mercoledì 16 settembre 2009

Gli sciacalli sono tornati e già cantano vittoria!!!

Energia/ Dopo Trieste, Taranto: la doppietta spagnola
Scritto il 10 Settembre, 2009

A Trieste Gas Natural, colosso spagnolo dell’energia con oltre 17 gigawatt di potenza installata e 20 milioni di clienti in tutto il mondo (leader assoluto in America Latina), ha centrato il primo obiettivo. A metà luglio, il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha sbloccato l’autorizzazione per la costruzione dell’impianto di rigassificazione nel porto giuliano, che a regime svilupperà una capacità di rigassificazione di 8 miliardi di metri cubi l’anno. E una volta incassato il via libera finale dalla Regione Friuli-Venezia Giulia, Gas Natural (che nel primo trimestre del 2009 è cresciuta del 10%) è pronto a partire con gli appalti e i lavori.
Ad Acquaviva delle Fonti, quartier generale italiano di Gas Natural nel cuore della Puglia (nella foto sotto), nessuno nasconde la propria soddisfazione, eppure tutti rimangono con il fiato sospeso. In attesa della Via (la valutazione d’impatto ambientale) ministeriale per il rigassificatore di Taranto. L’impianto gemello di Trieste avrà due serbatoi da 140 mila metri cubi e una capacità annua di rigassificazione di 8 miliardi di metri cubi.
«Il progetto prevede l’occupazione diretta di 300 unità durante la sua costruzione e di circa 70 addetti una volta entrato in funzione» commenta Giuseppe Muscio, a capo delle relazioni esterne della multinazionale spagnola.
Il rigassificatore di Trieste e quello di Taranto sono i due pilastri della strategia del gruppo in Italia. Da una parte, Gas Natural mira a rafforzare la sua posizione nella distribuzione di gas (400 mila punti di consegna e una rete di oltre 5.500 chilometri in 187 comuni e sette regioni del Centro-Sud), magari conquistando anche la rete di oltre 9 mila km e 600 mila punti di riconsegna che i tedeschi di E.On Italia hanno deciso di mettere sul mercato (in corsa ci sono pure il fondo di private equity Clessidra di Livio Sposito e il fondo 3i). Dall’altra parte, gli spagnoli puntano a riaffacciarsi nell’upstream (il processo di produzione e importazione di gas e idrocarburi) per immettere nel mercato extrarete e all’ingrosso la materia prima prodotta direttamente dal gruppo spagnolo che, dopo la fusione con Union Fenosa, è diventato con i suoi 20 milioni di clienti nel mondo un colosso globale dell’energia.
Ad Acquaviva delle Fonti distribuzione e vendita si guardano in faccia. Le sinergie che possono scaturire dalle due unità operative potrebbero portare il gruppo spagnolo a guadagnare ulteriori quote di mercato in Italia. Del resto, le strategie commerciali messe in moto negli ultimi tre anni si muovono proprio in questa direzione. Nel 2006 è partita la fase di espansione territoriale con l’apertura del primo Centro del gas ad Acquaviva delle Fonti. Oggi si contano 15 negozi sparsi tra Puglia, Calabria, Abruzzo, Lazio e Sicilia per avvicinare potenziali clienti ai servizi offerti da Gas Natural. «Stiamo valutando la possibilità di fornire anche un servizio bi-fuel: gas ed elettricità in un’unica bolletta» annuncia Muscio. «Facendo leva sulla componente della materia prima potremmo arrivare a offerte migliorative ed entrare in piena concorrenza con i nostri competitor».
Intanto procede il progetto «metano per autotrazione». Partito senza grande clamore nel 2008, il piano si articola su una propria rete di distributori: finora sono state aperte dieci stazioni di servizio in Puglia, ma altre tre saranno pronte entro la fine del 2009 in provincia di Catania, Napoli e Pisa. È il primo passo che dovrebbe consentire agli spagnoli di rifornire flotte aziendali e mezzi pubblici a metano, come già accade per il Comune di Brindisi. (blogonomy)

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