giovedì 3 luglio 2014

Come si esce dall'Ilva? Solo con l'elemosina di Stato!

Mentre il mostro ferito si dibatte e già puzza un po' (in realtà non ha mai smesso di puzzare da quando è nato...), tolti i panni dei lacché degli industriali ecco che i primi spavaldi formulano una richiesta allo Stato.
Un elenco di banalità che in una città "normale" vengono imposte ai politici locali da una classe dirigente realmente partecipe dell'economia di un territorio e non speculatrice, pezzente e questuante come quella locale.
E, ovviamente, c'è proprio da aspettarsi che lo Stato e il suo Governo non vedano proprio l'ora di regalare tanti soldi agli incapaci imprenditori locali per poter chiudere l'Ilva dei loro amici Riva e riportare i turisti in riva allo Jonio!
Auguri!!!

Confcommercio: finita l’era Ilva

“Taranto…Cambiare si può!”. L’intervento del presidente di Confcommercio, Leonardo Giangrande, tenuto quest’oggi nell'Aula Magna dell'Università degli Studi Aldo Moro - Convento San Francesco, ha segnato una cesura rispetto al recente passato. Per la prima volta il referente di un’associazione di categoria ha posto la questione ambientale al centro degli sviluppi futuri per il capoluogo jonico. “Il modello di sviluppo economico costruito ed inseguito nell’ultimo sessantennio, prevalentemente industriale (Ilva, Cementir, Eni), ha mostrato tutte le sue fragilità in termini ambientali, sociali ed economici. Non si tratta di non riconoscere il passato, quanto di acquisire coscienza che oggi si deve voltare pagina e che in nome del lavoro e degli interessi del Paese, non si può più trattare o scendere a compromessi”, ha ricordato Giangrande al ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, e all'assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia, Loredana Capone. Taranto deve puntare sul turismo e sul terziario avanzato, al pari di quanto si è fatto nel Salento e nel Gargano.
Per fare questo è necessario che il Governo Renzi destini politiche specifiche (legge per Taranto) in grado di superare la logica della monocultura industriale. A tal proposito Giangrande ha auspicato l’istituzione di “Contratto di sito per Taranto” con Alenia, Eni e Ilva, sotto la regia della Regione Puglia, impegnata per favorire e garantire un reale trasferimento di know how dalla grande industria, dai distretti tecnologici e dai centri di ricerca alle piccole e medie imprese. Cosi come sarà sempre più necessario (e qui la stoccata di Giangrande al ministro Lupi è stata esplicita) adoperarsi per realizzare il raddoppio della linea ferroviaria Taranto- Bari e l’istituzione di voli Charter da Grottaglie per Milano in vista dell’attività legata all’Expo. Infine Giangrande ha criticato l’operato della politica cittadina e regionale: “Non si può stare un po’ di qua e un po’ di la’, cosi come le bonifiche all’interno dell’Ilva non devono rappresentare un’occasione di guadagno economico per i soliti noti”. L’impressione è quella che il fossato tra Confcommercio le altre associazioni di categoria (Confindustria in testa) si sia ulteriormente acuito. Due modelli antitetici di sviluppo si contrappongono, ormai: uno novecentesco e tardo industriale, l’altro attento alle specificità territoriali e alla promozione turistica delle risorse culturali. (Cosmopolismedia)

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