mercoledì 31 marzo 2010

I 4 giorni della Madonna 2010!


MERCOLEDI’ 31
ORE 18:30 “La voce degli altri”. Serata di proiezioni e musica sull’antipsichiatria.
Intervengono Circolo Arci Pepper-Taranto Associazione Altreragioni-Bar Gigetto Dattolico, Psichiatra(anti)-Dipartimento di salute mentale-Napoli.
Saranno proiettati i documentari “Derodeniali” e “Senza ragione”. A seguire Selezione musicale JAZZ a cura del Comitato di Quartiere

GIOVEDI’ 1
ORE 21:00 CENA POPOLARE
ORE 23:00 DANCE-HALL con ZuingoYouth – DreadBlock Lizard – Bhotta


VENERDI’ 2
ORE 18:30 Ornella Bellucci presenta: TARANTO SOTTO LE CIMINIERE. L’autrice racconta la Taranto del lavoro, che, come quarant’anni fa, si concentra ancora nell’ex Italsider, oggi Ilva, e nel suo indotto. Un viaggio nel tempo con vecchi e nuovi operai dell’acciaio.
ORE 21:00 CENA POPOLARE
ORE 23:00 SELEZIONE MUSICALE by DJ SCRONDO (SKA/ROCKSTADY from ‘50 to ‘80)

SABATO 3

ORE 16:00 Teatro, musica e attività per bambini con PUK giullare fuoritempo alla ricerca di perduti sorrisi…
LABORATORIO con i materiali riciclati per costruire palline e bolas (anche detti nastri o kiwido).
TRUCCABIMBI con parata finale
GIOCOLERIA e bolle di sapone per concludere con sculture di palloncini.
ORE 19:00 Video-inchiesta: La convenzione. I protagonisti sono ‘I signori’ della sanità privata accreditata. Tra loro anche la Fondazione San Raffaele di Milano che creerà l’ospedale: “San Raffaele del Mediterraneo” nella città di Taranto
ORE 21:00 CENA popolare
ORE 22:00 DANCE_HALL con Militants C

Parallelamente, tutti i giorni (dalle 18.00), il vicolo Arco Paisiello e il Piazzale Monte Oliveto accoglieranno banchetti di artigianato e di contro-informazione, un’area riservata alla cucina popolare, proiezioni video ed esposizioni artistiche.

Mar Ionio: nave a perdere

Mar Ionio: nave a perdere

Sul litorale di Castellaneta Marina in provincia di Taranto (coordinate 40°28′31”Nord – 016°57′48”Est ) giace dal 10 marzo la nave bulgara Burgas, numero Imo 8518077 (oltre settemila tonnellate di stazza lorda per 123 metri di lunghezza). Il general cargo – giunto a Taranto da Mariupol (Ucraina) il 28 febbraio aveva scaricato bramme (semilavorati metallici) all’Ilva del pluripregiudicato Riva, reiteramente condannato per inquinamento ambientale. Stranamente le operazioni di recupero del mercantile – proveniente dal Mar Nero – luogo in cui numerose aziende italiane hanno scaricato rifiuti pericolosi a partire dall’Eni (come ben sa il ministro Altero Matteoli) – non sono ancora decollate. Secondo le rivelazioni della capitaneria di porto di Taranto il salvataggio, si fa per dire, è stato affidato alla società olandese Svitzer, ricondubile al gruppo Maersk. Italia Terra Nostra ha prontamente richiesto al comandante della locale guardia costiera, il capitano di vascello Paolo Zumbo, notizie dettagliate sul carico, la rotta, l’armatore, il noleggiatore ed il numero Imo. E’ stato inoltre richiesto un immediato controllo sulla radioattività della nave e del carico sbarcato. All’Arpa Puglia (dir. Giorgio Assennato) si chiede un istantanea verifica su eventuali vapori radioattivi emessi nell’atmosfera dall’impianto Riva, famigerato produttore di diossine, furani, benzene, benzoapirene, metalli pesanti, polveri fini ed ultrafini, furani. Non è stato effettuato alcun tipo di controllo a bordo e neppure identificato l’equipaggio. Lo Stato come al solito latita. Il prefetto locale dorme forse sonni beati? L’arrivo improvviso il 18 marzo di Gianni Lannes – scortato dalla Polizia di Stato e dai Carabinieri – in loco ha creato sconcerto negli olandesi e nei bulgari. Cosa hanno da nascondere? Per caso la camorra c’entra qualcosa? Cosa è accaduto dal 3 marzo al 12 marzo nel golfo di Taranto? Cosa ci faceva solo qualche giorno fa a Castellaneta marina un agente dei servizi segreti bulgari? Vendola il letargo è terminato? (Terranostra)

NAVE BURGAS: INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

lunedì 29 marzo 2010

Ancora incidenti all'Ilva!

Taranto, incidente all'Ilva, tre operai feriti: uno grave

Un capoturno e due operaidell’Ilva di Taranto sono rimasti feriti – uno in modo grave - in un incidente sul lavoro avvenuto nel reparto Finitura Nastri 2.
I tre – secondo una prima ricostruzione – erano intenti a riavvolgere un rotolo di Coils dello spessore di 12 millimetri sull'impianto 'Cls'. La saldatura fatta per motivi precauzionali è saltata e con un effetto a molla una parte del rotolo ha travolto i tre lavoratori. Due di loro sono finiti sul piano di calpestio e hanno riportato contusioni al torace e alle mani. Il manutentore, Orazio Laera, è stato sbalzato invece in una botola profonda oltre tre metri: ha riportato un trauma facciale e ha perso molto sangue. Soccorso dai colleghi e successivamente dal personale sanitario del 118, Laera è stato trasportato d’urgenza all’ospedale tarantino 'Santissima Annunziatà, dove è stato ricoverato.
“Quello che è accaduto è grave – dice all’Ansa Cosimo Panarelli, della Fim Cisl -. Il rotolo di Coils era di elevato spessore e non poteva essere trattato in quella maniera. Abbiamo chiesto un incontro urgente all’azienda per fare chiarezza sull'accaduto”. Sul posto sono intervenuti anche gli ispettori del lavoro e i carabinieri per ricostruire le modalità dell’incidente e chiarire eventuali responsabilità. (GdM)

Campagna utile!

domenica 28 marzo 2010

L'ENI inquina di più da ferma???

"...com'è noto...!!!
La spocchia dell'ENI che candidamente "avvisa" che l'aria della città, durante i primi giorni caldi di primavera, ad un passo dai riti - ormai turistici - della Settimana Santa, sarà puzzolente e tossica!"
E il Comune non batte ciglio e scarica all'Arpa che può al limite confermarci quello che già il nostro naso ci dice da tre giorni: c'è una puzza schifosa dappertutto!!!
Cronache di ordinaria prevaricazione ambientale e sanitaria in una città stanca di essere amministrata da burattini ignoranti e senza dignità!
Vergogna!



Tra i paesaggi di Puglia... spunta un segnale di fumo!

28 marzo 2010, h. 11.03. Panorama dall'Orimini, a 20 km di distanza da Taranto...

