venerdì 14 marzo 2014

Dalla polvere rossa a quella rosa. Tutto bene per l'ARPA?

I dati di qualità dell'aria del 2013 registrati nelle stazioni di monitoraggio del quartiere Tamburi di Taranto e, per confronto, in altri siti non collocati nell'area industriale, rivelano un decremento degli inquinanti provenienti dall'Ilva e alle altre aziende dell'area industriale. E' quanto emerge dalla relazione del direttore generale di Arpa Puglia, Giorgio Assennato. I dati vanno messi anche in relazione alla fermata di alcuni impianti del Siderurgico e a un calo di produzione. (ANSA)

Inquinamento atmosferico a Taranto. ARPA Puglia: buoni segnali

L’ARPA Puglia ha pubblicato una relazione (clicca qui per scaricare il documento) sulla qualità dell’aria registrata nel 2013 nelle stazioni di monitoraggio del quartiere Tamburi di Taranto e nel comune di Statte confrontati con i dati registrati in altri siti non collocati all’area industriale.
Nel rapporto si osserva come le concentrazioni di PM10 (Particulate Matter o Materia Particolata – indica un’ipotetica sfera di polvere sottile uguale o inferiore a 10 µm [micron], cioè 10 millesimi di millimetro), tendano ad aumentare nel periodo estivo, a causa delle polveri del deserto del Sahara spinte dai venti verso la nostra regione soprattutto in quei mesi. Mentre le concentrazioni annuali di PM10 rimangono pressoché costanti durante tutto il periodo, con un decremento a partire dal 2012 nelle stazioni del quartiere Tamburi.
Lo studio, evidenzia, inoltre,  come la differenza delle concentrazioni tra quartiere Tamburi e Via Alto Adige diminuisca nel 2013 rispetto agli anni precedenti. Questa diminuzione è sicuramente dovuta, oltre alla riduzione della produzione industriale degli ultimi anni, a una serie di misure di risanamento messe in atto a partire da settembre 2012 e volte a limitare il carico delle emissioni industriali nei cosiddetti wind days, cioè i giorni di elevata ventosità, in cui l’agglomerato urbano si trova sottovento al polo industriale.
Nei wind days, infatti, gli stabilimenti dell’area industriale soggetti ad AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) devono adottare accorgimenti tali da ridurre del 10% le proprie emissioni diffuse e convogliate di PM10 e BaP (Benzo(a)Pirene) in atmosfera rispetto ai valori medi giornalieri. Questo miglioramento trova riscontro anche considerando il numero di superamenti di PM10, al netto di quelli che derivano dai fenomeni di avvezione sahariana.
Il BaP, è specificato nella ricerca, è determinato sui filtri di PM10 campionati giornalmente nelle stazioni di Machiavelli, Alto Adige e Talsano. Dal mese di aprile 2013 sono stati prelevati e analizzati filtri di PM10 anche presso la Scuola Deledda al quartiere Tamburi. (Per il BaP, il D. Lgs 155/10 fissa un valore obiettivo annuo di 1 ng/m3).
Nella relazione, a titolo di esempio, sono riportate le concentrazioni di BaP registrate in alcune città pugliesi e italiane nel periodo 2011-2013. Nel biennio 2011-2012 il BaP a Taranto è a livelli paragonabili a quelle di diverse altre aree urbane italiane, nel 2013 le concentrazioni sono dello stesso livello di quelle delle altre città pugliesi (le uniche per le quali si dispone di dati al momento della redazione del report); in alcuni casi è inferiore a quelli registrati in altri contesti, come la Lombardia.
Nel report sono inoltre indicate le tabelle relative ai valori di IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici –  provengono in larga misura dai gas di scarico delle autovetture), degli ossidi di azoto, del benzene, quindi i dati prodotti dalla rete di monitoraggio della qualità dell’aria interna allo stabilimento siderurgico ILVA, precisando che gli stessi dati non sono soggetti ai limiti del D. Lgs.155/10, perché provenienti da postazioni interne ad un ambiente di lavoro. (Ambienteambienti)

Qualità dell'aria a Taranto nell'anno 2013
E' disponibile la Relazione di ARPA Puglia contenente i dati di qualità dell’aria registrati nel 2013 nelle stazioni di monitoraggio del quartiere Tamburi di Taranto e confrontati con i dati registrati in altri siti non collocati all’area industriale.
Ecco la relazione, scaricata da qui 
 

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