martedì 3 febbraio 2009

Comunicato stampa

AIA Ilva: la Commissione Europea ha aperto da nove mesi la procedura d'infrazione per l'Italia!

In un comunicato stampa l'Ilva parla di "presunta procedura di infrazione" aperta dalla Commissione Europea.
Con il presente intendiamo dare evidenza invece della effettiva apertura di una infrazione a danno dell'Italia per le mancanze in tema di Autorizzazione Integrata Ambientale.
La Commissione Europea ha risposto, riservando "massima attenzione", ad una mail inviata in data 4 Novembre 2008 da Lea Cifarelli, cittadina e membro del Comitato per Taranto.
Ricordando che lo stabilimento Ilva di Taranto rientra in tutte le attività industriali disciplinate dalla direttiva IPPC e che "dalle ultime informazioni ricevute, l'ILVA non ha ancora ricevuto alcuna autorizzazione ad essa conforme entro il termine stabilito del 30 ottobre 2007", informa di aver ufficialmente avviato già dall'8 Maggio 2008 procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese.
La Direttiva IPPC, ricordiamolo, riguarda la prevenzione e il controllo integrato dell'inquinamento e prevede, per le aziende rientranti sotto la propria disciplina, l'obbligo di produrre secondo limiti basati sull'utilizzo delle migliori tecnologie disponibili (BAT). Tutti i Paesi membri sono stati chiamati al suo rispetto già dal 1996, con termine ultimo previsto per il 30 ottobre 2007. Undici anni di tempo in cui l'Italia non è riuscita a mettersi al passo, chiedendo una proroga al 31 marzo prossimo.
L'Unione Europea, quindi, avvia procedura d'infrazione per il nostro Paese relativamente all'impianto siderurgico Ilva di Taranto per "la mancanza di sviluppi nel rilascio di detta autorizzazione".
Alla nota ufficiale della CE l'Italia -si apprende- risponde con una lettera attualmente al vaglio della stessa commissione.
Dall'Unione Europea non si nasconde la preoccupazione per una situazione che “laddove necessario, porterà all'adozione di tutte le misure necessarie ad assicurare il pieno rispetto della direttiva IPPC."
Val la pena di ricordare che l'Autorizzazione Integrata Ambientale al vaglio del Ministero dell'Ambiente e prevista dalla direttiva IPPC, è una procedura aperta alle osservazioni del pubblico interessato, in ottemperanza alla convenzione di Aarhus riguardante ogni materia di pubblico e rilevante interesse.
Mentre nel nostro Paese si stenta a perseguire il bene pubblico e a coinvolgere ed agevolare la partecipazione dei cittadini, ci conforta l'attenzione della Comunità Europea ad un problema di elevatissima incidenza come quello ambientale della nostra città. Questa risposta, a firma del Capo Unità, Marianne Wenning, è altresì la dimostrazione di come i cittadini possano e debbano partecipare alla costruzione del proprio destino, pretendendo la vivibilità e la sostenibilità del proprio territorio, senza deroga alcuna, specie difronte a diritti quali quello alla salute ed alla vita.
Difficile non confrontare, al contrario, l'atteggiamento di chiusura e di contrapposizione ideologica che sta caratterizzando il Governo Italiano nell'intera vicenda di autorizzazione integrata ambientale.

Ogni dubbio dell'Ilva circa la "presunta procedura dI infrazione" viene fugato dal documento che il Comitato per Taranto invia a tutte le redazioni dei giornali a firma del Capo Unità, Marianne Wedding con preghiera di pubblicazione.

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