Ecco perchè il Lungomare non è balneabile

sabato 27 marzo 2010

Un nuovo documentario


CON DISPREZZO E CON AMORE - Appunti su una città in cerca di riscatto (41' 30'') - Documentario di Vittorio Vespucci e Monica Nitti (Italia 2010)

Proiezione sabato 3 aprile presso il Cloro Rosso, h. 19.00, via Scoglio del Tonno 2, Taranto

Con disprezzo e con amore è una breve analisi sulla situazione sociale, ambientale e culturale di Taranto.
L'amore di chi opera per il bene della città si contrappone al disprezzo di chi ha contribuito al suo degrado speculando sulla Gente di Taranto, che vorrebbe vivere in una città "normale"
Attraverso la voce di coloro che, anche da posizioni radicalmente opposte, hanno a cuore le sorti di Taranto, si ottiene uno spaccato delle diverse componenti di una città problematica ma allo stesso tempo interiormente viva. La parte sana della città non si limita alla protesta, ma è protesa alla ricerca di un riscatto.
Nel documentario, attraverso una serie di interviste a personaggi che operano in vario modo all'interno della città, si parla dello sviluppo economico degli Anni '70, dell'attuale degrado urbano e sociale, della criminalità e del disagio dei minori.
Si raccolgono le proposte di chi, operando quotidianamente nei quartieri, si preoccupa di avvicinare le istituzioni alle reali esigenze dei cittadini. Si spiega l'importanza della raccolta differenziata dei rifiuti e di come questa sarà gestita, auspicando la collaborazione dei cittadini.
Si biasimano lavoro nero e ricatto occupazionale, auspicando uno sviluppo del territorio che possa favorire la creazione di opportunità di lavoro.
Si guarda all'interno di un centro sociale per comprendere ideali e aspirazioni dei ragazzi che lo gestiscono.
Ci si interroga sull'utilità di una presenza militare massiccia sul territorio e si riflette sull'esigenza di restituire gran parte degli ampi spazi sottratti alla città.
Si parla dei problemi della mitilicoltura , un tempo fiore all'occhiello dell'economia di Taranto ed oggi in serio pericolo.
Si fa il punto sullo sviluppo dell'Università e si analizzano le sue caratteristiche e i suoi limiti, anche in funzione del contesto in cui opera.
Vengono illustrati compiti e funzioni della Protezione Civile del Comune di Taranto.
Non mancano i riferimenti all'ambiente malato, quello che è considerato il male dei mali di Taranto.

Il documentario è stato ideato e prodotto da Vittorio Vespucci (regista) e da Monica Nitti (direttore di produzione).
Le musiche sono di Sandro Viscomi e la voce narrante è dell'attore Francesco Cassano.

Nucleare benedetto? E da chi?

Prima di leggere conviene fare un giro su questo blog:

Osservatorio degli incidenti nucleari


Benedetto sia il nucleare
Il Vaticano approva la costruzione di nuove centrali. Un opuscolo spedito alle diocesi rassicura i fedeli di non temere il ritorno all’atomo. Ma l’operazione nasconde un conflitto d’interessi. E un gruppo religioso “antinuclearista” ha reagito. Con un manuale di contro-informazione

POLITICA – Per la Chiesa il nucleare è cosa buona e giusta. È scritto a chiare lettere in un opuscolo che in queste settimane sta circolando in allegato al giornale delle diocesi, rivista distribuita nelle parrocchie italiane e consultata da migliaia di fedeli. “La Santa Sede – esordisce il libretto , intitolato “Energia per il futuro” – è favorevole e sostiene l’uso pacifico dell’energia nucleare, mentre ne avversa l’utilizzo militare”.
Il manuale è scritto con l’intento di chiarire la posizione ufficiale della Chiesa e fornire un compendio di informazioni sull’energia dell’atomo a chi avesse perplessità rispetto alla recente decisione del governo di riaprire una strada di fatto abbandonata dopo il referendum del 1987. “L’energia nucleare non va guardata con gli occhi del pregiudizio ideologico, ma con quelli dell’intelligenza, della ragionevolezza umana e della scienza”, si legge tra le prime righe nelle parole del cardinale Renato Martino, presidente emerito del Pontificio consiglio della giustizia e della pace. Una linea condivisa, prosegue il testo, da Papa Ratzinger che “nell’Enciclica Caritas in Veritate ha fatto riferimento a questa energia del futuro”, auspicando l’uso a fini pacifici della tecnologia nucleare. “Le opere dell’ingegno, quindi anche le conquiste nel campo nucleare, vanno poste al servizio della famiglia umana”, specifica Martino.
Con il beneplacet del Vaticano, ha inizio una vera e propria guida al nucleare per conquistare l’anima dei cristiani devoti: 47 pagine di divulgazione scientifica che spiegano i processi di fissione dell’uranio, descrivono le tipologie di reattori di nuova generazione, inquadrano il “clamoroso cambio di rotta” del nostro paese nel contesto del rinascimento nucleare planetario. Il manuale affronta anche il tema delle scorie radioattive, della sicurezza, dei costi degli impianti, dei tempi e siti di produzione delle nuove centrali, illustrando le ragioni per cui, a conti fatti, questa opzione risulta vantaggiosa per i lavoratori, i cittadini e le imprese. A ben guardare, dietro l’operazione editoriale, apparentemente anonima, si nasconde un’agenzia di comunicazione chiamata Mab.q, vicina alle curie e che vede l’Enel tra i suoi principali clienti. Guarda caso, proprio all’Enel spetta la guida della realizzazione di quattro reattori da 1600 megaWatt degli otto previsti nell’accordo tra Italia e Francia. Lecito notare il conflitto d’interessi. L’uscita del libricino ha accesso polemiche.
“Il vademecum è tutto orientato in positivo”, nota Mario Agostinelli, ricercatore dell’Enea e presidente dell’associazione antinuclearista Unaltralombardia, “ma non racconta tutta la verità, è zeppo di lacune e offre una prospettiva parziale dei fatti”.
Per presentare ai lettori cattolici un altro punto di vista, Agostinelli insieme a un gruppo di ispirazione religiosa chiamato “Beati costruttori di pace” ha realizzato un contro-opuscolo che verrà analogamente distribuito nelle diocesi (e pubblicato su Carta). “Ci sono almeno tre aspetti ingannevoli che contestiamo. Il primo riguarda i costi delle centrali. L’opuscolo stima che un reattore di terza generazione, come quelli che dovrebbero essere costruiti in Italia, costi tra i 4 e i 4,5 miliardi di euro, in palese contrasto con quanto sta avvenendo in Finlandia: la costruzione di un’identica centrale ha già superato i 7 miliardi di euro e sta richiedendo tempi di realizzazione molto più lunghi del previsto”, prosegue Agostinelli.
“Il secondo punto riguarda il confronto sulla convenienza di questa forma di energia rispetto alle altre. Considerando il contributo statale, i costi di sicurezza e dismissione delle centrali, e i costi per lo stoccaggio delle scorie, il prezzo di un kilowattora prodotto da una centrale nucleare è superiore sia ai combustibili fossili, sia all’eolico, e si avvicina al costo del solare. In terzo luogo, il nucleare non è la risposta alla questione climatica”. Nell’opuscolo si legge che “se vogliamo davvero combattere su larga scala il cambiamento climatico, il nucleare è una tecnologia irrinunciabile in quanto non contribuisce al rilascio di CO2 e altre sostanze nocive nell’atmosfera. Un’opzione che si rivela vantaggiosa nel rispetto degli impegni assunti con l’adesione al Protocollo di Kyoto”. “Falso”, replica Agostinelli. “I tempi di costruzione delle centrali superano le scadenze fissati dagli accordi di Kyoto e post-Kyoto. E non dimentichiamo che un impianto atomico deve funzionare almeno 9 anni prima di recuperare l’anidride carbonica prodotta per la sua realizzazione”.
Suona anche l’altra campana per i fedeli. “A favore di un modello energetico basato sulle energie rinnovabili, integrato, compatibile con la natura, non imposto, democratico e senza bisogno di forme di militarizzazione del territorio”, conclude Agostinelli. (Oggiscienza)

Depuratore bocciato: non si dà valore all'ambiente!

