martedì 1 luglio 2014

"Aspetta Esperia"

Ecco l'ennesimo articolo dilettantistico sulla "svolta sensazionale" nella rigenerazione (una volta si chiamava risanamento, ma ora è demodé) della Città Vecchia.
Parla di fondi che sembrano praticamente regalati dallo Stato per la bella faccia di Stefano e di tutti quei simpaticoni del Comune di Taranto, per consegnare chiavi di appartamenti e mansarde in centro storico alle giovani coppie bisognose.
La quadratura del cerchio!!!
Ci voleva tanto a chi ha copiato il comunicato stampa del Comune per capire che cos'è veramente il Fondo Esperia? E cosa si nasconde dietro "la piena autonomia nello scegliere i progetti più congeniali o remunerativi"?
Si, ci voleva una stringa di testo di 12 battute digitata su Google e due click col mouse.
Davvero troppo rispetto a Ctrl+C/Ctrl+V!

Ora leggetevi l'articolo e l'interrogazione parlamentare formulata in relazione all'affaire Esperia.
Vi anticipiamo solo che qualora passasse la mozione Fondo Esperia vorrebbe dire semplicemente passare parte degli immobili di interesse economico della Città Vecchia (e non di certo i ruderi cadenti come i denti della vecchia) dalle grinfie dei palazzinari locali amici della giunta a quelle di Caltagirone e delle banche nazionali (MPS), oppure far collaborare i due...
Tutt'altra cosa rispetto ai fondi strutturali di sviluppo socioeconomico e alla legge regionale sulla Rigenerazione Urbana che il Comune ha scialacquato, ignorato e ostacolato alla grande!
Buona lettura!


Case a giovani coppie l'idea del Comune con il fondo «Esperia»

TARANTO - La rigenerazione della Città vecchia di Taranto parte dal suo ripopolamento. Ed in particolare, passa dalla necessità non più rinviabile di far tornare tra i vicoli le giovani coppie. Sbaglia, quindi, e non poco, chi pensa che gli interventi edili siano condizione necessaria e sufficiente per riqualificare il Borgo antico così avvilito da decenni di degrado. Gli sforzi ed i tentativi sinora compiuti hanno, infatti, dato risposte parziali e soprattutto hanno impiegato tempi lunghi. Lunghissimi. Ed allora, come si può mai ristrutturare gli edifici della Città vecchia ed al tempo stesso far tornare anche le giovani coppie? Il duplice obiettivo è ambizioso e, quindi, difficile eppure il Comune sembra intenzionato a perseguirlo ugualmente.
Da quel che risulta alla Gazzetta, infatti, ci sono stati nelle scorse settimane dei colloqui, ancora informali ed embrionali, tra i tecnici dell’Amministrazione comunale ed alcuni funzionari di Cassa depositi e prestiti (Cdp). La «cassaforte» statale, infatti, gestisce un fondo denominato «Esperia » che va proprio in questa duplice direzione. Da un lato, ristruttura edifici pubblici (è questa la condizione indispensabile) e dall’altro attua una politica di housing sociale concedendo le abitazioni ristrutturate a giovani coppie. Gli immobili, dunque, devono essere esclusivamente pubblici e non vengono ammessi agli interventi di recupero gli stabili in cui c’è anche una minima quota di proprietà privata.
Il Comune di Taranto ha nel Borgo antico un vasto patrimonio immobiliare. Molto vasto, è vero ma costituito in misura rilevante da veri e propri ruderi. Questo dato, da quel che filtra, è stato già comunicato ai funzionari di «Cdp» che, però, non hanno fatto alcun passo indietro. Non si sono spaventati dalle condizioni statiche degli immobili. L’importante è che siano esclusivamente pubblici. Anzi, sarebbero in attesa che i tecnici comunali inviino alcune schede sui primi stabili da ristrutturare.
Come funzionerebbe il meccanismo? Il Comune individua gli immobili da riqualificare, contatta il Fondo Esperia che, a sue spese, riqualifica gli edifici. L’Amministrazione comunale poi stabilisce l’importo minimo per dare in locazione gli appartamenti. Il canone potrebbe oscillare, a grandi linee, tra le 200 e le 250 euro mensili. Poi, il Comune stila una graduatoria delle giovani coppie in attesa di ricevere un alloggio e comunica i nominativi al Fondo. Il gestore poi potrebbe anche, sempre partendo dal dato minimo imposto dal Comune, indire un’asta tra i potenziali locatari in caso di parità di offerta e di requisiti. A quel punto, la differenza (il saldo positiva) tra il dato di partenza (200 euro ad esempio) e il successivo importo poi determinato dall’asta finisce nelle casse del Municipio.
Dopo un periodo da determinare (venti o venticinque anni in genere), in caso di mancato rinnovo del canone, l’immobile ristrutturato della Città vecchia torna poi nella disponibilità del patrimonio del Comune. Per assegnarlo, ovviamente, ad altre giovani coppie. (Fabio Venere, GdM)




esperia

Fondo Esperia di Cassa Depositi e Presiti. Chi sceglie i progetti da finanziare?

