giovedì 6 marzo 2014

Bel team!

Ambiente Svenduto, Ilva: “Tutti a processo”

Ricalcando l’emissione degli avvisi di conclusione delle indagini, sono 53 le richieste di rinvio a giudizio nell’indagine sul disastro ambientale causato dall’Ilva: si tratta delle persone indagate e delle tre società coinvolte.
Concussione ai danni del direttore generale dell’Arpa Puglia, Giorgio Assennato, è l’accusa per il presidente della Regione, Nichi Vendola.
Nell’elenco ci sono, con contestazioni a vario titolo, politici, funzionari ministeriali e regionali, oltre alla famiglia Riva ed ai vertici del Siderurgico. Chiesto il processo per l’assessore regionale all’Ambiente, l’ex magistrato Lorenzo Nicastro, l’ex assessore alle politiche giovanili ed oggi parlamentare di Sel Nicola Fratoianni, accusati di favoreggiamento nei confronti di Vendola, come il direttore generale dell’Arpa, Giorgio Assennato. Nella lista c’è Donato Pentassuglia, consigliere regionale Pd accusato di favoreggiamento nei confronti dell’ex pierre Ilva Girolamo Archinà. Favoreggiamento nei confronti di Archinà è la contestazione per don Marco Gerardo, segretario dell’ex arcivescovo monsignor Papa (l’ex vescovo non risulta indagato).
Sul fronte aziendale, spiccano i nomi degli arrestati del 26 luglio 2012, il patron Emilio Riva, di suo figlio Nicola Riva, oltre che di Luigi Capogrosso, direttore dello stabilimento, Marco Andelmi, capoarea parchi, Angelo Cavallo, capo area agglomerato, Ivan Dimaggio, capo area cockerie, Salvatore De Felice, capo area altoforno e Salvatore D’Alò, capo area acciaieria 1 e 2 e capo area Crf, che rispondono del disastro ambientale, oltre a Fabio Riva, Luigi Capogrosso e il già citato Archinà; il presidente dell’azienda, Bruno Ferrante, e il direttore Adolfo Buffo, vennero denunciati nell’ambito dell’operazione che porta al sequestro dell’acciaio prodotto quando la fabbrica era sotto sequestro senza facoltà d’uso. Altro uomo Ilva di cui emerge il nome è quello dell’avvocato Francesco Perli, che avrebbe avuto i contatti con Luigi Pelaggi, membro della commissione ministeriale guidata da Dario Ticali, che stilò l’Aia del 2011.
Non manca l’ex presidente della provincia di Taranto, Gianni Florido, insieme all’ex assessore provinciale all’ambiente Michele Conserva, con l’accusa di aver fatto pressione su alcuni dirigenti perché concedessero all’Ilva l’autorizzazione all’utilizzo delle discariche interne - cosa fatta poi, per decreto, dal Governo. Per omissione in atti d’ufficio è indagato il sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno. Per Cataldo De Michele, ispettore in servizio alla Digos, l’ipotesi di reato sarebbe rivelazione di segreti d’ufficio. Lanfranco Legnani, Alfredo Ceriani, Giovanni Rebaioli, Agostino Pastorino ed Enrico Bessone, gli uomini di fiducia dei Riva in fabbrica, rispondono del cosiddetto ‘governo ombra’. Indagato per la presunta mazzetta consegnatagli da Archinà è l’ex rettore del Politecnico di Taranto, e consulente della Procura, Lorenzo Liberti.
Ora parola passa al Gup. (TarantoBuonasera)

 

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