"Ho già detto che se l'intelligenza umana si impegnasse ad ideare tecnologie rispettose delle esigenze dei lavoratori, invece di fare il contrario, avremmo la soluzione. Oggi si presenta un problema inverso: come adattare agli essere umani un sistema tecnologico ideato per altri obiettivi, e cioè perché ne benefici unicamente la produzione. [...] E comunque sia, è evidente che abbiamo due sole alternative: la prima è quella di distribuirla equamente; la seconda è obbligare una parte della popolazione a fare i lavori sporchi, pena morire di fame." (La società anarchica, Noam Chomsky)
Ora gli equilibrismi retorici dei Clowns Corradi al Circo Taranto per Riva possono essere intese in tutto il loro senso. Che strada ha intrapreso secondo voi il carrozzone?
Passera: "Chiudere l'Ilva costerebbe 8 miliardi all'anno"
In Senato l'emergenza Taranto. L'allarme del ministro per le conseguenze economiche di una eventuale chiusura. Clini: "Nel decreto non c'è un euro per lo stabilimento"
Un'eventuale chiusura dell'Ilva di Taranto "complessivamente determinerebbe un impatto negativo che è stato valutato attorno ad oltre 8 miliardi di euro annui imputabile per circa 6 miliardi alla crescita delle importazioni, per 1,2 al sostegno al reddito e ai minori introiti per l'amministrazione pubblica e per circa 500 milioni in termini di minore capacità di spesa per il territorio direttamente interessato".Sono le cifre di un eventuale blocco del Siderurgico prospettate dal il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera al Senato, mentre il titolare dell'Ambiente ha assicurato che nel decreto per Taranto "non c'è un euro pubblico a favore dell'Ilva". Il ministro dell'Ambiente ha ricordato che "si tratta di fondi per le bonifiche ambientali delle aree di Tamburi, Statte, Mar Grande e Mar piccolo e altri interventi nelle aree portuali che non hanno nulla a che vedere con l'azienda. Inoltre, parte degli interventi è destinato a un programma integrato dell'area di Taranto per migliorare l'efficienza delle infrastrutture e dei sistemi che consentono di valorizzare al meglio le risorse ambientali e naturali". (Repubblica)
Ilva, Passera: ''Ancora elementi di criticità molto forti per la situazione ambientale''
Nonostante gli investimenti realizzati "la situazione ambientale presenta ancora elementi di criticità molto forti che non ci consentono, ad oggi, di esprimere ancora un giudizio conclusivo sulla loro efficacia rispetto ai limiti imposti dalle normative italiane ed europee succedutesi nel tempo". E' quanto afferma il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera in un'informativa al Senato sull'Ilva di Taranto.L'impegno dell'azienda sul fronte degli investimenti, spiega, "è stato in questi anni importante a testimonianza di un interesse concreto dell'azionista a rimanere nel settore e nell'area". Il ministro sottolinea che "negli ultimi anni, gli investimenti dedicati all'ammodernamento degli impianti hanno riguardato tutte le aree dello Stabilimento di Taranto, mentre gli investimenti dedicati al miglioramento dell'impatto ambientale hanno riguardato, con maggiore evidenza, le aree più critiche, a partire dalle cokerie, nelle quali l'investimento complessivo è stato di oltre 480 milioni di euro, pari al 44% degli investimenti dedicati alla tutela ambientali".
Il costo di una eventuale chiusura dell'impianto "avrebbe conseguenze negative sia dirette che indirette - avverte - che pensiamo debbano essere prese in considerazione nelle decisioni che riguardano il futuro dell'impianto stesso. Complessivamente si determinerebbe un impatto negativo che è stato valutato attorno ad oltre 8 miliardi di euro annui". Si tratta di 8 miliardi, "imputabile per circa 6 miliardi alla crescita delle importazioni, per 1,2 miliardi al sostegno al reddito ed ai minori introiti per l'amministrazione pubblica e per circa 500 milioni in termini di minore capacità di spesa per il territorio direttamente interessato". In una fase di calo globale del mercato, per il ministro, "è evidente che l'eventuale uscita di uno stabilimento come quello di Taranto sarebbe guardata con estrema soddisfazione dai maggiori competitor europei e mondiali". "Nel corso degli scorsi anni ci sono stati sicuramente danni all'ambiente e alla salute - continua -, ed è giusto che venga fatta piena luce sull'accaduto. Non appare ad esempio ancora del tutto chiaro se le norme nazionali ed europee via via vigenti siano state rispettate o aggirate. Sull'Aai del 2011 ci troviamo addirittura nella situazione per cui il Tar la reputa troppo restrittiva, mentre la Procura la ritiene troppo poco restrittiva". L'impianto di Taranto, dopo gli interventi portati avanti in questi anni, aggiunge il ministro, "è tutt'ora sorgente di rischio superiore ai parametri nazionali ed europei? Oppure il rischio è stato eliminato, o è in corso di miglioramento?" A queste domande, afferma il ministro, "bisogna dare al più presto una risposta definitiva, in quanto la situazione dello stabilimento di Taranto deve essere affrontata con grande senso di responsabilità e nella piena consapevolezza di quello che l'azienda rappresenta per l'economia del territorio e per l'intera industria nazionale senza dimenticare nemmeno per un momento le gravi tematiche ambientali che sono state sollevate".(Adnkronos)
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