venerdì 27 febbraio 2009

Comincia la mobilitazione antinucleare! Aderiamo tutti!!!

Parte la mobilitazione dei cittadini, delle associazioni e del mondo dell'informazione. Attivo un forum permanente di sensibilizzazione della cittadinanza costituito da Sos Costa Salento, Coppula Tisa, Associazione culturale 2000, Agesci, Zampa Libera, Pro Civ Arci, Culturambiente, Nuova Messapia, il comune di Alessano e le testate Mondo Radio, Paese Nostro, Tacco D’Italia.
Sulla base dell'accordo di cooperazione stipulato dal governo italiano con la Francia si apre la strada nel nostro paese alla costruzione di almeno quattro nuove centrali nucleari di terza generazione Epr entro dieci anni. Tra le ipotesi in circolazione sui siti dove dovranno sorgere le centrali compaiono i nomi di Carovigno, nella provincia di Brindisi, Avetrana tra Taranto e Lecce, Mola in provincia di Bari.
La procedura per l'attivazione delle nuove centrali prevede che una commissione di saggi, nominata dal ministro Claudio Scajola, valuti le candidature. L'ubicazione degli impianti Epr richiede zone poco sismiche o molto stabili, ma senza pericolo di inondazioni, possibilmente lontano da luoghi densamente popolati. La prima centrale dovrebbe essere pronta entro il 2020.
Volontari, amministratori e alcune testate giornalistiche hanno deciso di costituire un Forum permanente di sensibilizzazione della cittadinanza.
Promotori dell'iniziativa le associazioni Sos costa Salento, Coppula Tisa, Associazione culturale 2000, Agesci, Zampa Libera, Pro Civ Arci, Culturambiente, Nuova Messapia, il comune di Alessano e le testate Mondo Radio, Paese Nostro, Tacco D’Italia.
Per manifestare la propria adesione alla campagna contro il nucleare nel Salento e in Puglia è a disposizione l'indirizzo mail salentocontroilnucleare@yahoo.it al quale si possono mandare anche proposte e idee. Nei prossimi giorni partirà una campagna di sensibilizzazione tramite le associazioni distribuite in tutto il territorio, che confluirà in grosso momento pubblico, coinvolgendo volontari, associazioni, intellettuali politici.
La decisione governativa desta sconcerto anche perché in aperto disaccordo con la volontà espressa dai venti milioni di italiani che nel 1987 votarono un referendum per dire NO al nucleare. Molte le ragioni della protesta contro una decisione di dubbia opportunità e legittimità; tante le problematiche legate al nucleare, ancora oggi insuperabili nonostante gli ostentati ottimismi e le false verità governative.

Sicurezza: Salutato entusiasticamente dal governo come “fonte energetica sicura” appare tuttavia indubbio che avere il nucleare vicino casa non è assolutamente lo stesso che a centinaia di chilometri di distanza! Questo tipo di energia continua ad essere pericolosissimo per la salute e per l'ambiente. L'incidente di Chernobyl (Ucraina) del 26 aprile 1986 non è poi così lontano nel tempo se si considera che ancora oggi, nelle regioni confinanti, 2/3 degli adulti e metà dei bambini sono ammalati alla tiroide, c’è il raddoppio delle malformazioni e delle insorgenze di tumori e leucemie. Nel 2002 nell’Ohio (Usa) si è sfiorato lo stesso disastro; nel 2004 a Sellafield (GB) c’è stata una fuga 160 kg di velenosissimo plutonio rivelata solo dopo 8 mesi.
Dal 1995 al 2005 c’è stata una serie di incidenti gravi (con 7 morti e centinaia di contaminati gravi) nelle centrali del Giappone e il più grande impianto nucleare al mondo chiuso il 16 luglio 2007 per i danni da terremoto.
D'altro canto nessuno tra i tanti sostenitori del nucleare sa dire cosa fare delle scorie radioattive che ancora nessuno al mondo è riuscito a smaltire. Gli Usa hanno speso 8 miliardi di dollari in 20 anni senza trovare una soluzione. Problema, questo, a “lungo termine” se si considera che il plutonio resta altamente radioattivo per 200.000 anni, l'uranio 238 per milioni di anni.
Le centrali di terza generazione, sulle quali è improntato l'accordo, dovrebbero durare più di quelle in funzione - seconda generazione -, senza aver risolto il problema delle scorie né della sicurezza intrinseca. Fa discutere, in questo senso, la “rivelazione” di The Indipendent che le scorie di queste nuove centrali sarebbero più radioattive e pericolose di quelle delle centrali nucleari di seconda generazione!
Nelle intenzioni dei sostenitori le centrali di terza generazione dovranno porsi come un ponte verso una quarta generazione che, si promette, sarà assolutamente sicura, non proliferante, con poche scorie e meno pericolose. Ma i reattori di quarta generazione ancora non esistono, sono previsti solo dopo il 2030.

Costi: «Dipendere da altri paesi per l’approvvigionamento energetico è pericoloso e preoccupante ed è bene realizzare in Italia centrali nucleari in piena sicurezza», così il presidente del Senato Schifani a sostegno dell'accordo. Ma la costruzione delle centrali nucleari non è certo la soluzione al problema della dipendenza italiana dall'estero in materia energetica: l'Italia non ha, infatti, risorse di uranio, dovrebbe importarlo da Russia, Niger, Namibia, Kazakistan, Australia, Canada.
Secondo l’Agenzia per l'energia Atomica, l'uranio dovrebbe scarseggiare dal 2030, invece già dal 1991 ha raggiunto il picco: se ne consuma più di quanto si estrae. Sono le scorte militari che forniscono metà del combustibile. Senza nuovi reattori, la produzione di uranio è già insufficiente, perciò il suo prezzo si è moltiplicato per 10: dal 2001 al 2007 è salito da 7 a 75 dollari la libbra. D'altronde quella del “risparmio” è la carta principale giocata dal governo per convincere l'opinione pubblica, soprattutto in un periodo di piena crisi economica. Peccato che quella dei bassi costi sia solo un'altra delle chimere sbandierate come certezze dal governo. Il nucleare necessita di finanziamenti molto pesanti per un ritorno degli investimenti 20 o 30 anni più tardi: un’eternità per un mercato che (soprav)vive giorno per giorno.
Le stime Usa per i nuovi impianti danno il nucleare a 6,3 cent/ kWh contro 5,5 del gas e 5,6 del carbone. Per questo negli Usa, nonostante gli enormi incentivi stanziati da Bush - 1,8 cent/kWh, oltre il doppio del differenziale di 0,8 cent -, nessuno ci investe più dal 1976.
L’unico reattore in costruzione in Europa è in Finlandia: l’azienda privata ci sta perché lo Stato paga lo smaltimento delle scorie e smantellamento finale della centrale, che costa quasi come la costruzione. Lo stato garantisce inoltre l'acquisto di tutta l'energia prodotta per 60 anni: un affare senza rischi per il privato! Ma l’entrata in funzione della centrale, ordinata nel 1996, è slittata dal 2009 al 2011: 15 anni. Così il suo costo finale, da 2,5 miliardi di euro è aumentato a 4 miliardi: più di 4 volte di una centrale a metano della stessa potenza, 1600 MW. (Sudnews)

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