Ilva, Renzi: "Strategica non solo per Taranto". I soldi dei Riva per le bonifiche
"Ilva è strategica non solo per Taranto". Così il premier Matteo Renzi in una conversazione su twitter il giorno dopo la svolta per il seiderurgico arrivata nelle commissioni Ambiente e Industria al Senato. Passano due importanti modifiche al sesto "salva-Ilva" varato dal governo il 10 luglio scorso per garantire il prestito ponte delle banche. La commissione del Senato approva a larga maggioranza due subemendamenti che prevedono l'affidamento di maggiori poteri al sub commissario per il risanamento ambientale, rimettendo così in pista un'ipotesi Ronchi- bis e la possibilità di usare per il piano ambientale le somme sequestrate ai Riva, anche per reati diversi da quelli ambientali.Il nuovo "salva-Ilva" è inserito nel più ampio pacchetto del decreto competitività, all'esame dei senatori da ieri sera, che proseguirà la corsa contro il tempo alla Camera entro la scadenza del 23 agosto. Cantano vittoria i senatori Salvatore Tomaselli e Massimo Caleo, rispettivamente capigruppo del Pd nelle commissioni Industria e Ambiente, che parlano di grande successo sull'Ilva: "Abbiamo approvato due sub-emendamenti che rafforzano l'ultimo decreto Ilva e le condizioni per il risanamento, il rilancio produttivo dell'azienda e la salvaguardia occupazionale dello stabilimento di Taranto. Il primo sub-emendamento conferisce maggiori poteri di decisione e di spesa al sub commissario. Questi, secondo il testo approvato, "coordina ed è responsabile in via esclusiva dell'attuazione degli interventi previsti dal Piano ambientale, definisce, d'intesa con il commissario straordinario, la propria struttura, le relative modalità operative e il programma annuale delle risorse finanziarie necessarie per far fronte agli interventi, ritenuti ora indifferibili, urgenti, di pubblica utilità e da considerare varianti ai piani urbanistici".
Il secondo sub-emendamento prevede la possibilità che il giudice trasferisca all'impresa commissariata le somme sequestrate a proprietari, soci e perfino dirigenti anche in relazione a procedimenti penali diversi da quelli per reati ambientali o connessi all'attuazione dell'autorizzazione integrata ambientale. Le somme sequestrate a società indagate diventano aumenti di capitale dopo essere transitate dal fondo unico giustizia gestito da Equitalia.
Plaude agli emendamenti il segretario del Pd pugliese Michele Emiliano, che in una nota commenta l'operazione di intelligence fra senatori e deputati del Pd, come lo ionico Michele Pelillo, che è riuscita "ad intercettare le contraddizioni del vecchio decreto e trasformare in decreto un legittimo sentimento di giustizia della comunità ionica". Per Emiliano, "grazie all'utilizzo del denaro sequestrato dalla magistratura alla famiglia Riva abbiamo scongiurato la chiusura dello stabilimento e contestualmente abbiamo garantito l'attuazione del Piano ambientale".
A maggio 2013 le fiamme gialle di Milano hanno sequestrato quasi 2 miliardi di euro ai Riva nell'ambito dell'inchiesta su truffa ai danni dello Stato e trasferimento fittizio di beni. I pm ipotizzano che il patron Emilio, scomparso il 29 aprile scorso e il fratello Adriano Riva, assieme ad alcuni professionisti, abbiano sottratto soldi alle casse dell'Ilva, nascondendoli in paradisi fiscali e facendoli poi rientrare in Italia attraverso lo scudo fiscale. La Procura di Milano, inoltre, sta indagando sui rapporti tra la holding Rive Fire e la controllata Ilva con l'ipotesi di appropriazione indebita ai danni dei soci di minoranza del colosso siderurgico.
Ieri intanto all'Ilva del commissario Pieno Gnudi è arrivato un nuovo direttore, Ruggero Cola, trent'anni di esperienza nel siderurgico, che sostituisce Antonio Lupoli ed un nuovo direttore del personale, Raffaele Del Noce. (Rep)
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