martedì 15 luglio 2014

Sciacalli di sciacalli

©Luciano Manna - Peacelink
Bonifiche fantasma, il fascicolo romano coinvolge anche il siderurgico di Taranto

Un fascicolo enorme, nelle mani della Procura della repubblica di Roma. Si parla di «bonifiche fantasma», ovvero di soldi stanziati dal Ministero dell’Ambiente e mai giunti a destinazione. Si parla quindi di una truffa per milioni e milioni di euro. Scoprendo infine che un sostanzioso capitolo della vicenda riguarda l’Ilva, il colosso del siderurgico italiano, già a vario titolo nell’occhio del ciclone da anni.
La notizia che al momento non trova nessuna conferma dalla Procura della Repubblica di Taranto, è riportata oggi dal quotidiano «Il Tempo». «Se le indagini sono nella fase iniziale è normale che i colleghi non ci abbiamo ancora trasmesso gli atti», dichiara una fonte diretta della Procura Jonica che si dice, però, «molto interessata all’argomento». Secondo il quotidiano romano, i magistrati della capitale indagano su una presunta sottrazione di ingenti fondi pubblici (decine di milioni di euro) destinati ad opere ambientali fantasma nel siderurgico tarantino. Nella presunta truffa sarebbero coinvolti anche livelli politici del Ministero. L’inchiesta sarebbe nata dal lavoro investigativo della Procura della Repubblica di Udine che da tempo indaga sulle bonifiche fantasma della zona lagunare di Grado (Gorizia).
«Va sempre peggio per l’Ilva e per i cittadini tarantini. È gravissimo che, secondo quanto emerge dall’indagine della Procura di Roma, il Ministero dell’Ambiente abbia investito soldi pubblici per bonifiche mai realizzate. Una truffa che ci costa 100 milioni di euro, uno schiaffo inaccettabile che Taranto non merita», commenta quindi Ignazio Messina, segretario nazionale di Italia dei Valori. «Ancora una volta la mala politica incassa un colpo e viene coinvolta in un grande scandalo ambientale tra favori e soldi nascosti. Ci indigna profondamente pensare che di fronte a persone che muoiono ed un’area ormai avvelenata, il pensiero senza scrupoli, sia quello di intascare soldi. Chiediamo al Governo un piano di risanamento effettivo, fatto di controlli e regole ed il sequestro, certo ed immediato, del patrimonio dei Riva per restituirlo ai cittadini. Qualcuno a Taranto, malati e morti, li ha sulla coscienza».(CdM)

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