Quanto prende il "sociologo" del comune per questa "originalissima" analisi?
«Il quartiere Cep? Un altro mondo»
La denuncia: il contratto di quartiere ha fallito l’obiettivo della rigenerazione sociale
Il sociologo del Comune: negli anni questo pezzo di città si è collocato fuori dal consorzio civile
• «Nel Cep si è creato una sorta di “extra Stato” fuori dal consorzio civile». E’ questo uno dei passaggi più netti dell’indagine sociologica che Ni - no Aurora, sociologo del Comune di Taranto, ha presentato pubblicamente ieri pomeriggio tracciando un bilancio a dieci dalla sottoscrizione del Contratto di quartiere Cep Salinella. Contratto che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto far rinascere questa zona degradata della città e che, invece, ad un decennio di distanza ha fatto registrare risultati non proprio esaltanti. O meglio, dal punto di vista meramente edilizio sono diverse le opere realizzate o in via di realizzazione mentre da quello più strettamente sociale pesa come un macigno la chiusura (2006) del Laboratorio di quartiere.
Ma cos’è il Cep (centro di edilizia popolare)? Nell’indagine sociologica presentata ieri si disegna «un quartiere che vive una frattura ed una sofferenza molto netta tra appunto la zona Cep, disgregata e degradata, ed una zona (Taranto 2) più vicina a livelli accettabili di vivibilità. I cittadini del Cep - scrive Aurora - lamentano l’as - senza o la fuga di servizi essenziali come il consultorio, la farmacia, la sede circoscrizionale, l’ufficio postale, una banca e così via; il livello di protesta e di abbandono di questi cittadini è notevole e, ormai, cronico e storicizzato sin dalla nascita del rione nei primi Anni ’Sessanta al punto tale che, ormai fatalisticamente, non credono più nelle istituzioni dalle quali si sono sentiti defraudati nei loro diritti essenziali». Ed ancora: «La ricaduta negativa è stata pesante nel corso degli anni, soprattutto in termini di illegalità diffusa, abusivismo selvaggio, evasione e dispersione scolastica al punto tale da creare nel Cep una sorta di “extra Stato”, fuori dal consorzio c iv i l e » .
Ma cosa servirebbe? Il sociologo del Comune prova a tracciare la linea da seguire: rivitalizzare e potenziare quello che è, e sempre più dovrà diventarlo, un settore trainante, cioè l’organizzazione delle strutture sportive che, già presenti tra pubblico e privato, «possono assurgere - osserva Aurora - a volàno di sviluppo economico, culturale, turistico, commerciale. La seconda azione da sviluppare investe gli aspetti prettamente culturali (Facoltà di Economia Aziendale e razionalizzazione scolastica), con una presenza di alto profilo qualitativo per i cittadini della Salinella, ai quali bisognerà assicurare la presenza o il rilancio di funzioni di base per una comunità tali da spezzare il cerchio dello svantaggio sociale e lavorativo».
Da quest’indagine sociologica, inoltre, emerge che il rilancio della zona Cep deve ruotare sullo sviluppo del sistema della viabilità urbana; sull’in - cremento dell’impiantistica sportiva magari coinvolgendo i privati e sulla valorizzazione del ruolo della «Cittadella pubblica» (così la definisce il sociologo) costituita dalla nuova Questura, caserma dei Vigili del Fuoco, comando provinciale Guardia di Finanza». Il sociologo del Comune infine, non ha dubbi nel sottolineare che «al fallimento e, poi, chiusura del Laboratorio di Quartiere Cep Salinella si deve la fine della progettualità sociale».
FABIO VENERE (La Gazzetta di Taranto,p.VI)
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