venerdì 28 marzo 2014

Noi stiamo con le tartarughe!

Nuovo sviluppo della saga processuale del famigerato Tartarugaio!


Per dirla con Legambiente:

Tartarugaio: a luglio il processo. Per Legambiente è un Ecomostro In otto a processo per l'inchiesta sul Tartarugaio, sequestrato a luglio dell'anno scorso dalla Guardia di Finanza.
Si tratta di  dipendenti e dirigenti del Comune di Taranto:   Antonio Liscio, Cosimo De Leonardis, Silvio Rufolo,  Pasquale Manfreda, Cataldo Russo, Fabio Massimo Fago, Antonio Mancinio, e del progettista della prima e seconda variante, l'ingegner Gianfranco Tonti. Il processo inizierà il 2 luglio.
Legambiente aveva espresso la sua assoluta contrarietà alla realizzazione dell'opera e denunciato pubblicamente  l'intervento, definito fin dall'inizio come "un indesiderato e velenoso fungo" .
Di tutto la Città Vecchia di Taranto aveva bisogno tranne che di questa colata di cemento, di questo spreco di denaro pubblico che modifica il "volto" dell'Isola e che non rientra nello spirito del Piano Blandino.
L'abbiamo detto e lo ripetiamo: è come se accanto al Colosseo fosse data l'autorizzazione ad edificare una casupola, in un ipotetico stile "romano" e si pretendesse di far digerire ai cittadini tale intervento come un utile ed importante orpello per valorizzare l'antico. Assurdo.
Per questo avevamo chiesto all'Amministrazione Comunale di ripensare l'intervento, consultando i cittadini, gli ordini professionali, tutti i portatori di interesse, e scritto al Soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Lecce, Brindisi e Taranto chiedendo spiegazioni per gli stringatissimi pareri favorevoli espressi dalla Sovrintendenza. Ma le nostre richieste sono rimaste senza esito.
Ora ci sarà il processo per verificare la presenza, o meno, di abusi edilizi. Gli accertamenti della Magistratura hanno evidenziato un intervento di colmata che non sarebbe stato autorizzato dalla Regione Puglia e che violerebbe le norme di salvaguardia e attuazione del nuovo piano regolatore del porto. Il P.M. Bruschi ha contestato anche la violazione del piano particolareggiato vigente, il piano "Blandino".
Non sappiamo quale sarà l'esito del processo: per noi la costruzione del cosiddetto tartarugaio resta, in ogni caso, un  "pugno nell'occhio", un ecomostro. (Legambiente)

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