mercoledì 3 dicembre 2008

QUANDO SI PERDE L’OCCASIONE PER TACERE…

Lettera di Vincenzo Fornaro

Da un articolo pubblicato su Repubblica del 2 dicembre 2008 pag 2 sez. di Bari, Giuliano Foschini scrive:

“…Anche perché i pastori hanno fiutato il business: prima o poi avranno un lauto indennizzo per ogni animale ammazzato, più sono le pecore più alti sono i risarcimenti. Sarà un caso, ma gli animali incinta sono diventati tanti. L' abbattimento dovrebbe avvenire già questa settimana, i tecnici dell' Azienda sanitaria stanno facendo le verifiche sull' unico macello che ha partecipato alla gara d' appalto”.


Ancora una volta delle affermazioni che lasciano senza parole chi sta cercando di vivere un dramma nella maniera più costruttiva possibile, parole che lasciano interdetto chi sta lottando per la propria dignità e per quella della propria città; ormai ci stanno portando all’esasperazione. Non soltanto sono 10 mesi che abbiamo il vincolo sanitario e siamo obbligati a mantenere pecore, capre, dipendenti e famiglie senza nessun aiuto (a parte il sostegno morale di molti cittadini con i quali ci troviamo a condividere questo incubo).
Dopo mesi di interrogativi ci è stato comunicato a settembre, e solo verbalmente, dell’abbattimento cui sono destinate le nostre greggi…


Vorrei ricordare semplicemente a chi non conosce questi animali che la loro gestazione dura 5 mesi e da quando abbiamo ricevuto la suddetta comunicazione ne sono trascorsi massimo tre…siccome quasi tutti hanno partorito, le osservazioni riportate nell’articolo sono a dir poco fuori luogo. Si dice inoltre, che “la legge prevede che non si possano uccidere animali in stato di gravidanza. E' necessario attendere che nascano gli agnellini”; di questa legge, se esiste, ne veniamo a conoscenza soltanto oggi tramite i giornali e ormai a noi non sarebbe utile…
Non ci aspettiamo la comprensione delle dinamiche da parte di chi non si rende minimamente conto della realtà che gli allevatori hanno affrontato, e continuano ad affrontare in questa situazione, ci basterebbe il rispetto! Un rispetto che non elemosiniamo ma che esigiamo!
L’unica cosa fiutata dai pastori e dalle loro pecore fino ad oggi si chiama diossina e di risarcimenti fino ad ora non si è visto un centesimo, neanche l’obolo stanziato dalla regione (che basterebbe a malapena a sostenere le spese affrontate per mantenere in vita gli animali)…
Inoltre nessuno parla degli animali che nel frattempo sono morti per i disagi provocati dalla mancanza di pascoli e dal vincolo sanitario protratto (solo nella nostra azienda sono circa un centinaio)!

Vincenzo Fornaro

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