanteggia sulla salute"
Il piano dell'Ilva di Taranto "e'
inadeguato", "non c'e' spazio per proposte al ribasso" e i beni
in gioco, come la salute, l'ambiente, lo stesso diritto al
lavoro, "non ammettono mercanteggiamenti". Il no del gip
Patrizia Todisco all'Ilva e' arrivato, e' nero su bianco,
depositato in cancelleria. Il gip si allinea al no gia'
espresso qualche giorno fa dalla Procura. E' un doppio no
quello del magistrato: all'istanza con cui l'Ilva aveva chiesto
la possibilita' di continuare a produrre, sia pure ad un passo
di marcia ridotto, e al piano aziendale da 400 milioni di euro
relativo agli investimenti per mettere a norma lo stabilimento
e abbattere le emissioni inquinanti. Primi investimenti, ha
detto sempre Ferrante, in attesa di avere il quadro della nuova
Autorizzazione integrata ambientale e quindi programmare altri
investimenti e ulteriori spese. Gia' la Procura giorni fa aveva
ritenuto inadeguato il piano dell'ilva, rilevando che alcuni
degli interventi proposti risalivano addirittura agli atti
d'intesa firmati dall'azienda con la Regione Puglia negli anni
2007-2008. Interventi rimasti sulla carta, inattuati. Questo,
secondo i magistrati, e' uno degli aspetti che rende poco
credibile il piano dell'Ilva, mentre Bruno Ferrante, presidente
dell'Ilva, ancora ieri l'aveva definito "serio, concreto e
responsabile". Il gip, quindi, sottolineano ora i sindacati,
non ha fatto altro che confermare la contrarieta' espressa
dalla Procura ma anche dai custodi, cui sono affidate le aree
sequestrate del siderurgico, i quali per conto della stessa
Procura hanno compiuto una valutazione tecnica del piano. E
ora, messo nell'angolo il piano Ilva da 400 milioni, resta in
piedi quello dei custodi. Un piano dal segno diverso, pero',
visto che prevede lo spegnimento degli impianti e il loro
rifacimento. I custodi l'hanno consegnato all'Ilva diversi
giorni fa e poi hanno anche inviato una sollecitazione
affinche' l'azienda procede. (AGI)
Il Gip di Taranto boccia il piano
di risanamento presentato dall'Ilva. L'impianto va quindi verso
la chiusura. Il presidente dell'Ilva Bruno Ferrante incontrando
i sindacati ha annunciato il ricorso "in tutte le sedi previste
dall'ordinamento contro l'atto del gip" ed ha manifestato
"dispiacere" sia "per il contenuto" dell'atto stesso nonche'
per "i termini usati. Quel piano era solo l'inizio di un
percorso, un primo approccio e serviva a fare delle cose
nell'immediatezza - ha aggiunto - l'azienda ha una previsione
piu' ampia e questa sara' contenuta nell'Aia, dove faremo
quello che e' necessario fare e quello che ci viene prescritto
da fare". Ferrante ha poi precisato che l'Ilva non "deroghera'
dalla certezza del quadro in cui muoversi" citando quanto
avvenuto per le centraline, dove la Regione ne ha chieste 4,
l'Arpa 6 e i custodi 11, e per il barrieramento tra siderurgico
e rione Tamburi, intervento previsto nell'Aia di agosto 2011,
ma bloccato nelle scorse settimane dai custodi.
GIP, RIPRESA PRODUZIONE SUBORDINATA A RIPRISTINO LEGALITA' La
ripresa dell'attivita' produttiva nell'Ilva di Taranto e'
"subordinata all'effettivo ripristino della legalita' violata e
al ristabilimento delle condizioni di assoluta sicurezza per la
salute della popolazione locale, dei lavoratori e
dell'ambiente, obiettivi ineludibili e improcrastinabili come
ribadito dal Tribunale del Riesame". Lo scrive il gip Patrizia
Todisco nel provvedimento sull'Ilva. "Gli interventi da
svolgere e le somme da stanziare, quale quella in esame" dice
ancora il gip riferendosi ai 400 milioni proposti dall'azienda
sono "assolutamente e manifestamente inadeguate e insufficienti
rispetto a quanto presentato dai custodi amministratori".
