sabato 6 dicembre 2008
Grande corteo per la Thyssen: Taranto rappresenta la Puglia dei morti sul lavoro
TORINO - «Tutti sono responsabili delle morti sul lavoro: dobbiamo spingere i nostri politici a fare di più e i sindacalisti a tutelare la sicurezza del lavoro». E’ l'appello di Francesca Caliolo, vedova di un operaio morto all’Ilva di Taranto nell’aprile del 2006, che oggi ha partecipato al corteo per le vittime della Thyssen. Prendendo la parola di fronte al Palagiustizia di Torino, dove si è concluso il corteo promosso dall’associazione 'Legami d’acciaiò, Francesca Caliolo ha detto: «Ho fatto più di mille chilometri per essere qui perché sono vicina alle famiglie dei sette operai morti nel rogo della Thyssen. Mio marito è morto due anni e otto mesi fa, ma il processo non si è ancora avviato. Vorrei che ci fosse un Guariniello per proteggere tutti i lavoratori d’Italia, ma purtroppo non è così». La donna si è poi rivolta ai giovani: «Scusateci perché non siamo capaci di proteggervi – ha detto loro – ma voi non dovete arrendervi, dovete lottare per ottenere quello che noi non siamo riusciti ad avere».
UN LUNGO CORTEO DOLOROSO
Un applauso davanti al Palagiustizia di Torino per ricordare le sette vittime della Thyssen ad un anno dalla tragedia. Così si è concluso il corteo promosso dall’associazione 'Legami d’acciaio' a cui hanno partecipato, secondo gli organizzatori, circa 5.000 persone, tra famigliari delle vittime, compagni di lavoro, studenti e rappresentanti di altre realtà industriali, dalla Eternit di Casale, all’Ilva di Taranto, al Molino Cordero di Fossano, nel cuneese, dove una esplosione è costata la vita a cinque operai. Tra i numerosi striscioni anche quello degli studenti anche liceo scientifico 'Darwin' di Rivoli dove qualche settimana fa è morto un giovane 17enne pre il crollo di una controsoffittatura. «Di scuola e di lavoro non si può morire, da Rivoli alla Thyssen per non dimenticare», recitava la scritta a fianco a quelle di associazioni e sindacati autonomi che chiedevano più sicurezza sui luoghi di lavoro.
Il lungo corteo a cui hanno aderito Prc, Comunisti italiani e Sinistra critica, dallo stabilimento di corso Regina Margherita ha raggiunto il tribunale torinese ed è stato scandito da testimonianze di famiglie di vittime del lavoro, non solo della Thyssen ma anche di altre realtà italiane che hanno voluto raccontare le loro esperienze.
La manifestazione ha fatto seguito alla cerimonia religiosa svoltasi questa mattina nella cappella del cimitero monumentale di Torino. Una messa a cui hanno partecipato famigliari e amici dei sette operai morti sulla linea 5, che poi si sono uniti al corteo dopo aver sostato davanti all’albero totem di fronte allo stabilimento insieme ad una delegazione di lavoratori dell’azienda.
«Siamo soddisfatti, è stata una manifestazione riuscita - ha commentato al termine Ciro Argentino, uno dei rappresentanti dell’associazione 'Legami d’acciaiò- ed è un’iniziativa che cercheremo di ripetere ogni anno, rendendola magari itinerante per raggiungere i luoghi dove maggiori sono le criticità. Se c'è un rammarico -ha aggiunto Argentino - è che ci aspettavamo una maggiore partecipazione del popolo operaio che da sempre caratterizza il capoluogo piemontese. Per questo rinnoviamo l’appello a partecipare numerosi al processo che si aprirà il prossimo 15 gennaio». (La Gazzetta del Mezzogiorno)
Argomenti
corteo,
incidente,
legami d'acciaio,
morti bianche,
sicurezza,
thyssen
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento