E perchè non pensare maliziosamente che qualcuno voglia invece favorire l'ENI con un pacco bomba finto, tanto per creare scalpore contro gli ambientalisti-terroristi?
Si è già visto come la tattica del terrorismo sia fondamentale per garantire interessi di stati occupatori e multinazionali.
Ah, se i giornalisti fossero più vispi! (quelli veri sono pochi e a volte fanno la fine di Ilaria Alpi...)
Sarebbe bastato che la "brava" redattrice, invece di limitarsi dal suo studiolo a commentare un'agenzia stampa, avesse fatto un giro intorno all'ingresso principale, dove è stata trovata la bomba. Avrebbe sicuramente notato che è presidiato giorno e notte da vigilantes e telecamere. Non passa un minuto prima che qualcuno non ti fermi con aria presuntuosa e ti chieda conto di chi sei: come ci è arrivata la "terribile bomba carnevalesca" senza che nessuno se ne accorgesse?
Misteri ENI!
Allarme all’Eni per un pacco bomba
Ma era tutto finto. L’ordigno di plastica e cartone trovato da un vigilante
• Il pacco bomba era stato confezionato ad arte e avrebbe ingannato anche l’occhio più esperto, ma era completamente innocuo.
Una scatola di cartone con tre candelotti collegati da fili elettrici ad un orologio. Tutto finto. Ma quando il vigilantes della raffineria Agip Eni di Taranto se l’è trovato di fronte, durante il suo giro di perlustrazione, ha avuto un brivido sulla schiena. L’uomo, allarmato, ha immediatamente chiamato i carabinieri.
Sul posto, in pochi minuti, sono arrivati i militari della compagnia di Taranto e le Volanti della polizia. Il pacco bomba, che ad una prima occhiata poteva di certo trarre in inganno, è stato trovato nei pressi del cancello principale della raffineria.
Immediatamente è scattato il dispositivo di sicurezza. La zona è stata transennata fino all’arrivo degli esperti di esplosivi che, apertto il pacco, hanno smascherato la bufala di cattivo gusto. Nella scatole c’erano tre pezzi di tubo di plastica legati a guisa di candelotti. Da questi fuoriuscivano fili elettrici collegati ad un orologio che si trovava sul fondo della scatola e che, in realtà, era stato solo disegnato.
Il finto pacco bomba è stato preso in consegna dagli investigatori. Sarà inviato nei laboratori della Scientifica. L’obiettivo degli investigatori è cercare possibili tracce (impronte digitali, capelli, saliva) lasciate dagli autori di questo inquietante gesto.
L’Eni due anni fa aveva proposto il raddoppio di tutta la raffineria di Taranto per portare la capacità produttiva da 6 milioni a 11 milioni di tonnellate l’anno. L’investimento complessivo ammonterebbe ad un miliardo di euro. Il progetto, però, a giugno scorso aveva subito lo stop del ministero dell’Am - biente per questioni ambientali. Di recente l’Eni ha proposto la sostituzione della vecchia centrale ad olio combustibile con una nuova a turbogas (potenza 260 MW, investimento da 180 milioni) che però, qualora fosse costruita, aumenterebbe in maniera significativa le emissioni di CO2. L’iniziativa ha scatenato le polemiche e la reazione delle associazioni ambientaliste. Anche il presidente della Regioone, Nichi Vendola, ha detto no.
Gli investigatori stanno lavorando nel riserbo. Non si esclude che la minaccia sia maturata proprio in questo clima di veleni e di contestazione. Un brutto segnale a cui bisognerà dare risposte immediate da parte delle forze dell’ordine.
MARISTELLA MASSARI, Gazzetta di Taranto, p.IV
Nessun commento:
Posta un commento