La Cassa DD.PP. ha costituito un Fondo Immobiliare per le Regioni del Sud attraverso il FIA (Fondo Nazionale per l’Housing) che si chiama “ESPERIA” ed è gestito da una Società di gestione che si chiama Fabrica Sgr. (che ha tra i soci il MPS e  il gruppo CALTAGIRONE).
Lo scopo del Fondo è finanziare progetti di Housing Sociale nelle Regioni Campania, Puglia, Calabria e Basilicata.
Fabrica sgr ha la piena autonomia nello scegliere i progetti più congeniali  da finanziare. A questo punto  occorre fare chiarezza e  invocare trasparenza in quanto questa società gestisce  un Fondo costituito da soldi pubblici (Fondo FIA Cassa DD.PP. finanziato con i fondi del Ministero Infrastrutture e trasporti). Anche il gruppo Caltagirone ha degli immobili, ovvero dei progetti, che sono finanziabili dal Fondo ESPERIA ??? Se così fosse è grave perché ci sarebbe un macroscopico conflitto di interesse, in quanto il comproprietario di Fabrica sgr si AUTOFINANZIA i propri progetti (pare sopratutto a Napoli dove ci sono aree di proprietà Caltagirone). Praticamente con i soldi pubblici si finanzierebbe i propri investimenti anzichè fare una scelta indipendente e frutto della concorrenza…
Di tutto questo abbiamo chiesto ai  Ministri dell’economia e delle finanze e delle infrastrutture e dei trasporti. (Andreacioffi)

Ecco l’interrogazione

Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-02320

Atto n. 4-02320 - Pubblicato il 11 giugno 2014, nella seduta n. 260

CIOFFI , SCIBONA , CASTALDI , BUCCARELLA , VACCIANO , CAPPELLETTI , MONTEVECCHI , CATALFO , MOLINARI , MORRA , FUCKSIA , PAGLINI , PUGLIA , DONNO , BLUNDO , BULGARELLI , SERRA , PETROCELLI , MANGILI , LUCIDI , COTTI - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e delle infrastrutture e dei trasporti. -
Premesso che:
Cassa depositi e prestiti (CDP) è una società per azioni a controllo pubblico statale: il Ministero dell'economia e delle finanze detiene infatti l'80,1 per cento del capitale, il 18,4 per cento è posseduto da 61 fondazioni di origine bancaria, il restante 1,5 per cento in azioni proprie. L'attuale compagine azionaria è il risultato di un recente riassetto realizzatosi in attuazione dell'articolo 36, comma 3-octies, del decreto-legge n. 179 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 221 del 2012;
per quanto riguarda la partecipazione di CDP in società di gestione del risparmio volte alla costituzione di fondi mobiliari chiusi destinati al sostegno, diretto ed indiretto, delle piccole e medie imprese, si evidenzia che la Cassa partecipa alla Società di gestione del risparmio Fondo italiano di investimento SpA;
la società è stata costituita nell'anno 2010 con il Ministero dell'economia, l'Associazione bancaria italiana, Confindustria e istituti bancari quali banca MPS SpA, banca Intesa San Paolo SpA, Istituto centrale delle banche popolari e banca Unicredit SpA;
CDP Investimenti Sgr (CDPI Sgr), detenuta per il 70 per cento dalla Cassa depositi e prestiti e per il 15 per cento ciascuna dall'Associazione di fondazioni e di casse di risparmio SpA e dall'ABI, gestisce il "Fondo investimenti per l'abitare" (FIA). L'ammontare del fondo è pari a 2 miliardi e 28 milioni di euro, di cui un miliardo sottoscritto da CDP, 140 milioni dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e 888 milioni da parte di gruppi bancari e assicurativi e di casse di previdenza privata;
in particolare, al fine di incrementare la dotazione di alloggi sociali è stato creato il fondo "Esperia", interamente sottoscritto da CDP Investimenti Sgr attraverso il FIA, che ammonta a 70,1 milioni di euro, esplicitamente riservato per lo sviluppo di iniziative di social housing nelle regioni del Sud Italia, in particolare Puglia, Campania e Basilicata;
considerato che:
tale fondo è gestito dalla società Fabrica immobiliare Sgr, il cui capitale azionario è detenuto per il 49,99 per cento da Fcg SpA (del gruppo Caltagirone) e per lo 0,02 da Alessandro Caltagirone;
sotto il profilo dell'attività inerente al fondo Esperia si trova solo una breve menzione sul sito di CDP Sgr nonché sul sito di Fabrica immobiliare Sgr, in particolare alla voce progetti si legge: "in via di individuazione";
risulta inoltre agli interroganti che sono state inviate schede tecniche sia al responsabile investimenti della Cassa depositi e prestiti, sia a Fabrica Sgr di Roma, ma non è stato dato alcun riscontro, per quanto sia evidente che Fabrica Sgr ha la piena autonomia nello scegliere i progetti più congeniali o remunerativi,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto esposto;
se abbiano notizia del programma e degli obiettivi che si perseguiranno ovvero dei progetti che potranno essere finanziati attraverso il fondo Esperia;
se ritengano infine auspicabile una maggiore trasparenza anche nei siti istituzionali, con riferimento agli operatori economici privati che si trovano a gestire danaro pubblico. (SenatodellaRepubblica)

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