lunedì 16 febbraio 2009

Comunicato stampa congiunto di Altamarea

IL “CASO DI TARANTO E ILVA” ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Negli ultimi giorni il “Caso di Taranto e Ilva” ha visto il coinvolgimento di Governo nazionale, Regione Puglia, Provincia e Comune di Taranto, Istituzioni tecniche pubbliche nazionali e regionali, OO.SS. nazionali e territoriali ed Ilva SpA del Gruppo Riva sulla concessione dell'Autorizzazione Integrata Ambientale all'Ilva di Taranto, senza la quale lo stabilimento non può essere mantenuto in esercizio, e soprattutto sulla recentissima legge della Regione Puglia che definisce i limiti alle emissioni di diossine per gli impianti industriali operanti nel territorio regionale..
Apprendiamo dalla stampa che nella riunione svoltasi il 13 febbraio presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, presenti il Sottosegretario Letta, i Ministri Prestigiacomo e Fitto, il Presidente della Regione Vendola, il Direttore Generale di ARPA Puglia Assennato, i Sindacati nazionali e territoriali e il Vice Presidente di Ilva Fabio Riva, è stato istituito un “tavolo tecnico”, che si riunirà già lunedì 16 febbraio, per valutare quanto sia effettivamente possibile ridurre le emissioni di diossine anche con l’impianto urea che in Ilva si sta costruendo. Si tratterebbe, in realtà, di trovare una sorta di compromesso tra le richieste avanzate dal Gruppo Riva e i parametri imposti dalla legge regionale pugliese. Il Ministro Prestigiacomo, invece, nelle precedenti riunioni del 3 e 11 febbraio al Ministero dell’ambiente si era schierata completamente dalla parte del Gruppo Riva, sponsorizzandone in qualche modo il “ricatto occupazionale”, chiedendo la modifica immediata della legge regionale e minacciando il ricorso alla Corte Costituzionale contro la Regione Puglia.
Il movimento ALTAMAREA, che raggruppa la gran parte delle associazioni ambientaliste e diverse associazioni di volontariato della provincia di Taranto, esprime il proprio profondo dissenso rispetto alle posizioni assunte dal Ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo e chiede con forza il coinvolgimento delle associazioni e del pubblico interessato come previsto dal protocollo di Aarhus.
Su quanto scaturito fin’ora in termini di proposte, ALTAMAREA giudica dilatoria l’istituzione del “tavolo tecnico”, a fronte di una decisione che è soprattutto politica. Oltretutto al “tavolo tecnico” sono concessi solo due o tre giorni di tempo (scadenza dei termini per l’eventuale ricorso alla Corte Costituzionale) per esaminare a fondo una problematica complessa in cui si contrappongono enormi interessi economici e competenze specifiche diverse.
Il ricorso al “tavolo tecnico” ci pare inoltre un'operazione di mera delegittimazione del ruolo di ARPA Puglia, che ha effettuato in più occasioni rilevamenti nelle matrici ambientali ottenendo risultati attendibilissimi e certi in merito agli inquinanti immessi nell'ambiente dall'Ilva di Taranto. Ed è in base a tali risultati, ci preme ricordarlo, che la Regione Puglia ha approntato ed emanato la legge 44. Il 16 dicembre scorso, data della sua approvazione in Consiglio regionale senza nessun voto contrario, Taranto ha riavuto la speranza del futuro.
Lo ribadiamo con tutta la nostra forza: la legge 44 non è affatto un atto ideologico o un mero attacco politico all'attuale Governo, come invece alcuni vogliono far credere. È unicamente un dispositivo che va a colmare una gravissima lacuna in materia ambientale presente nella legislazione italiana, che si distingue per un ritardo vergognoso rispetto agli altri Paesi dell'Unione europea, già da tempo adeguatisi alla direttiva IPPC del 1996. L'Italia è in ritardo di ormai quasi 13 anni rispetto al recepimento nella propria normativa dei parametri dettati dall'Unione; la legge regionale non fa altro che porre rimedio, finalmente e con una precisione doverosa nei parametri prescritti, a tale indecorosa mancanza. Ricordiamo anche che in Germania, in Austria, in Inghilterra, ove il limite di 0,4 nanogrammi/nmc per le diossine è stato da tempo recepito e applicato dalle industrie, non è intervenuta alcuna crisi occupazionale. Nessuna. Vorremmo anche far presente che – e speriamo sia cosa nota – l'attuale decisione di Ilva Taranto di mettere in cassa integrazione oltre 3.000 lavoratori non è dovuta alla legge regionale, ma a una crisi strutturale presente sul mercato internazionale. E vorremmo ancora evidenziare come le operazioni di manutenzione e miglioramento che la legge regionale di fatto impone in materia di emissioni e di sicurezza non hanno altro intento che tutelare anche i diritti dei lavoratori, garantendo da un lato che gli attuali livelli di occupazione vengano accompagnati dalla tutela della loro salute e della loro sicurezza, e dall'altro permettendo che, con le migliorie apportate agli impianti, l'Ilva stessa possa proseguire la propria attività più a lungo nel tempo rispetto a quanto accadrebbe se tali impianti restassero obsoleti oltre che fortemente inquinanti.
ALTAMAREA chiederà formalmente un incontro a Taranto con le organizzazioni sindacali nazionali per mostrare loro dal vivo e in dettaglio la realtà del “caso di Taranto e Ilva”, ovviamente alla presenza dei sindacati territoriali e di categoria che questa realtà conoscono quanto e più di noi, ma che hanno responsabilità specifiche un po’ diverse dalle nostre. L’obiettivo di tale incontro è di assicurare nella maniera più solenne possibile che noi siamo a fianco dei lavoratori e lotteremo con loro per il posto di lavoro e perchè si affermi, per i lavoratori e per i cittadini, il diritto alla vita e alla salute, diritto che non accetta compromessi di sorta. Siamo certi che i Sindacati, a tutti i livelli, sapranno aprire un dialogo con l’intera società civile di Taranto in modo che la tutela dei diritti dei lavoratori dell’Ilva si accompagni alla difesa del loro posto di lavoro al pari del diritto a lavorare in un ambiente salubre e sicuro per loro e per i cittadini.
In ultimo, vogliamo riaffermare ad alta voce la necessità di tutelare, insieme ai lavoratori, la cittadinanza intera di Taranto, mentre l’intenzione del Ministro Prestigiacomo ci pare sia quella di tutelare soltanto l'Ilva. La legge regionale e le norme sull’AIA sono due strumenti potenti e giusti in cui Taranto si riconosce e che ritiene necessari in tutte le loro parti per assicurare un futuro degno di questo nome ai suoi abitanti. Per questo, noi vigileremo e lotteremo con tutti i mezzi a disposizione affinché la legge regionale non subisca alcuna modifica e affinché l'AIA per l’Ilva di Taranto venga concessa entro i termini prestabiliti ma assoggettata a vincoli severi anche rispetto a tutte le altre emissioni inquinanti.
Ai cittadini di Taranto chiediamo pertanto di unirsi a noi nella mobilitazione: l’applicazione della legge regionale sarà la vittoria di Taranto.

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