Cosa succede nella provincia di padron Riva?
Si scopre la diossina!!!
Diossina nell’aria di Odolo (BS). Da almeno un anno
La scoperta risale all’anno scorso ma è stata divulgata soltanto nelle ultime ore Arpa e Provincia impongono una revisione dei controlli I veleni uscivano dai camini con livelli doppi del consentito
Diossine nell’aria di Odolo; diossine tra le più potenti e cancerogene, in uscita dai camini dell’acciaieria «Iro» spa con valori doppi rispetto ai limiti di legge. Eppure, per il sistema di autocontrollo delle Industrie riunite odolesi i fumi erano in regola.
La scoperta delle emissioni fuorilegge da parte dell’Arpa di Brescia risale al settembre del 2008, ma la comunicazione alla stampa è avvenuta solo l’altro ieri, a un anno di distanza, dopo che nell’assessorato provinciale all’Ambiente si è tenuto un tavolo tecnico che ha deciso controlli più stringenti, e ha imposto all’azienda l’adozione di sistemi di abbattimento degli inquinanti più efficaci.
Molte le analogie con il caso «Alfa Acciai»: anche qui i superi di diossine scoperti lo scorso anno erano trapelati solo a giugno. E proprio in relazione al caso Alfa, il sindaco di Odolo Stefano Cassetti aveva detto a Bresciaoggi (4 agosto 2009) che «l’aria in paese era buona» e che le grandi acciaierie del paese erano in regola: «Tutte e tre le realtà hanno rispettato e integrato le indicazioni fornite loro in occasione del recente rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia), e hanno effettuato rigorosi controlli alle emissioni comunicando i risultati alle autorità di riferimento; le quali a loro volta hanno confermato il rispetto dei limiti».
IL «SUPERO» della Iro è stato anche denunciato dall’Arpa alla procura della Repubblica. «Nell’ambito dei controlli effettuati da Arpa all’azienda di Odolo a partire da settembre 2008, sono stati accertati alcuni superamenti dei limiti di Policlorodibenzodiossine (Pcdd) - si legge in un comunicato congiunto di Arpa, Provincia e Comune di Odolo -. Durante il normale funzionamento degli impianti sono stati effettuati tre campioni di controllo al camino, riscontrando due superi del valore limite di 0,5 nanogrammi per metro cubo d’aria: il primo era di 0,6 ng/m3 e il secondo di 0,11 ng/m3. Nell’ambito delle previste attività di autocontrollo l’azienda, che ha utilizzato le metodologie fissate nel decreto di autorizzazione, non aveva invece rilevato superamenti».
L’ARPA ha quindi tenuto sotto controllo l’impianto siderurgico, e le verifiche effettuate a giugno e luglio «hanno restituito valori rispettosi dei limiti». Ma per evitare guai in futuro, nell’incontro tecnico svoltosi martedì in Provincia si è deciso di chiedere alla Iro «un piano di ricontrollo delle emissioni del camino E1», che dovrà essere trasmesso (all’Arpa) entro il 30 settembre». L’acciaieria ha anche promesso di presentare entro il 30 settembre lo studio di fattibilità di un intervento di miglioramento del proprio impianto, per l’ulteriore abbattimento delle Policlorobenzodiossine.
Anche l’assessorato provinciale all’Ambiente retto dal leghista Stefano Dotti promette controlli più severi: «La Provincia si riserva di disporre ulteriori verifiche sia sulle emissioni in atmosfera, sia sulle procedure aziendali adottate, e di riesaminare l’Autorizzazione integrata ambientale anche ai fini di un miglioramento nella gestione dei rifiuti e dei rottami in generale».
ANCHE nel futuro il monitoraggio delle emissioni sarà in autocontrollo, ma Arpa e Broletto assicurano «un continuo confronto metodologico, così da poter anche prevedere sopralluoghi di verifica e convalida delle operazioni». (Pietro Gorlani, bresciaoggi)
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