lunedì 23 febbraio 2009

Accordi & Disaccordi

Nuovo accordo sulla diossina, la posizione di Peacelink
20 febbraio 2009 - Alessandro Marescotti (Peacelink)

Il compromesso raggiunto a Roma sulle emissioni di diossina dell'Ilva presenta alcuni elementi positivi.

1) Non viene messa più in dubbio la legittimità costituzionale della legge regionale antidiossina.
2) La legge regionale non viene modificata ed è mantenuto l'obiettivo più qualificante, ossia il limite di 0,4 nanogrammi per metro cubo entro dicembre 2010.
3) Si infittiranno i controlli sul camino E312 dell'impianto di agglomerazione dell'Ilva.

Chiederemo però che venga mantenuto il "campionamento in continuo" ossia quel sistema di controllo costante 24 ore su 24 che costituisce uno dei punti qualificanti della legge. Il sistema di controlli previsto dal "compromesso romano" è basato su misurazioni diurne che dureranno 8 ore mentre continueranno a non essere misurate le emissioni notturne che costituiscono uno degli elementi di maggiore preoccupazione.

Nonostante sia positivo che i controlli si infittiscano, appare necessario che si passi quanto prima ad un controllo "continuativo" e non "a intermittenza". Il controllo costante 24 ore su 24 è consentito dalle attuali tecnologie di "campionamento continuo". Riteniamo che il "campionamento continuo" renda più lineare, chiara e trasparente la procedura di verifica del rispetto dei limiti.

Il "compromesso romano" sui controlli appare invece un "papocchio" così confuso e contorto che sembra quasi fatto apposta per creare problemi. Tenere occupati uomini, mezzi e laboratori più volte al mese per le analisi del camino E312 appare una procedura paralizzante mentre il campionamento in continuo automatizza in gran parte la procedura e libera il personale Arpa da impegni inutilmente gravosi.

Infine va detto che il vero "controllore" della bontà dell'intera operazione sarà la pecora: se continuerà a contaminarsi con la diossina allora vuol dire che qualcosa non funziona.
Ecco perché diviene importante il sostegno del movimento ambientalista agli allevatori.

E altrettanto importante diviene il rapporto con i lavoratori dell'Ilva. Ormai è chiaro che la tutela del futuro della fabbrica passa per l'adozione delle migliori tecnologie. Più innovazione tecnologica significa più occupazione. Corrette pratiche di gestione e di manutenzione degli impianti portano più occupazione. Una revisione completa dell'impianto siderurgico in chiave di compatibilità con gli standard ambientali europei porta più investimenti e quindi più lavoro. Questa è la strada da percorrere per il bene dei lavoratori.

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Accordo diossina, ecologisti soddisfatti "Vince il buon senso"
21 febbraio 2009 - Cesare Bechis Fonte: Corriere del Mezzogiorno

TARANTO — L'accordo di Roma sull'applicazione della legge antidiossina ha raccolto un plebiscito di consensi. La sola voce stonata in mezzo al coro è quella del comitato cittadino referendario per la tutela della salute e del lavoro «Taranto Futura» mentre alcune perplessità esprime anche Peacelink che parla di «compromesso romano».
Per il resto il coro è unanime: è prevalso il buon senso, è stato coniugato il diritto alla salute con il lavoro, si volta pagina, è il trionfo del dialogo. Nicola Russo, di Taranto Futura, parla senza mezzi termini di «un gioco delle parti».

Non solo c'è lo slittamento delle date fissate dalla normativa regionale, ma Russo sostiene che «la legge non serve a niente perchè non ha uno spirito precettivo e contiene norme in grado di essere affievolite da un semplice ordine di scuderia, così come è stato fatto con questo ultimo accordo del nulla».
Ma il vero «controllore» della bontà dell'intera operazione sarà la pecora: se continuerà a contaminarsi con la diossina allora vuol dire che qualcosa non funziona. Secondo Peacelink occorre prendere i lati positivi dell'accordo: non viene messa in dubbio la legittimità costituzionale della legge; non viene modificata ed è mantenuto l'obiettivo più qualificante, ossia il limite di 0,4 nanogrammi per metro cubo entro dicembre 2010; si infittiranno i controlli sul camino E312 dell'impianto di agglomerazione dell'Ilva.

Alessandro Marescotti conferma che l'associazione chiederà però «che venga mantenuto il campionamento in continuo ossia quel sistema di controllo costante 24 ore su 24 che costituisce uno dei punti qualificanti della legge » perché, sottolinea, «il sistema di controlli previsto dal compromesso romano è basato su misurazioni diurne che dureranno otto ore mentre continueranno a non essere misurate le emissioni notturne che costituiscono uno degli elementi di maggiore preoccupazione».
Infine Peacelink provocatoriamente afferma che il vero misuratore della diossina sarà la pecora. «Se continueranno ad ammalarsi vuol dire che qualcosa non funziona», riferendosi agli oltre mille capi al pascolo attorno allo stabilimento siderurgico abbattuti perché avvelenati.