Il Tar boccia il depuratore di Manduria-Sava: “Non rispetta il volere dei comuni”

MANDURIA – Il Tar di Lecce ha annullato il parere favorevole di compatibilità ambientale espresso dal Servizio ecologia della Regione Puglia per il progetto relativo all’impianto con scarico nel mare di Specchiarica del depuratore a servizio degli abitanti di Sava, Manduria e delle marine di Manduria. La sentenza che porta la firma del presidente del Tar Aldo Ravalli è stata emessa ieri e boccia sonoramente i piani regionali e rimette in gioco tutti i progetti dell’Acquedotto pugliese fortemente sponsorizzati dal governo Vendola e dall’amministrazione di Sava ma osteggiati dall’amministrazione uscente di Manduria e dalle comunità di Maruggio e Avetrana.
Il dispositivo dei giudici rende nulli tutti i presupposti necessari alla realizzazione dell’opera ed entra nel merito del progetto evidenziando in esso delle incongruenze davvero macroscopiche. Oltre a motivi di ordine procedurale, come l’assenza dei pareri di merito della Provincia di Taranto e dei comuni interessati con particolare interesse per Manduria, il presidente Ravalli si è addentrato in questioni di natura economica e ambientale. Trovando contraddittorio, ad esempio, il comportamento della regione Puglia che prima (marzo del 2009) «riscontra notevoli carenze progettuali con particolare riferimento allo scarico dei reflui ed al loro impatto sull’ambiente marino, ordinando di conseguenza alla società proponente un supplemento istruttorio» mentre poi accetta la soluzione prospettata dall’Aqp «nonostante manchi la richiesta analisi costi-benefici nonché l’indicazione di eventuali alternative localizzatrici». In fase d’istruttoria la stessa Regione Puglia, fa notare il Tar, aveva dichiarato che l’opzione numero 3 (condotta sottomarina lunga 3600 metri e profonda 35) risultava “la più cautelativa” mentre quella numero 2 (condotta di 1000 metri e 10 di profondità) veniva definita “non ottima, in quanto lo scarico dei reflui depurati avviene all’interno dell’area Sic” (Sito di interesse comunitario). Nonostante questo gli uffici regionali stabilirono che doveva essere data comunque preferenza alla seconda ipotesi in quanto “appare quella che concretamente consente di ottenere i maggiori benefici ambientali con costi pubblici economicamente sostenibili”. E qui il presidente del Tar, Ravalli, sfodera una lezione di diritto-ambientale. Tra i costi di un tale progetto, il giudice amministrativista mette in parallelo «la somma che la collettività è disposta a pagare per assicurarsi un bene od un servizio desiderati e quanto è invece è disposta ad esborsare per evitare una cosa non gradita. Nella specie – rileva il giudice – andava dunque esemplificamente considerata, da un lato, la disponibilità a pagare per lo smaltimento dei reflui; dall’altro lato, la disponibilità a pagare della popolazione per la conservazione di un ambiente naturale quello in esame».
Di tutto ciò, si legge ancora nella sentenza, «non v’è traccia dato che sono stati considerati unicamente dati finanziari (che pure rientrano nella suddetta analisi costi benefici, ma non sono i soli), ossia l’esborso in termini contabili che le varie scelte ipotizzate avrebbero comportato, non anche le conseguenze che, in chiave sociale e soprattutto ambientale (e tradotte nei termini anzidetti), avrebbero potuto in concreto derivare dalle varie soluzioni prospettate». Tra gli altri motivi di accoglimento del ricorso, il Tar segnala anche la mancata considerazione, da parte degli uffici regionali, della proposta avanzata dall’amministrazione comunale di Manduria che nell’esprimere opposizione al depuratore così concepito, ipotizzava un piano di riutilizzo delle acque per l’agricoltura.
Nel ricorso in questione il Comune di Manduria è stato difeso dall’avvocato Gianluigi Pellegrino mentre la regione Puglia dall’avvocatessa Antonella Loffredo. L’Acquedotto pugliese non si è costituito. Possibile ora un ricorso al Consiglio di Stato.
(La Voce di Manduria)

I rifiuti, Antonio Biella e la coerenza...

Bell'articolo non c'è che dire!
Critica (giustamente Pucci) per inerzia e scarcamento di responsabilità gravissime sulla gestione del AMIU.
Appoggia la linea rotariana e li rappresenta come comuni cittadini (non come classe dirigente che in qualche modo ha sottomano l'economia della città...)
Cita Corvace per criticare le discariche ma poi... Si ricorda delle sue "simpatie" e non riesce a fare a meno di scrivere la frase più infelice di tutto l'articolo e forse del giornale intero: "E anche l’atavica ripulsa dei legambientalisti verso inceneritori e termovalorizzatori appare come una classica battaglia di retroguardia.".
Ma lo sa Biella che gli inceneritori sono cancerogeni (se vedano le provate ricerche scientifiche della Gentilini, o dell'ISPRA, o della sanità francese)? Che sono profumatamente, mafiosamente, finanziati con i soldi dei cittadini (cip6 e tasse)? Che distruggono definitivamente i materiali che se riciclati produrrebbero risorse e ricchezza? Che producono ceneri tossiche che vanno smaltite in discariche speciali altamente devastanti?
Fa il paladino della differenziata e poi accusa di retroguardia chi invece da anni è più avanti di lui nel dimostrare che bruciare la monnezza è mestiere di criminali e primitivi!
Complimenti all(ex)direttore!

venerdì 26 marzo 2010

Città generosa e civile!

Sotto l'acciaio niente...

Ecco un servizio fotografico apparso su La Repubblica che mostra in chiave drammatica (ma per noi tarantini appare sicuramente diverso...) il paesaggio trasformato dalla dismissione degli impianti Ilva di Cornigliano (GE).

"Parafrasando Adriano Celentano, là dove c'era l'erba ora c'è una città, a Cornigliano dove c'era una cittadella industriale è il niente. Resta di tubi e capannoni e camini, rotaie una pressa, gigantesca, "almeno un gasometro potevano tenerlo, farne un museo d'arte contemporanea come è accaduto altrove", commenta Elisabeth Hölzl (Merano, 1962), che ha documentato le trasformazioni in una raccolta di fotografie Vakuum, il vuoto, ora allestite alla Galleria Il Vicolo"

Precari Ilva in rivolta


giovedì 25 marzo 2010

Stoccaggi sospetti a Ecolevante

Comunicato stampa di Vigiliamo per la discarica
Cos’altro ancora sarà stoccato da Ecolevante spa?

Ai cittadini di Grottaglie e dei paesi confinanti con la discarica per rifiuti industriali gestita da Ecolevante spa, così come a tutti quei politici e amministratori che, con la frase ad effetto “si tratta di quattro cartoni e di qualche copertone d’auto”, minimizzano la pericolosità di quanto stoccato in questa discarica, il comitato Vigiliamo per la discarica rende noto quanto segue.
Solo per un caso fortuito è stata sventata la possibilità che nel cosiddetto terzo lotto della discarica gestita da Ecolevante spa possano essere smaltiti rifiuti speciali provenienti dalla Centrale Federico II di Cerano (BR), gestita dall’Enel. Si tratta della centrale termoelettrica a carbone più grande d’Europa e una delle più grandi del mondo, recentemente anche al centro di inchieste per grave inquinamento e traffico illecito di rifiuti.
Il Tribunale Amministrativo di Lecce, con l’ordinanza n.197 emessa il 24 marzo 2010, ha respinto l’istanza presentata da Ecolevante spa contro la risoluzione del contratto di appalto stipulato tra l’Enel e una associazione temporanea di imprese (ATI) di cui faceva parte la Ecolevante spa quale terminale dello smaltimento dei medesimi rifiuti speciali.
E tale contratto di appalto è stato risolto dall’Enel in quanto "a seguito dell'acquisizione dei certificati del Casellario Giudiziale …” a carico di alcuni soggetti che facevano capo alle imprese che componevano l’ATI, “sono risultate … condanne per reati gravi la cui sussistenza è stata completamente omessa nell'autodichiarazione presentata in sede di gara”.
Questa circostanza si verifica a due mesi di distanza dal parere sfavorevole per incompatibilità ambientale emesso dall’ufficio regionale VIA nei confronti del progetto di cava di 8 milioni mezzo di metri cubi che Ecolevante vorrebbe realizzare in contrada “Amici”, nella stessa zona del cosiddetto terzo lotto.
Ed è una circostanza oltremodo indicativa circa le mire imprenditoriali che la Ecolevante spa vuole realizzare nel nostro territorio, con conseguenze sull’ambiente e sulla salute che sono al momento inimmaginabili.
Perciò sono da ritenere senz’altro pericolose e irresponsabili le affermazioni, anche recenti, di tanti politici e amministratori che continuano a parlare della discarica per rifiuti industriali di Grottaglie come di una “risorsa”, invece che di un problema da tenere costantemente sotto severo controllo.
Una lettura attenta della citata ordinanza del TAR di Lecce, così come dei recenti scandali che hanno coinvolto la centrale di Cerano, può risultare veramente illuminante.
Inutile dire che il comitato Vigiliamo per la discarica, coerentemente con l’azione di sensibilizzazione che svolge ormai da oltre sei anni, non è solo contrario a che i rifiuti della Centrale di Cerano siano stoccati a Grottaglie, ma è del fermo parere che questo tipo di centrali debbano essere quanto prima chiuse e sostituite con centrali ad energie rinnovabili.
Infine, il comitato Vigiliamo per la discarica rende anche noto che intende effettuare approfondimenti molto puntuali su ciò che è stato effettivamente smaltito presso la discarica gestita da Ecolevante spa nel corso di tutti questi anni e, in particolare, sui rifiuti con “voce a specchio”.
Si tratta di quelle particolari tipologie di rifiuti, il cui conferimento in discarica, solo se accompagnato da analisi puntuali sulla quantità di sostanze pericolose in essi contenute, può essere consentito in discariche come quelle gestite da Ecolevante spa. Viceversa, se il conferimento non è stato accompagnato da queste analisi puntuali, si presume che i rifiuti con “voce a specchio” siano da ritenersi pericolosi.
Pertanto, il comitato presenterà a giorni una domanda all’ARPA con la quale chiederà di prendere visione di tutte le analisi che devono accompagnare il conferimento di rifiuti con “voce a specchio” nella discarica gestita da Ecolevante al fine di escluderne la pericolosità.

