giovedì 17 settembre 2009

Scacco all'ingegnere in tre mosse

Ecco la replica di ENI a ranghi serrati per difendere la "bontà" del raddoppio.
Sembra che i tarantini siano proprio dei buzzurri cafoncelli che non capiscono quanto "bene" ci voglia l'ENI!
Leggendo le dichiarazioni pubblicate sulla stampa si capisce innanzitutto perchè in Italia la CO2, dai tempi di Kyoto, invece di diminuire sta aumentando paurosamente. Evidentemente tutti ragionano come il nostro ingegnerino che dice: "tanto fa male al pianeta, mica alla citta!".
Poi riguardo alle emissioni, il nostro ovviamente si riferisce agli impianti a regime, con filtri puliti e controllo costante: si è mai vista una cosa del genere a Taranto? Proprio all'ENI che un giorno si e l'altro pure riversa fumo nero con la scusa dei blackout?
Infine, sembrerebbe che a Taranto non sia pensabile semplicemente ammodernare gli impianti e ridurre le emissioni senza dover accettare un aumento di produzione e di altre emissioni. Esiste una legge, la cosiddetta Seveso, che impone di ridurre le emissioni nelle aree ad altro rischio ambientale (Taranto è in vetta alla classifica!), in virtù della somma di tutto il prodotto dell'intero polo industriale. A Taranto, invece, le varie multinazionali, fanno da decenni il gioco dei solitari, ognuno pensa per se' in funzione dei limiti nazionali, come se fossero nel deserto!
La gravissima colpa del Ministero è quella di aver concesso la Valutazione di Impatto Ambientale, VIA, prima che fosse completara la procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale, AIA, (integrata vuol dire appunto che tiene conto di tutto il polo industriale e della relazione con le aree abitate limitrofe). Con quei valori di emissione, l'attuale centrale dell'ENI che, per ammissione dello stesso ingegnerino, è una ciminiera di veleni (se ne sono accorti adesso?), secondo la normativa europea, sarebbe stata costretta a ridurre drasticamente l'inquinamento!

Ed ecco spiegato il perchè della corsa al raddoppio prima di essere obbligati a dimezzare!


Gazzetta del Mezzogiorno, 16 09 2009

Milani, amministratore delegato Enipower: «Non ci saranno danni i tarantini dovrebbero volere presto quest’impianto»

«Dobbiamo spiegare bene alla città e alle istituzioni locali cosa stiamo facendo». Giovanni Milani, amministratore delegato di Enipower, si mostra sorpreso di fronte alle violente polemiche che hanno investito il progetto della nuova centrale.
Ingegnere, c’è poco da stupirsi: la vostra centrale aumenta le emissioni di anidride carbonica in una città già gravata di CO2 (e purtroppo non solo) mentre il protocollo di Kyoto ne sollecita la riduzione; voi aumentate l’inquinamento mentre con la legge taglia- diossina si cerca di ridimensionarlo... «Guardi, se fossi tarantino chiederei che l’im - pianto Eni venisse accelerato. Non è la CO2 che migliora o peggiora la qualità dell’aria; la differenza la fanno le polveri, gli ossidi di azoto, il biossido di zolfo. E rispetto a questi gravi inquinanti, la nuova centrale riduce le polveri del 100 per cento, il biossido di zolfo del 95 per cento e gli ossidi di azoto del 24 per cento. Questo determinerà un miglioramento della qualità dell’aria rispetto a prima ».
Sì ingegnere, ma non può negare che c’è un aumento rilevante di CO2, mica di aria fresca di montagna... «Sì, è vero che le emissioni di CO2 passano da 454mila a 970mila tonnellate come tetto massimo, ma i gas serra, il surriscaldamento della terra, è un problema su scala globale. Non incide solo su Taranto. La sofferenza ambientale di Taranto è ben altra».
Ma c’è comunque il protocollo di Kyoto che obbliga gli Stati a tagliare la CO2, dire sì al vostro impianto è quantomeno contradditorio... «E invece no. Nessuna contraddizione. Il ministero ha detto sì a noi perchè l’impianto è a elevato rendimento, con una più alta quantità di energia utilizzabile rispetto a quella teoricamente contenuta nel combustibile. Eppoi, per ogni chilowattora prodotto, noi avremo 392 grammi di CO2 contro gli attuali 634 grammi. Ecco il punto fondamentale che ha spinto il ministro a firmare il provvedimento Via. Se consideriamo che la media nazionale di grammi di CO2 per chilowattora prodotto è di 582, mentre noi saremo a 392, vuol dire che l’energia che produrrà Eni non sarà prodotta da qualcun altro che ha un indice più alto e quindi ci sarà una riduzione di CO2 proprio perchè è basso il fattore di produzione CO2».
Intanto c’è aria di scontro Governo- Regione e a Taranto montano già le proteste... «Non vogliamo nessuno scontro. Il sì alla Valutazione di impatto ambientale è un passo importante ma non definitivo. L’ultima parola spetta adesso al ministero dello Sviluppo economico. Siccome ci vuole ancora qualche mese perchè l’iter si completi e perfezioni, vuol dire che useremo questo tempo per spiegare, chiarire e documentare. Dagli enti locali ai cittadini»
. [Domenico Palmiotti]

Ovviamente Florido, presidente della provincia più inquinata d'Italia e "grande paladino dell'ambiente" ha dichiarato sul Tasera:
“Sì alla centrale Eni perchè inquina meno”
“L’anidride carbonica non è dannosa per la salute dei cittadini, al massimo contribuisce a danneggiare l’ambiente incidendo sul così detto buco dell’ozono ed è un fenomeno mondiale non certo tarantino".

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