sabato 19 settembre 2009

Iiiii-ooooo iiiiiii-ooooooo!


Almeno una volta i politici svendevano Taranto con grandi parole.
Oggi dobbiamo subire l'ennesima presa per i fondelli da parte di Florido, il "paladino dell'ambiente" che dopo aver dimostrato la sua gravissima ignoranza ambientale dicendo che non è un nostro problema il buco dell'ozono provocato dall'anidride carbonica, oggi dice che bisogna ascoltare associazioni e cittadini... Lui???
Sull'altro versante Lospinuso, che copia Florido sulla fregnaccia dell'ozono, non pare da meno del presidente PD, visto che, ancora nel 2009, non è in grado di scrivere il nome della città giapponese dove si firmò il protocollo per la riduzione delle emissioni: Si scrive Kyoto, non Kioto! (supponiamo che il giornalista abbia fatto copia-incolla del suo comunicato stampa) Per non parlare dei "superstiziosi dell'anti-sviluppo"... una definizione comica dal momento che si propone di sostituire una tecnologia vecchia con un'altra ancora più vecchia! Cari politici, acquistare un libro o scucire due soldi per un consulente valido (possibilmente non il solito raccomandato figlio di qualche amico) sarebbe un grande passo avanti sulla strada della riconciliazione con una cittadinanza che da tempo ha smesso di credere in voi...

«Centrale Eni la Regione convochi un tavolo tecnico»
Florido appoggia l’idea di Introna. Favorevole anche Lospinuso (Pdl). Contraria Legambiente

• “Condivido l’opinione dell’assessore regionale all’Ambiente, Onofrio Introna, di dar vita ad un tavolo di confronto fra governo nazionale, Regione Puglia ed enti locali per discutere del progetto Enipower”.
Sul caso-Eni torna a pronunciarsi il presidente della Provincia, Gianni Florido. “Mi sembra una proposta di buon senso – dice Florido - che consente di raggiungere due obiettivi. Il primo è di avviare un’ampia discussione di merito, come peraltro auspicato dal comitato tecnico della Provincia nel marzo 2009, con il concorso degli enti locali ed il coinvolgimento del mondo dell’associazionismo e più in generale dell’opinione pubblica tarantina. I cittadini hanno infatti il diritto di dire cosa ne pensano di questo progetto.
In questo modo – ed ecco il secondo obiettivo da raggiungere – evitiamo di riproporre un vecchio schema secondo il quale da una parte ci sono i difensori dell’am - biente e dall’altra quelli che si schierano per lo sviluppo, sempre e a prescindere dall’im - patto ambientale. Ciò che è stato fatto in questi anni, anche dalla Provincia di Taranto, mi permette di dire che questa contrapposizione non avrebbe ragione di esistere”.
Nella sostanza, Florido ribadisce la sua posizione con nettezza: «se il nuovo impianto Eni, alimentato a turbo gas, inquina meno, allora dobbiamo chiederci per quale motivo dovremmo esprimerci aprioristicamente contro la sua realizzazione. Gli aspetti che mi stanno a cuore, infatti, sono legati da un lato alla necessità che la nuova centrale a turbo gas, sostituendo la vecchia alimentata con olio combustibile, sversi meno veleni e zero polveri sulla città e, dall’altro, al fatto che l’autonomia elettrica che Enipower raggiungerebbe con il nuovo impianto eviterebbe il ripetersi di continui blocchi di centrale che, come accade ora, mettono a rischio sia la sicurezza e la salute dei lavoratori in fabbrica sia quella di tutti i cittadini”.
Di parere nettamente contrario è Legambiente. “Non si può procedere all’amplia - mento della centrale - dicono Lunetta Franco, presidente di Legambiente Taranto e Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia - perché il parere del ministro Prestigiacomo è in contrasto con la volontà degli Enti Locali, tranne la Provincia che, con Florido, ha detto sì al progetto. Inoltre, in una zona martoriata dall’Ilva e dalle emissioni nocive, gli interventi previsti a protezione dell’ambiente sono estremamente esigui e sono stati sottratti a Taranto un milione di eurostanziati dal governo Prodi per piantare alberi, l’unico vero antidoto contro le emissioni di CO2”.
In campo scende anche Pietro Lospinuso, coordinatore provinciale del Pdl ionico e consigliere regionale. “Nei confronti delle conclusioni delle procedure nazionali di VIA per l’ampliamento della centrale ENI di Taranto - dice Lospinuso - è in atto l’en - nesima mistificazione dei cultori, più o meno professionali, del “no” a tutto ed al contrario di tutto. Tale progetto infatti, che determinerebbe nelle fasi di cantierizzazione 3000 posti di lavoro e 300 a regime, è stato validato non dal Ministro Prestigiacomo, fatta oggetto di un indegno attacco personale da parte del Collega Pelillo, ma dai più qualificati organismi pubblici di verifica delle questioni ambientali, nel rigoroso rispetto delle normative vigenti ivi compreso il protocollo di Kioto. Come ha giustamente rilevato Gianni Florido, si tratta peraltro di sostituire una centrale a gas ad una ad oli combustibili,e cioè comunque di un sensibile miglioramento delle condizioni ambientali. E, quanto alle emissioni di anidride carbonica, non sono inquinanti di per sé per il territorio interessato, e comunque sarebbero compensate, con riferimento al buco dell’ozono, da una contestuale riduzione a Brindisi, mentre si ridurrebbero sensibilmente le emissioni molto più devastanti di polveri, ossidi di azoto e biossido di zolfo. A fronte di questa grande opportunità per il nostro territorio, sono tornati ad agitarsi i soliti cultori delle superstizioni anti-sviluppo, ai quali evidentemente non interessa né la crescita economica ed occupazionale della nostra Terra, nonostante le sue crescenti difficoltà, né la vera politica ambientale, che si attua con l’innovazione tecnologica”. (La Gazzetta di Taranto, p.IV)

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