Di «buon senso» parla Egidio Di Todaro, presidente della circoscrizione «Tamburi- Lido Azzurro», situata a ridosso degli impianti. «Quello che è venuto fuori da questo incontro - osserva - è solo il punto di partenza anche se è positivo che si cominci a intraprendere azioni serie per la salute dei cittadini. Ora il quartiere Tamburi aspetta una risposta concreta e rassicurante che possa finalmente invertire il senso di marcia e avviare finalmente quella bonifica tanto attesa».

Per Legambiente «finalmente Taranto può voltare pagina» mentre il presidente degli industriali, Luigi Sportelli, pone l'accento «sul ripristino del dialogo fra le parti e sugli effetti sulla ripartenza di tutti gli investimenti, sia in ambito ambientale sia nel senso della continuità produttiva».

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ILVA, il rebus degli operai "aria pulita? no, il lavoro"
21 febbraio 2009 - Giuliano Foschini Fonte: Repubblica

Taranto - Bisognava scegliere, appunto. «Ma la risposta per quanto mi riguarda era obbligata. Prima di pensare a me, io devo dare da mangiare a mia figlia che ha compiuto ora cinque anni. Non ci sono altre parole. Noi siamo come i soldati che vanno in guerra, uno mette anche in conto di poter morire. Soltanto è che noi non combattiamo per la patria ma per l´affitto di casa». Sarà perché circolano queste parole fuori dai cancelli dell´Ilva - guerra, morte, affitto - sarà forse per la paura delle casse integrazioni che ormai si contano in migliaia. Sarà perché come dicono gli operai esperti «all´Ilva non esiste niente di piccolo», ogni cosa è enorme (i cavi, i forni, i fili elettrici, i guadagni, l´inquinamento) e quindi ancora più mastodontica più essere la crisi.
Sarà chissà per quale altra diavolo di ragione, che qui l´accordo raggiunto ieri a Roma ha un sapore ancora più forte, intenso tanto da essere difficile distinguere la bontà dal tanfo: «Noi sappiamo - riassume un sindacalista della Cgil - che questo è un passo importantissimo, fondamentale, direi storico. Siamo davanti a due possibilità in questo momento: o non cambia niente, e allora Taranto perderà o perché continuerà ad avvelenarsi o perché l´azienda decide di chiuderci e mandarci tutti a casa. Oppure cambia tutto e finalmente si riesce a trovare il giusto mezzo tra il lavoro e il rispetto dell´ambiente».
A Taranto però la gente ci crede. Ci credono in burocratese le istituzioni che parlano di «importante accordo istituzionale». Ci credono i sindacati, tutti: la Fiom «apprezza il raggiungimento dell´intesa istituzionale», «tutti i soggetti coinvolti hanno recuperato la capacità di rientrare nel merito e infine, trovato un ottimo equilibrio» dice la Fim, e sostanzialmente le stesse parole arrivano da Cisl e dalla Uil. Sono contenti persino gli ambientalisti: da Roma, Legambiente parla di «un accordo positivo che garantisce la fattibilità dei provvedimenti. Ora Taranto può voltare pagina e respirare aria nuova: è la prova che quando c´è la volontà politica, ambiente lavoro e salute possono coesistere».

Da Taranto quelli di Peacelink, invece, esprimono «soddisfazione». «Non viene messa più in dubbio la legittimità costituzionale della legge regionale antidiossina - dice Alessandro Marescotti - e non viene cambiato nemmeno il limite più qualificante della norma, ossia il limite di 0,4 nanogrammi di diossina dicembre 2010». Peacelink parla però di «papocchio romano» sui controlli: «La procedura indicata è troppo complicata e rischia di diventare quasi inapplicabile».

Sembra credere alla dissoluzione del punto interrogativo di diossina anche la politica. Dice il ministro dell´Ambiente, Stefania Prestigiacomo, che «è stato raggiunto un accordo posititvo per l´ambiente e per il lavoro». «Questo accordo è un esempio di cooperazione» ribadisce il ministro degli Affari regionali, Raffaele Fitto d´accordo per una volta con il presidente della Regione, Nichi Vendola che commenta: «E´ stato fatto un passo avanti e non indietro». «Ilva, accordo storico» strilla una locandina all´edicola del Tamburi. Ci passa accanto la signora Lucia De Biasie, che da 15 anni abita in un condomino affaccio siderurgico. Contenta? «Che devo dire, che qua fin quando non riparano la lampadina di quel lampione sarà sempre pericoloso tornare la sera. Ma tutti se ne fregano».


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