I tumori e Berlusconi.

Qualche domanda per il premier
Patrizia Gentilini (Oncoematologo Isde)

SCIENZA. Caro presidente Berlusconi, forse Lei, come tanti del resto, non ha ben chiaro il fatto che il cancro di cui indiscutibilmente si guarisce e che quindi nel 100% dei casi è sconfitto, è quello che NON è venuto!

Caro presidente Berlusconi, forse Lei, come tanti del resto, non ha ben chiaro il fatto che il cancro di cui indiscutibilmente si guarisce e che quindi nel 100% dei casi è sconfitto, è quello che NON è venuto! Questo è anche il cancro che ci risparmia il maggior peso di sofferenze personali, che anche Lei certamente ha provato essendone stato colpito, ma anche di di costi per la collettività. Se Lei, o chiunque altro decisore politico, desse finalmente ascolto a ciò che medici e ricercatori indipendenti da decenni affermano, in primis Lorenzo Tomatis, e finalmente si adottassero serie misure di prevenzione primaria, ovvero riduzione della esposizione delle popolazioni ai cancerogeni presenti ormai stabilmente non solo nel nostro habitat ma nel nostro stesso corpo e trasmessi dalla madre al feto, moltissimi tumori sarebbero evitati e quindi Lei (o chi per Lei) potrebbe davvero dire di avere contribuito a sconfiggere il cancro.

Ma come fare in concreto? Qualche consiglio potrà aiutarla.


Ecco dunque qualche suggerimento in proposito.
1) Sono oltre 50 i siti gravemente inquinati nel nostro Paese ed in attesa di bonifiche che non arrivano mai. Perchè non investire i tanti soldi raccolti dalle varie campagne contro il cancro in questo?
2) Lei sa che oltre 1.200.000 cittadini italiani hanno bevuto nel 2008 acqua contaminata da arsenico oltre il limite di legge di 10 microgrammi/litro grazie a deroghe? L’arsenico è un cancerogeno certo per l’uomo e non è che alzando con deroghe i limiti di legge la sua cancerogenicità diminuisce.
3) Lei sa che i controlli per diossine che escono dagli inceneritori vengono - per legge - eseguiti in regime di autocontrollo 3 volte all’anno per complessive 24 ore su 8.000 ore di funzionamento?
4) Lei sa che contro un limite per le diossine che l’Oms raccomanda per gli adulti di 2pg/kg un bambino di Brescia, residente nel sito contaminato della Caffaro ne ha assunto 1200 pg/kg/die con il latte materno, a Taranto 400 pg e in Toscana, in prossimità di un inceneritore circa 80?
5) Perché non si impegna a togliere gli assurdi incentivi alla combustione dei rifiuti (prassi già stigmatizzata dalla Federazione nazionale degli Ordini dei Medici), che droga pesantemente il mercato ed impedisce il decollo di una corretta filiera di trattamento?
6) Sa che i rifiuti possono essere gestiti innanzitutto riducendoli e poi differenziandoli per riciclarli e recuperare materia senza alcun bisogno di ricorrere a processi di combustione nè a discariche, con creazione di posti di lavoro e benefici per la comunità tutta?
7) Sa che in Svezia, dove 30 anni fa sono stati vietati alcuni pesticidi, si registra una riduzione dell’incidenza dei linfomi?
8) E' a conoscenza del fatto che in Italia da 0 a 14 anni i linfomi crescono del 4.6% annuo vs una media europea dello 0.9% e che nel 2007 sono state distribuite sul suolo agricolo italiano 1534000 tonnellate di fitofarmaci?
9) Sa che il 57.3% dei 1123 campioni delle acque italiane è contaminato da pesticidi e che nel 36.6% dei casi si superano i limiti di legge?
10) è a conoscenza del fatto che i processi produttivi ed industriali possono essere riconvertiti in cicli chiusi in modo da ridurre drasticamente i quintali di cancerogeni che ogni anno riversiamo - a norma di legge - in aria ed acqua e di cui forse le sfugge l’entità?
Le riportiamo sotto una tabellina riassuntiva fatta con i dati ufficiali (fonte: http://www.eper.sinanet.apat.it/site/itIT/Registro_INES/Ricerca_per_inquinante/RicercaInquinanti.html) su alcuni degli inquinanti immessi “a norma di legge” in aria ed acqua in Italia nel 2005:

• Arsenico (As) e composti = 8.016,6 Kg
• Cadmio (Cd) e composti = 3.033,0 Kg
• Cromo (Cr) e composti = 140.026,6 Kg
• Nichel (Ni) e composti = 80.613,1 Kg
• Benzene, toluene, etilbenzene, xileni =715.567,4 Kg
• Mercurio (Hg) e composti = 3.887,1 Kg
• Piombo (Pb) e composti = 114.967,1
• Diossine (PCDD) + furani (PCDF) = 103,0 g\a


La lista è lunga, credo infinita, ma ci fermiamo qui.
L’articolo 32 della Costituzione - ancora in essere - riconosce la Salute come un diritto individuale ed un bene per la collettività. Dando ascolto alle nostre voci Lei, presidente Berlusconi, farebbe il più grande regalo, ben più della sua eredità, ai sui figli e ai suoi nipoti.
(Terra)

Vescovo esemplare?


Taranto, mobbing all’Edas-Lumsa. Il vescovo respinge le accuse
di MIMMO MAZZA

«Devo contestare con fermezza ogni mia presunta responsabilità». Il vescovo di Taranto monsignor Benigno Luigi Papa si chiama fuori e respinge tutti gli addebiti nell’udienza preliminare che, assieme amonsignor Nicola Di Comite, presidente del consiglio di amministrazione dell’ente di studi ecclesiastici «Edas-Lumsa», lo vede accusato di maltrattamenti e lesioni personali nei confronti dell’ex segretaria dell’università «Edas-Lumsa» Cosima Matichecchia.
Papa e Di Comite rispondono di concorso con Antonio Panico, gestore del personale «Edas-Lumsa», e la docente Marinella Sibilla, nei confronti del quale però il processo è già in corso. Per Papa e Di Comite il sostituto procuratore Vincenzo Petrocelli aveva chiesto l’archiviazione, respinta però dal gip Martino Rosati che ordinò l’imputazione coatta dei due alti prelati. Il vescovo Papa e monsignor Di Comite, difesi dagli avvocati Antonio Raffo e Cesare Di Comite ieri mattina sono comparsi dinanzi al gup Pompeo Carriere. In apertura d’udienza è stato disposto l’affidamento di una perizia (che sarà conferita il prossimo 31 marzo) sui colloqui registrati dalla parte lesa, che si è costituita in giudizio, assieme a suo marito e ai suoi due figli, tramite gli avvocati Raffaele Errico e Antonio Ciaurro, chiedendo un risarcimento danni complessivo pari a oltre un milione e 600mila euro.
(leggi l'articolo completo su GdM)

mercoledì 24 marzo 2010

SALVIAMO LA MASSERIA SOLITO

UN EDIFICIO DEL 1600 E' A RISCHIO ABBATTIMENTO!

