mercoledì 9 luglio 2014

Città necessaria, cittadini superflui

Legambiente dice NO al progetto "Tempa Rossa": Eleva i rischi per il territorio ed è figlio del modello di sviluppo responsabile del dramma di Taranto

Legambiente ribadisce il suo "no" al progetto "Tempa Rossa":  "Tempa Rossa" è legato ad un modello di sviluppo responsabile della grave crisi sanitaria, sociale ed economica che affligge l'area jonica.
"Siamo" sostiene Lunetta Franco presidente del circolo di Taranto, "contrari ad interventi che vadano a potenziare l'esistente apparato industriale peggiorando le criticità ambientali e sanitarie o i rischi a carico del territorio. I nuovi investimenti devono andare in un'altra direzione di sviluppo e rispondere a criteri di ecosostenibilità. Tempa Rossa ripropone invece la logica, ormai del tutto arcaica e da superare, di sfruttamento delle risorse non rinnovabili e di sperpero delle risorse naturali".
Il progetto "Tempa Rossa" eleva i fattori di rischio da incidenti rilevanti ("direttiva Seveso"), soprattutto nella zona di costruzione dei due nuovi serbatoi e del campo boe. Va rilevato come il tratto ferroviario e la strada dei moli limitrofi all'area serbatoi già rientrino nella zona di "danno" individuata dal PEE riguardante la raffineria. Così come il campo boe, interessato ad un aumento delle operazioni di carico delle petroliere, risulta a sua volta caratterizzato come "prima zona di sicuro impatto" dal PEE e dal Piano di sicurezza portuale.
Per Leo Corvace, del direttivo del circolo, " la procedura deve essere bloccata. Non solo per la mancata approvazione del piano regolatore del porto. Ma anche per i fortissimi ritardi accumulati nell'approvazione della variante urbanistica prevista dal D.M. 5 maggio 2001 da parte del Comune di Taranto e del piano di emergenza interno e di quello esterno del porto da parte di Autorità Portuale e Prefettura così come imposto dal D.M. n. 293/2001. Questi ritardi nell'applicazione della 'Direttiva Seveso' hanno sinora impedito la definizione delle distanze di sicurezza da osservare per nuovi insediamenti ed infrastrutture nelle zone considerate a rischio dal PEE (Piano di Emergenza Esterno predisposto dalla Prefettura)".
Per Legambiente la variante urbanistica prevista dal D.M. 5 maggio 2001 deve essere adottata subito, quindi con la situazione esistente e non successivamente all'esame del progetto "Tempa Rossa", anche per ostacolare indesiderate imposizioni di parte governativa. L'approvazione della variante urbanistica con le relative distanze di sicurezza da rispettare può infatti impedire nuovi insediamenti pericolosi come "Tempa Rossa" che vanno ad incrementare il rischio da incidente rilevante preesistente.
Per Lunetta Franco e Leo Corvace, infine, "anche il decollo del porto deve avvenire secondo criteri di ecosostenibilità ambientale. L'aumento del rischio da incidenti (collisioni, incendi, etc) o da inquinamento del mare (perdite di idrocarburi per cause varie) derivanti dal parallelo incremento del traffico di petroliere è da ritenersi inaccettabile ed anch'esso determinante per il No al progetto Tempa Rossa ". (Legambiente)

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