venerdì 11 luglio 2014

Quanto è intelligente il "sub"!

No, calmi:
Ronchi non è intelligente perché ci ha messo mesi per capire ed esprimere queste banalità che sanno tutti a Taranto (non faceva prima a farsi una chiacchierata col primo barista locale in un caffè dei Tamburi?).
E' intelligente perché si dimette l'11!
Così anche lo stipendio di luglio ce l'ha assicurato! 
Che grande Ronchi! 
Non sentiremo la tua mancanza!



Decreto Ilva, Edo Ronchi lascia l'incarico di subcommissario

Approvato dal governo il decreto legge sull'Ilva. Ma i sindacati e il subcommissario all'impianto, Edo Ronchi, non ci stanno. I primi non hanno nascosto la propria delusione per un provvedimento giudicato parziale e inadeguato. Il secondo ha annunciato l'abbandono dell'incarico di subcommissario in polemica esplicita con il governo Renzi. Una scelta dettata da due motivazioni principali: il fatto che il decreto non preveda più la figura del commissario ambientale, dotato di poteri specifici, mantenendo invece solo quella di subcommissario (ritenuta inefficace); e il mancato utilizzo per il risanamento ambientale dei fondi sequestrati ai Riva a Milano.
RONCHI: «LASCIO PER EVIDENTE DIVERGENZA». In un'intervista rilasciata a la Repubblica, Edo Ronchi ha detto che il governo sul caso Ilva ha deciso di non «cambiare passo. Quindi considero la mia esperienza conclusa. Lascio con stato d'animo sereno, per una evidente divergenza. Con il decreto approvato il governo non ha intrapreso i passi giusti per continuare sulla strada avviata».
CHI INQUINA NON PAGA. Il nocciolo del problema starebbe nel mancato rispetto del principio, sancito dall'ordinamento, che «chi inquina paga. Il governo ha deciso di non usare i soldi della famiglia Riva, neanche quelli sequestrati dalla magistratura milanese, e ha evitato così di applicare questo principio fondamentale».
PER RISANARE OCCORRE UN «MUTUO TRENTENNALE». Secondo Ronchi, dal momento che il governo nel 2012 ha dichiarato l'Ilva «sito di interesse strategico nazionale, è giusto che ci sia un intervento pubblico, perché per salvare i posti di lavoro è necessario assicurare il risanamento ambientale. Lo Stato però, se veramente vuol fare il risanamento, deve almeno garantire un mutuo trentennale; ma mi sembra che su questo punto non ci sia stata convergenza con l'indirizzo che ha prevalso nel Consiglio dei ministri».
«NON LASCIARE LA SIDERURGIA NAZIONALE AL MERCATO». In assenza delle necessarie bonifiche, Ronchi ha prospettato notevoli difficoltà per l'ingresso in Ilva di eventuali nuovi azionisti. L'Ilva rappresenta «un pezzo di economia nazionale. Dovrebbe intervenire lo Stato, magari con la Cassa depositi e prestiti, e non andrebbe lasciata la siderurgia nazionale in mano al mercato internazionale. Credo che difficilmente qualunque attore si affacci vorrà accollarsi il debito del risanamento». (L43)

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