Pubblicata la classifica delle emissioni dei maggiori gruppi industriali in Italia
Classifica 2009 CO2 Greepeace
L’associazione ambientalista Greenpeace ha pubblicato oggi la classifica 2009 delle emissioni di gas serra dei maggiori gruppi industriali in Italia soggetti alla direttiva europea sull’Emission Trading, il sistema europeo di scambio della CO2. La classifica mostra chi rispetta le regole e chi no. Per il terzo anno consecutivo, l’Enel guadagna il primo posto tra i «grandi inquinatori».
«Complessivamente le industrie italiane hanno superato i permessi di emissione per nove milioni di tonnellate di CO2, ma bisogna fare dei distinguo», spiega Francesco Tedesco, responsabile campagna energia e clima di Greenpeace, «lo sforamento si deve solamente ai settori del termoelettrico e della raffinazione. Altri settori, invece, hanno rispettato i tetti».
Enel si conferma il primo “grande inquinatore” con oltre 44 milioni di tonnellate di CO2. Circa un terzo delle emissioni del gruppo si deve all’impianto di Brindisi, la più grande centrale a carbone in Italia nonché primo impianto per emissioni di gas serra, con 14,9 milioni di tonnellate. In totale l’industria italiana ha emesso nel 2008 circa 220 milioni di tonnellate di CO2, registrando una riduzione netta di sei milioni di tonnellate rispetto al 2007, probabile conseguenza della crisi.
«Sebbene questo risultato sia positivo, la politica energetica dell’Italia va nella direzione opposta alla riduzione delle emissioni di CO2», denuncia Tedesco, che aggiunge: «Recentemente il Governo ha infatti rilasciato autorizzazione per tre nuove centrali a carbone che faranno aumentare le emissioni dell’Italia di ulteriori 30 milioni di tonnellate. Una strategia che porterà l’Italia fuori dagli obiettivi europei al 2020, e a sostenere il peso delle conseguenti sanzioni».
Oltre alla classifica dei gruppi industriali, i dati di Greenpeace mostrano anche quali sono gli impianti più inquinanti in termini di CO2. Al fianco della centrale Enel di Brindisi, anche l’ILVA di Taranto e gli stabilimenti dell’Edison, sempre a Taranto. (vita.it)
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