Mancato ampliamento raffineria Eni di Taranto, una dichiarazione di Losappio
“Ogni progetto di ammodernamento di impianti strategici come la raffineria di
Taranto costituisce, anche per le potenziali ricadute sull’occupazione, un’
ipotesi importante da valutare con fiducia e serenità.
Spiace perciò precisare che non esiste rapporto fra il progetto della nuova
centrale a turbogas (finanziamento di 180 mln) e quello di ampliamento della
raffineria (investimento di 1 miliardo di euro)”.
Lo ha dichiarato l’Assessore Regionale al Lavoro Michele Losappio. “Al di là
delle informazioni e delle comunicazioni ufficiose – prosegue l’Assessore –
sulla volontà del Gruppo che già in questi mesi raccontavano della caduta di
interesse anche per la crisi economica, fa chiarezza il decreto della Direzione
del Ministero dell’ambiente dell’11 giugno 2009 che testualmente “dispone il
pronunciamento interlocutorio negativo circa la compatibilità ambientale del
progetto ampliamento della capacità di lavorazione da 6,5 a 11 milioni di
t/anno da realizzarsi presso la raffineria di Taranto presentato dalla Società
ENI SpA”.
Secondo Losappio “il Ministero dell’Ambiente ha azzerato il progetto di
ampliamento e ammodernamento della raffineria rimandandolo ai box e
subordinandolo alla presentazione di una nuova domanda aggiornata ed integrata
con quanto richiesto nel parere n. 267 del 2 aprile della commissione tecnica
del VIA.
Se ENI vorrà si ricomincerà dunque tutto da capo, altrimenti l’ipotesi di
ampliamento della raffineria è tramontata”.
Si conferma così – continua l’assessore – che il progetto della nuova
centrale che cresce da 85 a 288 MW non è correlato al potenziamento ed alla
valorizzazione dell’impianto di Taranto ma alla scelta di fare cassa vendendo
il 73% della nuova energia prodotta.
Solo per il 23% essa sarà utilizzata dalla raffineria, con un ammodernamento
prodotto dal passaggio da olio combustibile a gas di una parte dell’attuale
centrale ed alla sostituzione di un impianto obsoleto con uno di ultima
generazione”.
“Sono dunque questi – conclude Losappio – al netto delle emissioni inquinanti
e della non trascurabile questione ambientale, i termini reali della vicenda e,
come tali, ben lontani dai 3000 nuovi posti di lavoro annunciati da
parlamentari distratti o male informati”.
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