lunedì 15 marzo 2010

Per il diritto di dissentire

GIORNATA IN FAVORE DELLE LOTTE.
INIZIATIVA SABATO 20 MARZO ALLE 17:30.
SIETE TUTT* INVITATI A PORTARE BANCHETTI INFORMATIVI SULLE VOSTRE LOTTE E SUI PERCORSI CHE STATE FACENDO

Nel mondo, oramai, si e' evidenziato maggiormente il divario tra
chi gestisce e si appropria delle risorse, per trarne i propri profitti e chi reclama a gran voce una società più giusta per essere protagonisti attivi nell'esercizio di un reale cambiamento.
Questa categoria sociale eterogenea ha dato vita a momenti come quelli di Seattle, di Genova, delle grandi mobilitazioni contro le guerre, per la salvaguardia dei territori e la difesa degli spazi di agibilità politica.
Proprio Genova, nelle giornate del luglio 2001 ha rappresentato un passaggio fondamentale dove la guerra non fu dichiarata dal movimento bensì dalle forze dell'ordine, e prima ancora da un potere sovranazionale tanto vuoto di positività da doversi blindare, recingere. Cariche violentissime
contro chiunque passasse per le vie della città, lacrimogeni
sparati ad altezza d'uomo, colpi di arma da fuoco, blindati
lanciati a tutta velocità contro la folla, un giovane manifestante ammazzato, il blitz sanguinoso alla scuola Diaz in notturna, la
tortura reintrodotta nelle caserme di Bolzaneto e Forte S.
Giuliano... Questo fu Genova: lo stato di diritto fatto a pezzi. Da quel luglio 2001 ad oggi, l'impressione che quella sia una data che abbia segnato uno spartiacque e' forte: da un lato l'esercizio della gente di affrontare collettivamente il bisogno comune,
(esperienze come No Tav, No Dal Molin,il Presidio contro le Discariche di Grottaglie o nelle tante mobilitazioni dei cittadini di Taranto e Provincia a difesa di salute, ambiente,a tutela del diritto al lavoro o contro la piaga endemica del precariato); dall'altro l'esercizio scientifico di rendere tutto plasmabile innescando paure e pregiudizi, polverizzando i diritti elementari, carcerando intere fette di società.
Per coprire delle enormi porcherie servono i capri espiatori da
mostrare in pubblica piazza; ciò funge da esempio e serve a
comprimere le liberta' individuali e collettive, svuotando di
contenuti proprio quelle enormi mobilitazioni che ci hanno visto in gran parte protagonisti.
Ed ecco che ciò si rende possibile attraverso "l'eccezione" che diventa una regola nelle aule dei tribunali, in quelle parlamentari e quotidianam ente per le strade.
Una storia che come si diceva iniziò alle soglie del 2000.
A Taranto le strutture di base denunciavano il malaffare della politica tarantina, il disastro ambiente e l'intreccio tra affaristi senza scrupoli e politici massoni. Cittadini che praticavano quotidianamente il cambiamento reale in questa città. No nei salotti bene, ma per le strade, nei posti di lavoro e nei quartieri.
La risposte sono state: vari arresti e un processo durato otto anni ternimatosi con l'assurda richiesta di condanna da parte del pubblico ministero Perrone per 18 Tarantini (per un totale di 44anni) per associazione sovversiva. Associazione che si “poggerebbe” su reati ridicoli come un lancio di uova, di slogan, scritte di contestazione, la partecipazione alle mobilitazioni di quegli anni tra le quali quelle di Napoli e Genova durante i vertici del Global Forum e del G8.
Da allora un movimento plurale ed eterogeneo viene colpevolizzato e portato nelle aule dei tribunali. Un vero e proprio schiacciamento dei diritti, anche di quelli più elementari, che incontrano sistematicamente una risposta violenta, negligente e collusiva: lavoratori picchiati, precettati e licenziati; immigrati espulsi, carcerati vessati in condizioni sempre più disumane, leggi ad personam, speculazioni sulle catastrofi naturali e privatizzazione dei beni pubblici. Muovendoci in questo quadro sarebbe stupido non accorgersi come questa categoria sociale repressa sia diventata così grande laddove l'applicazione sistematica, proprio di quella eccezione che diventa norma, trova la sua più diffusa estensione. È l'agibilità politica ad essere minata, compressa e osservata in maniera a ttenta e scrupolosa finalizzata a colpire le pratiche politiche "incompatibili”.
Per questo motivo chiamiamo tutte le forze che lottano quotidianamente sui nostri territori a partecipare a un momento di piazza dove tutti e tutte portino i loro percorsi di lotta.
Un microfono aperto dove ognuno possa parlare del clima repressivo che in questi anni è andato crescendo ogni giorno di più per riaffermare il valore delle lotte nel nostro territorio contro il restringimento degli spazi democratici.
Invitiamo tutt* quindi a partecipare al Presidio di Sabato prossimo 20 Marzo in Piazza Maria Immacolata alle ore 17.30

COMITATI DI QUARTIRE, COBAS CONFEDERAZIONE TARANTO
info e adesioni: processotaranto@yahoo.it, tel: 099 4716012

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