Sito nel quartiere Tre Carrare-Battisti (per vederla su Google Map clicca qui), a poche decine di metri dalla "Cripta del Redentore" il complesso edilizio oggi noto come le cui tracce risalgono agli inizi del '600, nel 1717 fu concesso in enfiteusi al reverendo Domenico Antonio Solito - illustre esponente del "Clero Tarantino" - alla cui famiglia rimase a lungo, fornendo il nome a tutta la contrada - prima di passare a Luigi Viola.
La Masseria Solito è fuor di dubbio un bene "storico - culturale" per la Città di Taranto, e come tale riteniamo che vada salvaguardata. Ma nel silenzio assordante di una Città distratta, nella quale vige la disinformazione, ieri è stata autorizzata proprio la demolizione di questo stabile.

Ci chiediamo perché si vuole demolire un "pezzo di storia" cittadino così, a cuor leggero, senza essersi posti il minimo dubbio di liceità. Come mai il suddetto complesso edilizio non è stato mai sottoposto alla CAT e dunque al Consiglio Comunale? Perchè questa masseria non ha avuto lo stesso trattamento riservato al palazzo di via Acclavio?
A nulla sono valsi gli appelli di consiglieri comunali, comitati, semplici cittadini che sono intervenuti, in più occasioni , per chiedere alle istituzioni preposte un intervento autoritario per fermare la scriteriata richiesta di demolizione della “Masseria SOLITO”, avanzata dagli attuali proprietari per procedere alla realizzazione di un fabbricato per civile abitazione. Anche se abbandonata ed ignorata da 30 anni, rimane pur sempre un importante "Sito Storico" di non trascurabile interesse. Occorre ricordare e ribadire che già nel 1996 era stato chiesto - senza risposta alcuna - l’intervento del Sindaco e della Sovrintendenza a protezione-tutela dello "storico reperto", atteso che come ribadito all’art.10 del recente Codice dei beni culturali, lo stesso è piuttosto un bene da tutelare, anche nel caso in cui non sia stato fatto oggetto di "procedimento di dichiarazione di interesse culturale" da parte della Sovrintendenza.
Ci auspichiamo che la locale Sovrintendenza vorrà quanto prima assumere le iniziative di propria specifica competenza, atteso che: "sono beni culturali oggetto di tutela" : <>.
Appare dunque e tra l'altro assolutamente inspiegabile che, si continui ad ignorare quanto disposto dal successivo art.. 21 "sono subordinati ad autorizzazione del Ministero":
a) la demolizione delle cose costituenti beni culturali, anche con successiva ricostituzione...
Nel ritenere che sia quanto mai opportuno garantire l'incolumità dell'intera struttura - rigettando ed non autorizzando progetti atti alla sua demolizione - invitiamo il Sovrintendente ad intervenire per "imporre d'ufficio" gli interventi conservativi previsti dall’art.33 del Codice dei beni culturali - interventi conservativi che si possono agevolmente realizzare atteso tra l'altro la possibilità del concorso pubblico alle relative spese.
Nell’auspicare che si proceda piuttosto ad un suo recupero funzionale destinandola pittosto ad un utilizzo sociale - culturale,

C H I E D I A M O

- al sig. Sindaco di sospendere ogni atto inerente l'inopinata - insana richiesta di demolizione;
- alla Sovrintendenza di voler considerare la possibilità di inserire il manufatto nell’elenco dei beni da sottoporre a TUTELA;
- al Difensore Civico di "DIFENDERE "... un bene di pubblico interesse e dunque COMUNE ... "anche se privato".
La Masseria potrebbe essere salvata atteso la rilevanza Storica e con l'ausilio di Enti e/o istituti privati ristrutturata e destinarla ad un uso d'interesse pubblico – sociale.
In una città che lotta per il diritto di vivere in un ambiente sano e in salute è quanto mai vitale preservare le alternative di sviluppo che offre il territorio e una fra queste è di certo lo sviluppo del turismo storico-culturale. La demolizione di questo edificio, anziché la sua restaurazione, è l’ennesima violenza su un territorio ricco di storia che ha già perso molto e non merita di essere colpito ancora.
Per ora questa richiesta è sostenuta da comuni cittadini non organizzati, dall'Osservatorio per la Legalità, dagli Amici di Beppe Grillo di Taranto, dal Comitato Cittadino Taranto Futura, dal comitato contro l'inquinamento Taranto libera, dal Comitato per Taranto. Chiunque voglia aggiungere il proprio sostegno può scrivere una mail a lastoriaditarantononsitocca@gmail.com. Se sarà necessario far partire una sottoscrizione ve ne daremo comunicazione.

E la nave...non va!

...nessuno si preoccupa di quanto quest'operazione devasterà il litorale e tutti gli esseri viventi?


Rimorchiatori «sconfitti». La nave resta incagliata
L’«aspiratore» olandese tenterà di scavare un canale intorno alla nave per consentirne il galleggiamento

I rimorchiatori non ce l’hanno fatta, la nave bulgara «Burgas» è ancora piantata a venti metri dalla riva di Castellaneta marina con la chiglia sotto la sabbia per due metri e non si riesce a smuovere. L’ultimo tentativo, prima di passare al potente aspiratore «Salamander», è stato fatto lunedì sera. Per alcune ore i due mezzi della «Rimorchiatori napoletani» hanno provato a guadagnare i 60-70 gradi necessari per indirizzare la prua della nave, agganciata a due cavi, verso il mare aperto, ma gli sforzi hanno prodotto una rotazione di appena 12 gradi rispetto alla posizione iniziale, completamente insufficienti alla manovra di disincaglio. La chiglia affondata in un paio di metri di sabbia è inamovibile. Alle dieci dell’altra sera i rimorchiatori hanno spento i motori e l’operazione è stata rimandata a domani quando scatterà il piano B che prevede l’impiego di una speciale «sorbona», montata su cingoli, che aspirerà sabbia e acqua. E’ un’apparecchiatura adoperata anche per scavare e recuperare reperti archeologici e di altra natura.

L’armatore, sul quale ricadono tutte le spese e che ha ricevuto una diffida da parte della Capitaneria di porto sin dal momento dello spiaggiamento di fronte allo stabilimento balneare «Albatros», si serve di una ditta specializzata olandese. La «Salamander», arrivata dall’Olanda per conto della società di salvamento «Svitzer», al lavoro nelle acque di Castellaneta marina, è già in fase di assemblaggio da domenica scorsa. Diventerà operativa da domani. Scenderà in acqua e comincerà il suo lavoro di «aspirapolvere». Con uno dei due bracci, lungo 24 metri, succhierà dal fondo la sabbia e con l’altro la ributterà più in là. In altri termini la macchina toglierà la sabbia in cui è affondata la chiglia e davanti alla prua, ripristinando il così detto battente d’acqua intorno alla nave per riportarla in condizione di rigalleggiamento. Sarà scavato, in sostanza, una specie di canale su cui i tecnici lavoreranno a vista togliendo sabbia e acqua quel tanto che basta a creare le condizioni per disincagliare la «Burgas».

In questo momento entreranno in azione di nuovo i rimorchiatori che agganceranno la nave, la sposteranno in acque più profonde e al sicuro. Qui avverranno le ispezioni per accertare che l’incagliamento non abbia procurato danni e solo a questo punto il mercantile sarà trainato nel porto di Taranto. Nel frattempo è stata avviata l’indagine per accertare le ragioni che hanno portato una nave di centotrenta metri a sprofondare nella sabbia di Castellaneta marina. L’incidente è avvenuto nella notte tra martedì 9 e mercoledì 10 marzo. C’era molto vento e il mare era mosso. L’ancora della «Burgas», che aveva già sbarcato le bramme per lo stabilimento siderurgico, cominciò ad arare il fondo facendo avvicinare la nave a terra. Furono gli uomini della Capitaneria di porto di Taranto ad accorgersi dello scarrocciamento e a dare l’allarme a bordo. Il mercantile si arenò a sessanta metri dalla riva. (cdm)

Referendum per l'acqua di tutti

Mercoledì 31 marzo dalle ore 16:30 a Bari, presso "Osservatorio sud", via Buccari 120, ci sarà l'assemblea regionale per l'Acqua Bene Comune, si discuterà, tra l'altro, di come procedere in Puglia in vista del Referendum.

