mercoledì 3 dicembre 2008

Dibattito sul Clima al Parlamento Europeo

Questa mattina al Parlamento europeo di Bruxelles, riunitosi in seduta plenaria, si è tenuto un dibattito sul clima e sulla crisi economica in vista del prossimo vertice europeo che si terrà a Bruxelles l’11 e il 12 dicembre, l’ultimo sotto Presidenza francese. Al menù dei capi di Stato e di governo figura la crisi economica ed il relativo piano di rilancio proposto dalla Commissione, il pacchetto clima/energia ed il futuro del trattato di Lisbona.

Sotto potete trovare l'intervento di Umberto Guidoni.


Dibattito sul Clima al Parlamento Europeo - Intervento di Umberto Guidoni

C’è chi sostiene che la direttiva Europea del 20-20-20 imponga costi troppo elevati per l'economia dell'Unione europea. Fra questi c’è il governo italiano che ha presentato stime di costi quasi doppi (18 Miliardi €/anno contro 9 Miliardi €/anno valutati dalla Commissione) senza prove, peraltro, convincenti.
Tuttavia, simili posizioni sottovalutano il futuro prezzo dei combustibili fossili e ignorano gli ingenti vantaggi derivanti dalla rapida diffusione delle energie rinnovabili: la sicurezza dell'approvvigionamento e, soprattutto, la creazione di nuovi posti di lavoro, in un momento di recessione in cui migliaia di lavoratori sono espulsi dai processi produttivi e messi in mobilità.
L’aumento di efficienza energetica e l’utilizzo diffuso di fonti rinnovabili sono la ricetta per uscire dalla crisi economica. Concentrare grande parte dei fondi pubblici per salvare le banche significa riproporre quello stesso modello economico, tutto basato sulla finanza, che ha creato la crisi che stiamo cercando di combattere.
Non si può affrontare la drammatica situazione economica senza cambiamenti di strategia. La direttiva Ue punta sull’innovazione e soprattutto tenta di affrontare, in tempo, gli sconvolgimenti creati dai cambiamenti climatici in atto. Un problema che peserà sempre di più sulla vita dei cittadini europei e sulle economie degli Stati Membri.
Ecco perché gli investimenti pubblici non devono andare, ancora una volta, a sostegno dei settori tradizionali (quali quello delle auto per esempio) ma devono concentrarsi sulle attività che portano innovazione in campo energetico e ambientale.
Fattori chiave per la crescita del settore delle energie rinnovabili sono lo sviluppo delle reti di distribuzione e l'accesso prioritario.
Tra gli anni 60-80, le enormi spese per le infrastrutture di rete per i grandi sistemi centralizzati furono sostenute con ingenti investimenti pubblici. Questo aspetto deve valere anche per garantire il futuro del sistema energetico basato sulle rinnovabili.
Al fine di assorbire la potenza derivante dagli impianti di generazione di energia rinnovabile, le infrastrutture delle reti di distribuzione devono essere adeguate alle nuove esigenze (reti intelligenti).
Occorre, anche, affrontare il tema del contributo dei trasporti che richiede di qualificare l'obiettivo obbligatorio del 10% per i carburanti provenienti da biomasse. Per questi prodotti si deve puntare sulla qualità anziché puramente sulla quantità.
C'é bisogno di criteri di sostenibilità ambiziosi e dinamici, l'uso delle biomasse deve orientarsi verso aree non controverse e verso tecnologie di conversione, quali i biogas e la biomassa per l'elettricità e il riscaldamento, dotate di un'efficienza di gran lunga superiore rispetto ai carburanti di prima e seconda generazione.
Lo sviluppo delle energie rinnovabili richiede conoscenze e competenze. Il fattore umano risulta molto importante e questo garantisce che il pacchetto energia-clima porterà migliaia di posti di lavoro qualificati, un antidoto alla crisi economica che brucia occupazione.
Infine, voglio sottolineare che lo strumento di "flessibilità" più potente ed economicamente vantaggioso a disposizione degli Stati membri è costituito dalle misure di efficienza nei settori dell'edilizia, dei trasporti, dell'industria e nell'utilizzo di elettricità. Si auspica che i governi creino un collegamento fra l'efficienza nazionale e le politiche sulle energie rinnovabili.
Dobbiamo approvare il pacchetto sul cambiamento climatico entro breve. Non possiamo permettere che la miopia di alcuni Stati membri e gli interessi particolari di pochi blocchino un processo fondamentale per il futuro dei cittadini europei.


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