Concluse le analisi nel Mar Grande. Cozze vendibili, ma dopo la stabulazione
Mar Grande, potrebbe arrivare presto la classificazione delle acque antistanti il Lungomare dove tre diverse aziende (la Ittica Cielo Azzurro, la coop Arcobaleno e la coop Pescatori Due Mari), messe purtroppo ko dai livelli di inquinamento di diossine e pcb (policlorobifenili) nel primo seno di Mar Piccolo, hanno trasferito i propri
impianti. Si è, infatti, concluso il periodo necessario all'Asl per effettuare i campionamenti delle acque (due al mese per sei mesi) per le analisi di carattere batteriologico. Il periodo si è, comunque, protratto anche oltre i sei mesi previsti a causa delle condizioni meteorologiche e della disponibilità delle stesse società, ma finalmente allo scadere dei tempi previsti e, soprattutto, una volta registrate tutte analisi sostanzialmente prive di criticità, la Asl ha dato il suo nulla osta ed avviato la procedura per la richiesta di classificazione da parte della Regione. La proposta è che le acque di Mar Grande destinate agli impianti di mitilicoltura siano classificate di tipo B. il che significherà che le cozze li prodotte dovranno passare dagli impianti di stabulazione prima di essere portate alla commercializzazione.
Di fatto, comunque sia, è (quasi) l'ok alla vendita di prodotto il cui seme deriva sempre dal primo seno di Mar Piccolo da dove deve essere trasferito quando è ancora in fase molto iniziale di sviluppo. E' sempre l'Asl a porre il divieto di movimentazione dopo una certa fase, scaduta alla fine di febbraio anche quest'anno. Il direttore del Dipartimento di Prevenzione dell'A l Ta, Michele Conversano, ed il dirigente del settore veterinario, Teodoro Ripa, tirano un sospiro di
sollievo. L'incubo degli anni passati, dopo il blocco totale della movimentazione di prodotto dal primo seno dove circa tre anni fa le analisi rivelarono una
preoccupante presenza di diossine e pcb ed un quantitativo ingente di prodotto già maturo e pronto alla commercializzazione fu invece portato al macero, fmalmente sembra diradarsi un po'. Non ritrovano del tutto ancora la propria serenità, tuttavia, i mitilicoltori per questioni più burocratico-amministrative a causa, ad esempio, dei continui intoppi nel rilascio delle autorizzazioni. Sul fronte sanitario, però, le notizie appaiono essere più rasseneranti anche perché quel tratto di mare
è interessato alla presenza di scarichi di emergenza dell'acquedotto.
L'aver confermato per tutto questo tempo valori ben al di sotto di qualsiasi soglia di attenzione fa ritrovare un clima di fiducia. Del resto tutta la rimanente area di Mar Grande è già classificata di tipo B. La stessa cosa per il secondo seno di Mar Piccolo. Va ancora meglio nell'area a ridosso della zona Tarantola, di recente tornata ad essere classificata di tipo A (nessuna stabulazione necessaria) dopo un periodo di declassamento. Intanto, una volta che giungerà la classificazione ufficiale della zona Lungomare e la commercializzazione delle cozze sarà avviata, l'Asl proseguirà le sue indagini che, a quel punto, non saranno più solo di natura
microbiologica, ma saranno anche di natura biotossicologica e chimica (alla ricerca, come accade nel secondo seno, di eventuale pre enza di lpa, diossine, metalli pesanti). Ovviamente, si spera che la produzione possa gradualmente ripartire. (MARIA ROSARIA GIGANTE- GdM, venerdì 28 marzo p.9)
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