Il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua insieme a numerose realtà sociali e culturali promuove tre referendum abrogativi delle norme che hanno privatizzato l’acqua per rendere possibile qui ed ora la gestione pubblica di questo bene comune. Sosterranno tale iniziativa anche diverse forze politiche.

Uno strumento per dire una volta per tutte:

“Adesso basta. Sull’acqua decidiamo noi!”
Perché si scrive acqua ma si legge democrazia

Sullo stop alle politiche di privatizzazione e sulla necessità di una forte, radicata e diffusa campagna nazionale, un vastissimo fronte in queste settimane si è aggregato al Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua: dalle associazioni dei consumatori alle associazioni ambientaliste, dal mondo cattolico e religioso al popolo viola, dai movimenti sociali al mondo sindacale, alle forze politiche.
Guarda il costituendo Comitato Promotore
Tutte e tutti insieme abbiamo deciso di lanciare a partire dal prossimo mese di aprile, una grande campagna di raccolta firme per la promozione di tre quesiti referendari.


Acqua Pubblica I quesiti_referendari

Come non essere d'accordo!

martedì 23 marzo 2010

10, almeno..

Comuni rinnovabili 2010

...con molti dubbi su biomasse, biogas e combustioni varie...

Comuni rinnovabili 2010
Il rapporto annuale di Legambiente sulla diffusione delle fonti rinnovabili nel Paese.
I risultati e le buone pratiche di intervento; come l’Italia potrà raggiungere gli obiettivi UE al 2020; il ruolo delle politiche locali nello sviluppare e integrare le fonti rinnovabili nel territorio italiano. Tutto su Comuni Rinnovabili 2010.


RapportoComuniRinnovabili2010

Cementir: la Regione risponde (male)

La solita storia dell'immenso plico sepolto nei loro uffici, appuntamento ecc... roba da topi d'archivio!
E la trasparenza in rete tanto declamata?

Cementir_Regione Puglia_Nota a PEACELINK 190310

lunedì 22 marzo 2010

E la chiamano crisi... tanto paga lo Stato!

Confronto in masseria

Mercoledì 24/03/2010 ore 10,30, presso la Masseria Carmine, si terrà un incontro con la stampa e con i candidati alle elezioni regionali che vorranno partecipare. Lo scopo dell'evento è quello di presentare la proposta di legge per il risarcimento agli allevatori danneggiati dall'inquinamento da diossina. Siete tutti invitati ad esserci!

Per chi non conosce la strada l'appuntamento è alle ore 10,00 presso la Basile Petroli, alle spalle del Seminario.
Non mancate!

domenica 21 marzo 2010

ALTAMAREA COORDINAMENTO DI CITTADINI ED ASSOCIAZIONI DI TARANTO
I DIECI COMANDAMENTI PER LE ELEZIONI REGIONALI

A tutti i candidati Altamarea chiede di impegnarsi su questi "dieci
comandamenti".

PRIMO: RENDERE BALNEABILE IL LUNGOMARE DI TARANTO. Va reso balneabile il Lungomare di Taranto. Attualmente non viene neppure analizzato in quanto è dichiarato "non balneabile" a priori. Occorre, tramite il piano regionale delle coste, includere il Lungomare di Taranto nei tratti di mare di cui verificare la balneabilità. Il Lungomare va recuperato, riqualificato. e difeso da ogni fonte di inquinamento. I
tarantini devono poter tornare a farvi il bagno in sucurezza entro due anni. Allegato a questo messaggio c'è una foto eloquente della attuale trasparenza dell'acqua del Lungomare di Taranto. Occorre inoltre il rifacimento della condotta sottomarina per tutelare il mare di Lido Bruno.

SECONDO: CONTROLLARE LA DIOSSINA TUTTO L'ANNO. E' indispensabile dare piena applicazione alla legge regionale sulla diossina con il controllo 24 ore su 24 ore, 365 giorni all'anno mediante il “campionamento in continuo” (come prevede l'articolo 3 della legge regionale).

TERZO: RISARCIRE GLI ALLEVATORI. E' necessario sostenere gli allevatori rovinati dalla diossina con appositi provvedimenti del governo centrale, concertati con la Regione, così come è stato fatto per le emergenze zootecniche in Campania.

QUARTO: BONIFICARE E TUTELARE IL TERRITORIO – Occorre analizzare e bonificare il territorio contaminato per ridare la possibilità di pascolare e coltivare in modo sano senza l'incubo della diossina e di altri inquinanti. Questa è la premessa per la rinascita delle attività legate al territorio e alla sue risorse. Occorre tutelare il territorio e valorizzarlo, difendendo il Parco delle gravine, estendendo l'agricoltura biologica e il turismo sostenibili, promuovendo il riassetto idrogeologico, bloccando l'ampliamento delle discariche speciali.

QUINTO: MEGLIO ATTIVI CHE RADIOATTIVI! – Nessun ritorno alle centrali nucleari. Già abbiamo la diossina, ci manca solo la radioattività. Chi sostiene le centrali deve prima dire dove metterà le scorie nucleari. Va vietato il transito di sottomarini nucleari nei nostri mari: la popolazione non è neppure informata dei piani di emergenza, come prevede invece la legge. Lo immaginate un sottomarino nucleare che
esplodesse a Taranto?

SESTO: NON FORNICARE CON GLI INQUINATORI. Le istituzioni e i partiti non devono accettare sponsorizzazioni o sovvenzioni da chi inquina.

SETTIMO: NON INQUINARE I CITTADINI. Occorre una netta riduzione degli inquinanti e un piano di controllo di tutte le emissioni industriali. Le Autorizzazioni Integrate Ambientali (AIA) devono prevedere telecamere e centraline perimetrali di intercettazione delle emissioni diffuse e fuggitive, obbligo delle migliori tecnologie, limiti agli incrementi di produzione e la copertura dei parchi minerali dell’Ilva. Ogni mese i cittadini devono poter vedere su Internet di quanto è diminuito l'inquinamento. Se l'inquinamento dell'Ilva non diminuisce occorre valutare l'eliminazione dell'area a caldo, come è stato fatto a Genova. Non vanno costruiti nuovi inceneritori (producono "nanoparticelle"). Va vietata la pratica dell'incenerimento delle stoppie nei campi perché produce diossina. Infine niente sondaggi e perforazioni petrolifere nel Golfo di Taranto.

OTTAVO: FARE LA MAPPA DELLE MALATTIE – E' importante istituire un Centro Ambiente e Salute vicino l’area industriale per controlli ambientali, avviare lo screening dei cittadini e rendere realmente operativo il registro tumori. Ma va fatta una mappa georeferenziata (e collegata all'esposizione lavorativa) anche delle malattie meno gravi (allergie, broncopatie croniche ostruttive, ecc.) che costituiscono il sintomo diffuso di una "sindrome da inquinamento". Va garantita la sicurezza e la salubrità nei luoghi di lavoro, assicurando la sorveglianza sanitaria pubblica dei lavoratori lungo tutta la vita. Va bloccata in particolare ogni immissione di sostanze cancerogene nei luoghi di lavoro, come prevede la legge.

NONO: NON SURRISCALDARE IL PIANETA. Non deve essere aumentata la potenza della centrale elettrica Enipower, altrimenti si aumentano le emissioni di anidride carbonica e quindi l'effetto serra. E anche le altre emissioni di anidride carbonica (Ilva e centrali energetiche) devono essere ridotte utilizzando le migliori tecnologie disponibili.

DECIMO: NON FAR ESPLODERE LA CITTA'. Occorre applicare sul territorio la “legge Seveso” (sui rischi di incidente rilevante) dando informazione alla popolazione sui piani di emergenza, consultandola e coinvolgendola nella gestione dei grandi rischi.

sabato 20 marzo 2010

Ilva fragile? Quella è la nostra salute!

