sabato 19 luglio 2014

La successione del clan

Claudio Riva è il vero successore di Emilio

Mentre il commissario dell’Ilva Piero Gnudi chiede alle banche un prestito-ponte di almeno 650 milioni di euro per garantire liquidità all’impianto di Taranto, la famiglia proprietaria Riva dimostra di avere ancora ingenti flussi di liquidità intercompany. Lo prova il bilancio 2013 di Stahlbeteiligungen (Stahl), holding lussemburghese con asset per oltre 1,7 miliardi che qualche settimana fa ha deciso di pagare un dividendo di 97 milioni alla controllante Riva Forni Elettrici (Rfe), a sua volta detenuta da Utia, capogruppo dei Riva nel Granducato, che possiede Riva Fire, unica holding italiana. Rfe ha usato 86,8 milioni di quella cedola per rimborsare pare dei debiti che ha verso la controllata Dentro Stahl vi sono il 100% della canadese Industries associes de l’acier, il 99,9% delle belghe Thy Marcinelle e Trefileries de Fontaine, della spagnola Sidurgica Sevillana e della francese Parsider, il 99,1% della belga Centre de coordination siderurgique, il 75% della tedesca Riva Stahl Gmbh e il 25% di Riva Energia.
Intanto Claudio Riva, il terzo dei sei figli avuti dal defunto Emilio Riva, si conferma come il vero successo operativo dell’imprenditore. Nelle scorse settimane, infatti, ha assunto le cariche di presidente di Riva Fire e Rfe, dove è affiancato come amministratore delegato da Cesare Federico Riva (nipote di Emilio), diventando inoltre amministratore unico di Fire al posto del padre scomparso, controllata di Riva Fire. Claudio Riva ha avuto nell’Ilva ruoli importanti, ricoprendo la carica di amministratore delegato ma nel 2010 aveva deciso di dedicarsi unicamente all’attività armatoriale (Società Navali Unite Genova), che nella galassia Riva ha comunque un suo peso. (Italiaoggi)

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