Corriere del Giorno, 16 settembre 2009, pag. 7
Ecco il comunicato in formato testo:
Rimaniamo allibiti dinanzi alla recente firma da parte del Ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, del decreto che autorizza l'ampliamento della centrale elettrica Eni di Taranto.
Nessuna considerazione, evidentemente, per il parere contrario espresso dalla Regione Puglia.
Questo comporterà, proprio nella città più inquinata d'Europa, per legge dichiarata ad elevato rischio di crisi ambientale, un micidiale incremento della quantità di anidride carbonica e monossido di carbonio.
Si prevede, infatti, di passare dalle attuali 87 alle oltre 450 di CO mentre la Co2 arriveremmo ad oltre 1000.00 tonnellate l'anno con evidenti e innegabili ricadute sulla salute dei tarantini e sulla qualità di un ambiente già pesantemente compromesso come quello dell'intera provincia jonica.
Di fronte all'atteggiamento, ancora una volta, irresponsabile mostrato dal Governo nei confronti della tutela della salute pubblica e della salvaguardia dell'ambiente, la cittadinanza deve mobilitarsi prontamente per ribadire il proprio no al modello di sviluppo industriale che continua a condizionare da troppo tempo il nostro destino.
Le mortificazioni dovute ad anni di inquinamento selvaggio, ma anche di silenzi e complicità istituzionali, senza contare i tanti, troppi morti che la città piange ogni giorno a causa proprio dell'inquinamento di origine industriale, esigono una pronta inversione di tendenza che rende intollerabile questo ennesimo atto del governo ai danni dei tarantini.
Le scelte del Governo Italiano continuano ad allontanare il nostro paese, e Taranto in particolare, dall'Europa, trascinandola in direzione opposta rispetto agli obblighi internazionali che, come nel caso del protocollo Kyoto, puntano a ridurre entro il 2012, proprio le emissioni di Co2, rispetto al quale questo decreto è incompatibile.
Il Ministero dell'Ambiente, sostenendo incondizionatamente le richieste di Eni ed Ilva, continua a contravvenire alle regole che, a fatica, gli organismi internazionali stanno adottando a tutela del futuro del pianeta, relegando la salute dei cittadini ad un ruolo di inaccettabile subalternità rispetto al profitto e alla produzione.
Il Comitato per Taranto fa appello alla città e soprattutto alle istituzioni locali tutte, affinchè si crei una reale comunione di intenti che metta per una volta i tarantini nelle condizioni di venire considerati prima degli interessi economici delle grandi industrie, ponendo le basi per un futuro realmente all'insegna di uno sviluppo umanamente sotenibile.
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