Malattie diffuse

IL COMITATO «TARANTO LIBERA» PER UN CAMBIO DI STRATEGIA NELLA LOTTA AMBIENTALISTA
Spera: «Non basta più fermarsi ai numeri e ai valori degli agenti inquinanti»

E’ un cambio di strategia importante nella lotta all’inquinamento quello su cui insiste l’associazione «Taranto libera». Un mutamento che coincide con le notizie sulla prossima creazione del centro congiunto Arpa-Asl all’ospedale Testa per il monitoraggio dell’inquinamento. «Non basta più fermarsi ai numeri e ai valori degli inquinanti, non basta più analizzare il sangue e le urine dei cittadini per rilevare le sostanze. Occorrono mappe epidemiologiche. Le malattie possono raccontare molto sugli agenti inquinanti al punto da essere “decisive ” nel contrastare il degrado dell’ecosistema attraverso la tutela della salute pubblica. Credo sia giusto orientare le risorse a disposizione verso questi obiettivi». La portavoce di «Taranto libera», Daniela Spera, ci crede. L’associazione sta coagulando intorno ai suoi orientamenti sempre più consenso, negli incontri pubblici e sulla rete. «Le mappe epidemiologiche – spiega Daniela Spera – dovrebbero vagliare la situazione osservando tumori e altre malattie provocate da agenti inquinanti in base alla loro incidenza sul territorio così da “verificare ” i danni prodotti». L’associazione «Taranto libera» si sofferma anche sulla questione del registro tumori. «Quello ionico-salentino – sottolinea Daniela Spera – valuta l’incidenza del male, ma non tiene conto del fondamentale aspetto della sua localizzazione. Sarebbe la chiave giusta per aprire la porta alla conoscenza dei responsabili delle conseguenze sulla salute dei cittadini. Insomma,con un registro tumori tarato su questi elementi, combinando il documento con le mappe epidemiologiche e con i dati delle altre città italiane, troveremmo i “colpevoli ”. Tra gli agenti inquinanti – avverte Spera – ci sono differenze basate proprio sulle conseguenze che provocano rispetto alla salute dei cittadini. L’azione della diossina non è quella del benzene causa di leucemie. Anche l’incidenza delle polveri sottili deve far riflettere. Pensiamo, ad esempio, a molti casi di malattie cardiache apparentemente inspiegabili o ai danni cerebrali ricollegabili ai metalli pesanti. Insistere sul rapporto tra patologie e agenti inquinanti è fondamentale. Ecco perché bisogna andare oltre le analisi del sangue sugli individui sani e capire, alla fine, quanti malati e quanti morti possano esserci a causa del degrado dell’ecosistema. Raccolta dei dati per aree, avvicinamento progressivo alla conoscenza delle fonti inquinanti. Questo lavoro – conclude Spera– è fondamentale per informare la popolazione».

La Gazzetta Del Mezzogiorno – sabato 20 marzo 2010
Fulvio Colucci

venerdì 19 marzo 2010

Registro tumori o qualcosa di simile

In difesa dell'acqua bene comune: partecipa anche TU!


20 Marzo 2010
Manifestazione nazionale a Roma

Per la ripubblicizzazione dell’acqua, per la tutela di beni comuni, biodiversità e clima, per la democrazia partecipativa



Da tutta Italia, si riunirà domani 20 marzo a Roma il popolo dell'Acqua per una grande manifestazione contro la privatizzazione del servizio idrico - avviata definitivamente col Decreto Ronchi.
In difesa dell'acqua come bene comune, sarà a Roma anche il comitato Acqua Bene Comune della Provincia di Taranto a cui va tutto il nostro sostegno.

Anche se non potremo essere là presenti fisicamente, il Comitato per Taranto aderisce alla manifestazione in difesa dell'acqua, come bene comune.


A sostenere le iniziative a favore della ripubblicizzazione dell'acqua saremo domani a Taranto - insieme ad altri movimenti, associazioni e cittadini - alla giornata in difesa delle lotte promossa e organizzata dai comitati di quartiere e da Cobas di Taranto.

Questa è un'importantissima occasione di incontro e confronto di tutti i movimenti che da anni lottano in difesa dei diritti inalienabili: tra questi il diritto all'accesso all'acqua che deve essere garantito a tutti.


Invitiamo ad essere presenti domani a Roma a sostegno delle ragioni che muovono tante persone a manifestare contro la privatizzazione del servizio idrico.

E invitiamo - tutti coloro che invece rimarranno entro i confini della provincia di Taranto, a partecipare domani alla giornata in difesa delle lotte.

Dove? in piazza Maria Immacolata, dalle 17.30.

Per avere maggiori info sulla manifestazione di domani a Roma vai alla pagina:

http://www.acquabenecomune.org/

Associazioni di Taranto e provincia per l'Acqua Pubblica

Il 31/3 a Bari ci sarà la riunione del Comitato Pugliese Acqua Bene Comune (qui di seguito è riportato l'ordine del giorno). E' fondamentale che quest' argomento venga affrontato anche da tutte le associazioni che hanno dimostrato interesse e sensibilità per l'Acqua Pubblica, nella Provincia di Taranto. La battaglia per l'Acqua non può essere delegata a poche persone, la battaglia per l'Acqua non vede primatisti e primedonne, l'Acqua è un Bene Comune e come tale deve vedere la partecipazione di tutti.
Probabilmente, alcuni di voi, ritengono che la giunta Vendola sia ormai a buon punto per la ripubblicizzazione dell'Acquedotto Pugliese. Purtroppo non è così, siamo solo all'inizio di un possibile percorso che per essere intrapreso con decisione, deve vedere tutte le forze possibili partecipi di questo grande cambiamento.
A Taranto ogni estate "paghiamo il prezzo" della gestione dell' AqP S.p.A. (società per azioni). In più, pende sulla testa di tutti noi, la legislazione del governo Berlusconi che vuole rendere ai privati la gestione di un diritto inalienabile dell'uomo.
Sarebbe, tra l'altro, un grande segnale, che almeno un delegato per associazione potesse partecipare all'incontro. Non possiamo, Noi di Taranto e Provincia, aspettare passivamente l'esito della storia, ma dobbiamo dare il nostro piccolo ma importante contributo. Sono ben coscente che siete tutti incredibilmente e ammirabilmante impegnati per affrontare i mille problemi che il nostro territorio subisce ogni giorno, ma vi chiedo, gentilmente, di ritagliare un pò del vostro prezioso tempo e di venire alla riunione di mercoledì 31 Marzo.
Grazie del tempo concesso a queste righe,
Per qualsiasi informazione e precisazione a riguardo, contattatemi, sarò lieto di condividere con tutti voi questo percorso.
Perchè si scrive Acqua, ma si legge Diritto alla Vita e alla Democrazia.

Vianello Giovanni, Comitato Pugliese Acqua Bene Comune, jvianello (ciocciola)gmail.com
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In vista dell’organizzazione per la raccolta firme per il REFERENDUM abrogativo delle norme che hanno privatizzato l’acqua, è stata convocata una riunione regionale per MERCOLEDI’ 31 MARZO ore 16.30, presso l’OSSERVATORIO SUD (Via Buccari, 120/b – BARI).
o.d.g.
- presentazione dei quesiti referendari
- costituzione del Comitato promotore referendario Pugliese
- organizzazione delle iniziative di raccolta firme e altre a sostegno del referendum
E’ importante che tutte le associazioni e le realtà che fanno parte del Comitato prendano parte alla riunione. Chi fosse per qualche motivo impossibilitato a farlo e intende, comunque, partecipare attivamente alla raccolta firme per il Referendum deve darne comunicazione al seguente indirizzo: segreteriacomitatopugliese@gmail.com

giovedì 18 marzo 2010

Tutti in consiglio ai Tamburi!

Primo consiglio circoscrizionale sul tema ambientale in 3 anni. Si parlerà soprattutto del presunto inquinamento del terreno, per la presenza di Berillio in particolare, che impedirebbe il rifacimento del manto stradale. Un ulteriore passo verso la prova inconfutabile del danno e della sua origine!

Mal'aria industriale: altro che automobili!

11 marzo- Mal'aria Industriale
Iniziative e presidi nei principali siti industriali del nostro Paese per chiedere l'adeguamento degli impianti obsoleti e inquinanti ai parametri europei.

