di Angelo Pagliaro 19/02/2009
"Dovremo imparare a non distogliere l'attenzione dai nostri veri nemici: Settani, Bagnardi & C. La misura della loro determinazione ad andare avanti: circa 150 € a metro cubo ciò che pagano le imprese alle discariche per seppellire i rifiuti pericolosi, da moltiplicare per i 2'200'000 metri cubi del terzo lotto, quelli dei primi due lotti, quelli di un futuro quarto lotto, più tutti gli ampliamenti che ci saranno, più eventuali "extra"derivanti all'impossibilità di controllare tutto ciò che di volta in volta viene sversato".
Il documento, di cui abbiamo citato solo un brano, redatto dalla comune libertaria salentina di Urupia dal titolo "Divide et impera", riassume l'intera vicenda del massacro culturale e del disastro territoriale che si sta perpetrando tra Grottaglie e S.Marzano di S.Giuseppe, in un'area che abbraccia due province: Brindisi e Taranto. I signori delle discariche, dei rifiuti tossici e nocivi, dell'arricchimento facile e senza scrupoli hanno dichiarato guerra a intere comunità pacifiche, al territorio e al futuro stesso di questa meravigliosa terra.
Anni ed anni di battaglie legali per evitare la proliferazione dei lotti da destinare a discarica, l'impegno contro le innumerevoli discariche abusive disseminate in tutta la Puglia (nei primi otto mesi del 2007 i militari hanno sequestrato addirittura un milione di metri quadri adibiti a discariche abusive, e denunciato 167 responsabili) non sono serviti a fermare i saccheggiatori del territorio. E allora l'unica strada che rimane è quella dell'interposizione pacifica delle popolazioni per evitare l'afflusso continuo di autotreni pieni di rifiuti non meglio identificati. Sembra di rivedere le stesse scene di Gaza dove i pacifisti cercano di difendersi dalle ruspe israeliane che avanzano per demolire case e campi coltivati. La polizia che strattona i manifestanti sdraiati per terra, qualcuno si sente male, arrivano le ambulanze e con esse le denunce, i fermi, le indagini, la persecuzione in nome di una legge che, alla fine, garantisce gli speculatori, gli avventurieri, i mestieranti della politica. La presenza di giornalisti e reporter ha fatto si che l'intera vicenda fosse continuamente documentata. Le televisioni locali hanno riservato grande attenzione alle manifestazioni ed alle azioni dei vari presidi, nati dal basso, e alcuni filmati sono stati postati su you tube.
Visualizzando alcuni di questi filmati si vedono festosi cortei accompagnati dalle musiche di bande musicali improvvisate e dalle performance degli artisti di strada che divertono bambini e ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado alla loro prima esperienza di lotta. Urlare il proprio no in una terra che vive di agricoltura e che da millenni è stata il crocevia di culture e di popoli (Normanni, Svevi, Aragonesi, Spagnoli) è un dovere morale a cui questi cittadini vogliono assolvere. Ma insieme ai video che riprendono cortei rumorosi, festosi e colorati ve ne sono altri in cui si vede la forza pubblica interviene per rimuovere gli "ostacoli umani" che si frappongono pacificamente all'ingresso del terzo lotto per evitare che altri carichi di veleni, trasportati da autotreni, possano avvelenare la loro terra, quella terra che ha garantito loro un lavoro libero e liberato e che costituisce l'unica fonte di reddito. Anziani, donne, uomini del Salento che si abbracciano formando una catena umana, sdraiati al suolo forti come Anteo grazie a questo contatto quotidiano con la madre terra. Prima che ogni speranza muoia, un appello ai giudici: concluse le indagini, conferite ai fermati, ai denunciati, ai vessati, il giusto riconoscimento per l'alto valore morale di questa resistenza pacifica, per il senso di responsabilità dimostrato nel difendere il territorio e quindi la salute dei loro e dei vostri figli!
Il documento, di cui abbiamo citato solo un brano, redatto dalla comune libertaria salentina di Urupia dal titolo "Divide et impera", riassume l'intera vicenda del massacro culturale e del disastro territoriale che si sta perpetrando tra Grottaglie e S.Marzano di S.Giuseppe, in un'area che abbraccia due province: Brindisi e Taranto. I signori delle discariche, dei rifiuti tossici e nocivi, dell'arricchimento facile e senza scrupoli hanno dichiarato guerra a intere comunità pacifiche, al territorio e al futuro stesso di questa meravigliosa terra.
Anni ed anni di battaglie legali per evitare la proliferazione dei lotti da destinare a discarica, l'impegno contro le innumerevoli discariche abusive disseminate in tutta la Puglia (nei primi otto mesi del 2007 i militari hanno sequestrato addirittura un milione di metri quadri adibiti a discariche abusive, e denunciato 167 responsabili) non sono serviti a fermare i saccheggiatori del territorio. E allora l'unica strada che rimane è quella dell'interposizione pacifica delle popolazioni per evitare l'afflusso continuo di autotreni pieni di rifiuti non meglio identificati. Sembra di rivedere le stesse scene di Gaza dove i pacifisti cercano di difendersi dalle ruspe israeliane che avanzano per demolire case e campi coltivati. La polizia che strattona i manifestanti sdraiati per terra, qualcuno si sente male, arrivano le ambulanze e con esse le denunce, i fermi, le indagini, la persecuzione in nome di una legge che, alla fine, garantisce gli speculatori, gli avventurieri, i mestieranti della politica. La presenza di giornalisti e reporter ha fatto si che l'intera vicenda fosse continuamente documentata. Le televisioni locali hanno riservato grande attenzione alle manifestazioni ed alle azioni dei vari presidi, nati dal basso, e alcuni filmati sono stati postati su you tube.
Visualizzando alcuni di questi filmati si vedono festosi cortei accompagnati dalle musiche di bande musicali improvvisate e dalle performance degli artisti di strada che divertono bambini e ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado alla loro prima esperienza di lotta. Urlare il proprio no in una terra che vive di agricoltura e che da millenni è stata il crocevia di culture e di popoli (Normanni, Svevi, Aragonesi, Spagnoli) è un dovere morale a cui questi cittadini vogliono assolvere. Ma insieme ai video che riprendono cortei rumorosi, festosi e colorati ve ne sono altri in cui si vede la forza pubblica interviene per rimuovere gli "ostacoli umani" che si frappongono pacificamente all'ingresso del terzo lotto per evitare che altri carichi di veleni, trasportati da autotreni, possano avvelenare la loro terra, quella terra che ha garantito loro un lavoro libero e liberato e che costituisce l'unica fonte di reddito. Anziani, donne, uomini del Salento che si abbracciano formando una catena umana, sdraiati al suolo forti come Anteo grazie a questo contatto quotidiano con la madre terra. Prima che ogni speranza muoia, un appello ai giudici: concluse le indagini, conferite ai fermati, ai denunciati, ai vessati, il giusto riconoscimento per l'alto valore morale di questa resistenza pacifica, per il senso di responsabilità dimostrato nel difendere il territorio e quindi la salute dei loro e dei vostri figli!
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