Dichiarazione Assessore al Lavoro su caso Enipower Taranto e conflitto lavoro-ambiente :
“Ancora, e non a caso, nell’area industriale di Taranto si prefigurano motivi di contrasto fra lavoro ed ambiente, occupazione e salute dei cittadini e delle maestranze.
“Il caso in questione è quello della nuova centrale Enipower che si vorrebbe installare nella raffineria, a stralcio del più impegnativo progetto di ampliamento della stessa e dei metanodotti rinviati da ENI a momenti successivi.
“L’investimento, pertanto, è sui 180 mln euro e non di due miliardi e lo stesso ridimensionamento vale per le possibilità di occupazione.
“La nuova centrale avrebbe una capacità pari a 3 volte e mezzo l’attuale. “Ai 240 MW previsti bisogna infatti aggiungere anche il mantenimento, come indica il progetto, dei 39 MW di uno degli impianti oggi in funzione alimentato a fuel gas e altri 8,3 MW della turbina a contropressione.
“Si passerebbe, dunque, da una centrale in parte ad olio combustibile ed in parte a gas di 85 MW come quella in esercizio ad un impianto di quasi 288 MW integralmente alimentato a gas.
“Il 72.7% di questa energia prodotta (5 volte l’attuale) Enipower ha previsto di venderla, il rimanente sarà a servizio della raffineria.
“Le conseguenze negative per salute e territorio si identificano in un peggioramento delle emissioni di monossido di carbonio (da 87 ton/a a 456 ton/a), della CO e di un formidabile incremento della Co2 del 276%.
“E’ del tutto evidente che questi aumenti sono strettamente correlati alle dimensioni del nuovo impianto e dalla scelta societaria di puntare a quella dimensione per vendere la gran parte dell’energia prodotta.
“Questo annulla parzialmente i benefici del passaggio dall’olio combustibile al gas e aggiunge ulteriori sostanze inquinanti in un’area che non può più subirne.
“Per questo motivo e non per una sottovalutazione degli effetti positivi sull’ammodernamento degli impianti, sullo sviluppo dell’attività produttiva e sulla riduzione degli altri inquinanti la Giunta Regionale ha recepito con Delibera n. 1540 del 7 agosto 2009 il parere negativo del Comitato VIA.
“Il fatto che la manifestazione della volontà della Regione venga così platealmente ignorata dal Ministero dell’Ambiente, pur legittimo sul piano formale trattandosi di endoprocedimento, conferma come sia limitativo il tentare di vincolare questo Governo al “parere” e non “all’intesa” delle Regioni.
“Un brutto segnale che getta nuovo allarme sulla vicenda del nucleare.
2 commenti:
Sei un ignorante di prima categoria, devi sapere che il monossido di carbonio e la CO sono la stessa. Inoltre la combustione del metano non produce CO. Pertanto, io ambientalista e di sinistra, ti consiglio di studiare se non altro informarti scientificamente. Cordiali saluti
Ovviamente ti riferisci a Losappio di cui il post in questione cita le dichiarazioni.
Losappio è notoriamente di sinistra e da qualche tempo fa anche l'ambientalista, per cui vi trovate in una condizione molto simile.
Quindi converrai che ambientalista di sinistra è troppo generico per qualificare il grado di conoscenza della materia e la sensibilità in merito alle questioni.
Detto questo, il metano, così come ogni altro combustibile non produce monossido di carbonio o CO se la combustione è completa e aerobica, ovvero se la quantità di ossigeno è sufficiente. In caso contrario ne produce eccome! nelle centrali turbogas, così come nei motori delle auto e in quasi tutte le combustioni è praticamente impossibile garantire l'ossigenazione perfetta per cui, a seconda della tecnologia vengono sprigionate diverse percentuali di CO2 e CO.
Nel ringraziarti per la tua nota, ti invito a documentarti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Combustione#Combustione_del_metano
http://giolitti.myblog.it/media/02/00/1487544321.pdf
A presto!
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