Secondo il gip "occorre prima adottare le misure idonee a
bloccare da subito le emissioni inquinanti successivamente
quelle in grado di rendere l'impianto sicuro dal punto di vista
ambientale. Se i due termini non coincidono, com'e' ovvio, non
e' possibile aspettare i tre, quattro anni previsti dall'Ilva
per realizzare le misure indicate (peraltro assolutamente
insufficienti) ed in attesa subire le sue dannose emissioni.
Occorre invece adottare un piano drastico che da subito
impedisca l'attivita' inquinante proprio come previsto dalle
ultime indicazioni dei custodi".
BONANNI, SE CHIUDE TARANTO SPROFONDA IN VORAGINE SPAVENTOSA
"Se chiude Taranto sprofondera' in una voragine spaventosa".
Cosi' il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, ha
commentato la decisione del gip di bocciare il piano di
risanamento dell'azienda. "Siamo dispiaciuti e addolorati - ha
aggiunto - serve responsabilita', nessuno puo' pensare che
l'attivita' venga chiusa. Non esiste attenzione all'ambiente
con una situazione di degrado economico".
ANGELETTI, RISCHIO CHIUSURA QUASI CERTEZZA "Il rischio e'
quasi una certezza. E' una catastrofe". Cosi' il segretario
generale della Uil, Luigi Angeletti ha commentato la bocciatura
da parte del gip di Taranto del piano di risanamento dell'Ilva.
FIM E UILM, PROCLAMATI DUE GIORNI DI SCIOPERO Due giorni di
sciopero all'Ilva di Taranto. Si terranno domani e venerdi': il
primo turno dalle 9 sino a fine turno, per otto ore invece il
secondo e terzo turno. Analoga protesta anche venerdi'. Lo
sciopero e' stato indetto da Fim Cisl e Uilm. I sindacati
intendono cosi' protestare contro il rischio che la fabbrica si
fermi, rischio adesso piu' concreto dopo che anche il gip,
analogamente al parere della Procura, ha detto no all'istanza
dell'azienda che aveva chiesto una minima capacita' di
produzione a fronte di un piano di investimenti da 400 milioni
di euro per il risanamento degli impianti. "Arrestare la
produzione vuol dire spegnere le speranze ed il futuro dei
lavoratori" e' il parere di Fim e Uilm che hanno proclamato due
giornate di sciopero all'Ilva di Taranto ritenendo che
"risanare l'Ilva senza fermare la produzione non e'
impossibile". Secondo le due organizzazioni sindacali dei
metalmeccanici Cisl e Uil, che hanno annunciato un'agitazione
permanente, "occorre trovare una convergenza tra le istanze del
rispetto ambientale, il diritto dei cittadini alla salute e
attivita' produttiva. Auspichiamo che si faccia il possibile
per salvaguardare i livelli occupazionali per evitare che il
Mezzogiorno, che si trova a vivere una fase gia' molto critica,
venga travolto da un vero e proprio disastro occupazionale. Non
vogliamo creare alcuna frattura fra la produzione e la tutela
dell'ambiente, intesa anche come salute per gli uomini". "Anche
se alcuni pensano erroneamente che la nostra controparte sia la
magistratura - proseguono Fim e Uilm jonici - non abbiamo mai
contrastato ne' messo in discussione le prerogative della
magistratura e abbiamo sempre considerato un valore la sua
autonomia d'intervento, la cui portata tuttavia, debba tener
conto dei riflessi sociali che puo' determinare. Riteniamo
infine - concludono i due sindacati - che si debba arrivare al
piu' presto al rilascio dell'aggiornamento dell'AIA". (AGI).
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