Il libro bianco sull’inquinamento atmosferico da attività produttive che denuncia il trend degli inquinanti industriali in aumento.
Malaria industriale Legambiente 2010

“Mal’Aria Industriale 2010” condanna Taranto

Il rapporto sulla qualità dell’aria parla chiaro: Taranto al primo posto tra le 33 città per PM10 e terza per emissioni di ossidi di azoto

Compie 18 anni (nato nel lontano 1992) il rapporto di Legambiente denominato Mal’Aria Industriale 2010, il libro bianco sull’inquinamento atmosferico da attività produttive che denuncia il trend degli inquinanti industriali in aumento. Da allora, fino ad oggi, gran parte delle città italiane sono passate sotto la lente di ingrandimento di Legambiente e del suo rapporto che ha evidenziato un grosso problema: le nostre città, tutte o quasi, sono assediate dal traffico, soffocate dai gas di scarico delle auto e delle grandi industrie, ingrigite dallo smog. In Italia, secondo i dati presi in considerazione, è boom di inquinamento atmosferico prodotto da fonti industriali. Tra il 2006 e il 2007, infatti, sono saliti a +15% gli Ipa (idrocarburi policiclici aromatici), a +6% le diossine e i furani, a +5% cadmio e +3% cromo. E’ con questi dati che l’industria italiana si conferma come la principale fonte di microinquinanti scaricati in atmosfera, producendo il 60% del cadmio totale, il 70% delle diossine, il 74% del mercurio, l’83% del piombo, l’86% dei Policlorobifenili (PCB), l’89% del cromo, fino al 98% dell’arsenico. Cifre preoccupanti che non hanno destato lo stesso allarme dell’inquinamento causato dal traffico privato poiché, a parte qualche rara eccezione come il polo siderurgico della nostra Taranto, la fonte industriale, non è ancora entrata nell’immaginario collettivo come un problema da affrontare. Eppure l’industria contribuisce in modo molto sensibile alla Mal’Aria del Paese: con il 26% di PM10 emesso a livello nazionale, un livello di emissioni superiore a quello prodotto dal trasporto stradale (che incide sul totale solo per il 22%, ma che diventa la prima fonte di emissione nei centri urbani). Oltre alle polveri sottili, la fonte industriale scarica, poi, in atmosfera il 79% degli ossidi di zolfo (SOx) – ormai insignificanti nel settore dei trasporti grazie alle specifiche sempre più stringenti sulle concentrazioni di zolfo nei carburanti – e il 23% degli ossidi di azoto (NOx), precursore della produzione del PM10 secondario e dell’ozono, inquinante tipicamente estivo. Passando dai macro ai microinquinanti, il contributo delle attività produttive denunciato da Mal’aria Industriale si conferma come davvero rilevante: ad eccezione del benzene (le emissioni industriali contribuiscono “solo” per il 15% rispetto al totale), degli IPA (34%) e del nichel (35%) infatti, l’industria italiana è la principale fonte di microinquinanti scaricati in atmosfera, con almeno il 60% del contributo totale come nel caso del cadmio, fino ad arrivare al 98% nel caso dell’arsenico. Ma analizziamo cosa succede in casa nostra. Nel rapporto si legge: “Secondo il Quinto rapporto sulla qualità dell’ambiente urbano di Ispra pubblicato nel 2009, Taranto si colloca al primo posto tra le 33 città considerate per emissioni di PM10:5.216 tonnellate all’anno in termini di valore assoluto, di cui il 92% imputabile proprio al settore industriale. La città si distingue anche per le emissioni di ossidi di azoto: si colloca al terzo posto con 17.712 t di NOx, in valore assoluto, dopo Venezia (19.318 t) e Roma (27.533 t)”. Altre informazioni utili arrivano dalla “Relazione sui dati ambientali dell’area di Taranto” di Arpa Puglia presentata nell’ottobre 2009. Secondo l’Agenzia “la presenza di microinquinanti nei campioni di aria ambiente e di polveri aerodisperse è attribuibile alle emissioni del comparto industriale, avendo provato una evidente direzionalità dell’inquinamento”.Oltre alle note criticità sulle diossine, secondo Arpa “permane la criticità per i microinquinanti organici IPA, in riferimento al benzo(a)pirene, con valori superiori a 1 ng/m3 (limite imposto dal D. Lgs.152/07)”. Vale la pena ricordare che a Taranto ci sono numerose fonti industriali di idrocarburi policiclici aromatici, la più importante delle quali è costituita dall’Ilva. Per dare la dimensione del problema secondo l’Ispra l’emissione totale di IPA della provincia di Taranto è circa il 75% di quella regionale e il 23% di quella nazionale. Secondo Arpa “le deposizioni atmosferiche totali (secche e umide) di IPA totali e Benzo(a)pirene misurate in area di Taranto e Statte eccedono i valori riscontrabili in letteratura per siti di analoga classificazione (urbana/industriale). Risulta particolarmente elevata la deposizione di BaP misurata per la stazione di campionamento nel Rione Tamburi, Taranto”. Nella tabella che segue riportiamo i valori dei microinquinanti rilevati dall’Arpa Puglia in due campagne di monitoraggio effettuate nei mesi di agosto 2008 e marzo 2009: il rione Tamburi continua a far registrare alte concentrazioni di benzo(a)pirene, con con valori che arrivano fino a 1,3 ng/m3 per questo superiori al limite di legge di 1 ng/m3.
I monitoraggi vento selettivi hanno evidenziato che esiste ovviamente una netta direzionalità dell’inquinamento dall’area industriale verso le centraline. Stando a quanto riportato dall’Arpa nella pubblicazione dell’ottobre 2009, le concentrazioni di IPA provenienti dal settore sottovento all’area industriale sono 12 volte superiori a quelle rilevate sopravento nel sito Tamburi Chiesa e circa 18 volte superiori a quelle del sito Tecnomec. Dal rapporto di concentrazione tra campioni sottovento e sopravento, emerge che la concentrazione di Benzo(a)pirene nel quartiere Tamburi/Chiesa è la più alta (92 volte superiore!) ed è dovuta alla vicinanza con l’Ilva e in particolare con le cokerie.
Antonello Corigliano (Pugliapress, martedì 16 marzo)

Attenzione al ritorno del "principe degli zeloti"!


La (nuova) primavera del patriarca
di Giorgio Mottola

«Posso dedicare una canzone ai detenuti della casa circondariale di Lecce?». Il conduttore del programma televisivo accetta di buon grado la proposta della ragazza che ha telefonato. L’anchorman è un certo Tony Barletta. Un pugliese con pizzetto luciferino e tic inquietanti. Di mestiere fa il cantante neomelodico: «Siamo sempre vicini a tutti i carcerati pugliesi», risponde alla donna. E attacca a cantare in napoletano una canzone che parla di quanto sia ingiusto lo Stato, che con il carcere divide due persone che si amano.
Tutto questo va in onda ogni sera sulla nuova televisione di Giancarlo Cito: Tbm si chiama,...

Cementir, a che punto siamo?

Ing. Antonello Antonicelli Reg Puglia Ambiente
cc. ARPA Puglia, Sindaco di Taranto,
Presidente della Provincia di Taranto

Egregio ing. Antonicelli,
corre voce che la Regione Puglia stia per concedere l'AIA alla Cementir di Taranto. A nome dell'associazione PeaceLink di cui sono portavoce del nodo di Taranto e d'intesa con il movimento civile ed ambientalista di Taranto, le chiedo di farci conoscere al più presto il parere istruttorio e le conclusioni elaborate dalla preposta struttura regionale, come ha fatto il Ministero dell'ambiente per gli analoghi procedimenti di responsabilità centrale (ENI, ILVA, EDISON, ecc..)
Con viva cordialità.
Biagio De Marzo, Peacelink


CEMENTIR ITALIA S.R.L. - PROCEDURA DI V.I.A.
Data: 28/10/2009
Procedura V.I.A. per i seguenti progetti:

1) progetto relativo all'uso del CDR
2) progetto relativo all'uso delle ceneri volanti
3) progetto relativo all'uso della scaglie di laminazione e dei rifiuti di refrattario

Sedi ove è possibile la consultazione:
1) Comune di Taranto
2) Provincia di Taranto, Settore Ecologia ed Ambiente, Via Lago di Bolsena n° 2
Si precisa che tutta la documentazione tecnica è disponibile presso il Servizio V.I.A. del Settore Ecologia ed Ambiente della Provincia di Taranto, il cui accesso sarà consentito ai soggetti interessati ai sensi della L. 241/1990

142 via Sintesi Non Tecnica002 via Studio Impatto Ambient Ale 006