martedì 22 luglio 2014

Solita tecnica di addormentamento...

Tempa Rossa a Taranto: slitta a settembre la decisione

Rinvio per Tempa Rossa a Taranto. La decisione sulla costruzione della base logistica del giacimento petrolifero della Basilicata non arriverà prima di settembre. Era prevista una conferenza al ministero dello Sviluppo economico per fine mese e invece ora se ne parla dopo la pausa estiva. È lo stesso Comune di Taranto a renderlo noto. Comune che in queste settimane ha più volte espresso il suo no al progetto (è un investimento da 300 milioni di euro) in quanto dalla movimentazione del greggio, che verrebbe fatta con le navi, teme un aumento dell'inquinamento nell'area di Taranto.
Intanto le compagnie Total, Shell e Mitsui che in joint venture gestiscono Tempa Rossa hanno avviato una campagna di informazione e comunicazione sul progetto. Prima tappa la sede di Confindustria Puglia, a Bari, insieme al comitato «Grandi imprese».
«Siamo favorevoli alla realizzazione del progetto - afferma Domenico Favuzzi, presidente di Confindustria Puglia - nel pieno rispetto della legislazione ambientale e della salute dei cittadini. Un progetto di sviluppo industriale strategico e vitale per un territorio come quello di Taranto già fortemente colpito da situazioni di crisi aziendali e che rischia di andare incontro ad una inarrestabile deindustrializzazione».
Nell'incontro in Confindustria Puglia, presenti istituzioni a livello locale e centrale, associazioni ambientaliste, Università, mondo produttivo e sindacati, sono stati trattati gli aspetti di compatibilità ambientale degli interventi, i benefici occupazionali e i riflessi positivi sull'economia portuale di Taranto. «Abbiamo voluto quest'incontro per avviare un'opera diretta di informazione sul progetto Tempa Rossa a Taranto - dichiara Roberto Pasolini, direttore commerciale e comunicazione di Total Italia in rappresentanza della joint Tempa Rossa -. Intendiamo continuare il percorso di informazione sul territorio di Taranto perché la comunità abbia tutti gli elementi di necessaria chiarezza sull'opportunità che questo progetto rappresenta nel rispetto dell'ambiente».
Tempa Rossa, nello specifico, prevede lo sviluppo di un giacimento situato nell'alta valle del Sauro in Basilicata. A regime l'impianto avrà una capacità produttiva giornaliera di 50.000 barili di petrolio, 230.000 metri cubi di gas naturale, 240 tonnellate di Gpl e 80 tonnellate di zolfo con un incremento della produzione petrolifera nazionale del 40 cento. Per la sua valenza è stato dichiarato opera strategica nazionale e prevede lo sviluppo dell'omonimo Centro Olio della Basilicata con un volume di investimenti complessivo di 1,6 miliardi di euro (senza alcun contributo pubblico). Per permettere il trasporto del petrolio, si evidenzia da parte della joint venture, sarà necessario potenziare le infrastrutture di stoccaggio e spedizione via nave già esistenti a Taranto nell'area della raffineria Eni, che è partner logistico dell'iniziativa. Nel dettaglio verranno costruiti due nuovi serbatoi, un sistema di raffreddamento greggio, i collegamenti con il pontile petroli, un nuovo sistema di recupero vapori ed il prolungamento per circa 350 metri del pontile per l'attracco delle navi. A Taranto, è stato affermato nell'incontro di Bari, il progetto Tempa Rossa, adottando le migliori tecnologie esistenti ed essendo di fatto un progetto di tipo logistico senza trattamento del greggio, non creerà emissioni aggiuntive rispetto ad oggi grazie al nuovo sistema di recupero e trattamento dei vapori provenienti dal caricamento delle navi.
Trecento milioni di euro la stima dell'investimento, 300 gli occupati di cantiere, 90 infine il movimento di navi atteso. La maggior movimentazione di greggio, rileva la joint, non comprometterà la diversificazione delle attività del porto, dove dal 2008 si è registrato un transito di mille navi in meno all'anno causa la crisi della siderurgia. E non c'è alcuna incompatibilità tra l'arrivo e la partenza delle petroliere per Tempa Rossa e le altre attività dello scalo tarantino in quanto in Italia - è stato rilevato nell'incontro in Confindustria Puglia - i porti che movimentano più greggio sono anche quelli a maggior vocazione merci e passeggeri. (Sole24h)

Nessun commento: