sabato 29 marzo 2014

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Vendesi convento del ’600 nella città vecchia. La protesta del Comitato per Taranto


Il demanio mette all'asta, senza importo minimo ed al migliore offerente, uno dei grandi complessi edilizi di sua proprietà

Vendesi in zona centro un immobile con accesso principale da corso Vittorio Emanuele II.
Potrebbe sembrare un annuncio come tanti, ma riguarda l’ex Convento S. Domenico Maggiore Monteoliveto, realizzato nella prima metà del 1600, dichiarato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali di interesse storico-artistico.
A dare la notizia è il Comitato per Taranto, che in una nota scrive: “Il demanio mette all’asta, senza importo minimo ed al migliore offerente uno dei tre grandi complessi edilizi di sua proprietà nella Città Vecchia di Taranto (gli altri due sono la Capitaneria di Porto ed il Castello Aragonese), sede, un tempo, del Distretto Militare e dell’Ente morale Paolo VI. Si tratta dell’ex-convento appartenuto agli Olivetani, ai Gesuiti ed ai Domenicani, annesso alla chiesa di Monteoliveto”.
Secondo il comitato si tratterebbe di un’ingiustizia, che priverebbe i cittadini di un tesoro: “Tutto il complesso è chiuso da decenni – si legge nel comunicato – così come la chiesa, un gioiello di architettura sbarrato per rischio di crollo e condannato a peggiori rovine. I locali del convento hanno un affaccio diretto ed imponente sul lungomare e un chiostro interno da riportare al suo splendore. Siamo di fronte all’ennesimo caso di un bene pubblico di altissimo valore che perde la sua potenziale funzione strategica per diventare preda della speculazione selvaggia? Data la localizzazione molto rilevante in un contesto da recuperare socialmente ed economicamente, non era meglio partire da un progetto basato su uno studio di fattibilità, per poi attivare procedure di project financing o appalti concorsi a capitale misto?”
Una storia che si ripete secondo il Comitato per Taranto, che conclude: “Sembra il solito copione, da un lato i ministri vengono a fare la passerella in città vecchia riempendosi la bocca di promesse, dall’altro i loro ministeri si sbarazzano appena possono dei pesi immobiliari regalandoli al primo arrivato”. (Corriere di Taranto)

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