Taranto, anche il Consiglio comunale dice «no» ai serbatoi di petrolio
Taranto dice no a Tempa Rossa. È il progetto dell’Eni per fare del terminal a mare della raffineria un’area di stoccaggio del greggio estratto in Basilicata e smistato nel capoluogo attraverso l’oleodotto che parte da Viggiano. Il progetto, è utile sottolineare, ha già ricevuto tutte le autorizzazioni vincolanti previste dalla legge. Due serbatoi da 180 mila metri cubi e un allungamento del pontile sono il cuore del piano che prevede un investimento da 300 milioni. La sua realizzazione comporterebbe, per dichiarazione della stessa azienda, un aumento delle emissioni del 12 per cento e un incremento del transito di petroliere fino a 140 l’anno, meno di 12 al mese, cioè una ogni due giorni e mezzo.Questa volta il no al progetto arriva direttamente dal consiglio comunale, espressione corale della comunità locale. Dopo le varie associazioni ambientaliste, da sempre contrarie, dopo il primo voto contrario da parte dell’assemblea cittadina del 2012, oggi è arrivato un no da parte di maggioranza e opposizione. In un periodo nel quale la vicenda Ilva ha scosso le coscienze e i risultati dell’indagine «Sentieri» dell’istituto superiore della sanità hanno portato alla luce statistiche certe sull’aumento generalizzato delle malattie e dell’incidenza dei tumori attribuibili all’inquinamento, nessun amministratore è nelle condizioni di dare il via libera a nuovi progetti industriali che possano incrementarlo.
Oggi il consiglio comunale ha approvato tre documenti, tutti contrari a “Tempa Rossa”. Nella mozione del consigliere comunale Angelo Bonelli (Taranto Respira), coportavoce nazionale dei Verdi, è scritto che «un semplice no del comune a Tempa rossa se non è motivato non produrrà l’effetto di fermare il progetto dell’Eni. Il governo anche con il no del Comune di Taranto può procedere a dare l’autorizzazione per la costruzione. Il modo per fermare questo progetto è di approvare una variante di piano regolatore che recepisca la direttiva Seveso che prevede distanze di sicurezza e vincoli precisi per nuovi insediamenti vicino la raffineria “.Un secondo punto sottolineato da Bonelli è che “la Vas (valutazione ambientale strategica) dovrà essere realizzata dalla Regione che, se vorrà, potrà dare parere negativo”. Gianni Liviano, schierato all’opposizione, ha detto che “pur comprendendo le ragioni dell’economia, in questa fase storica occorre ragionare su altre ipotesi di sviluppo”. Il capogruppo del Pd Gianni Azzaro ha contestato all’Eni di aver fornito documentazione insufficiente per avere il quadro preciso del progetto e, di conseguenza, il no era scontato. Ora il sindaco di Taranto, Ezio Stefàno, porterà la decisione del consiglio comunale a Roma dove il 30 luglio è in programma un vertice al ministero. (CdM)
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