lunedì 30 giugno 2014

In emergenza. Al solito. Auspichianamente

Sta suscitando notevole scalpore la vicenda legata al futuro utilizzo del complesso monumentale, di alto pregio architettonico, dell'ex convento di Monteoliveto sito nella Città Vecchia di Taranto.

Un gruppo di cittadini ed associazioni attive sul territorio e sensibili al recupero architettonico del borgo antico si sono dunque fatti interpreti della preoccupazione di buona parte della cittadinanza allarmata per i risvolti infelici che la questione potrebbe avere.
Giovanni Guarino (La città che vogliamo), Mimmo Nume (La città che vogliamo) Emanuele Papalia (Teichos), Nino Palma (RigenerIamo Taranto, Fabrizio Iurlano (Officine Taranto), Pasquale Ordine (Officine Taranto), Vittorio Angelici (La città che vogliamo), Cinzia Amorosino (Progentes), Massimo Catucci (La città che vogliamo), Mimmo Guida (La città che vogliamo), Leo Corvace (ambientalista), Daniele Nuzzi (archeologo), Pino de Bellis (ingegnere), Nicola Baldi (medico), Massimo Prontera (architetto), Aldo Perrone (preside) e l’ Associazione “L’altra Taranto” si sono  riuniti per dibattere la problematica e trovarne una soluzione.
«L'Agenzia del demanio, mesi addietro, aveva indetto una gara per l'aggiudicazione dell'intero complesso. - fanno sapere- L'offerta di acquisito conseguita però non venne ritenuta congrua dai competenti uffici ministeriali. Dunque, avvalendosi delle facoltà previste per lo Stato in casi analoghi, l'Agenzia del demanio, formalizzò alla Regione, alla Provincia ed al Comune di Taranto, la disponibilità a cedere l'immobile al prezzo di 920mila euro».
Nel corso dell'incontro, con il contributo dei consiglieri comunali Gianni Liviano e Dante Capriulo, è emerso che «la possibilità, per il Comune di Taranto, di disporre di un bene architettonico tanto prezioso come Monteoliveto, era stata già oggetto di apposita delibera comunale , n. 109 del 24 giugno 2011.- dicono- Infatti, il Comune poteva avvalersi della facoltà di prevedere un piano di valorizzazione ai sensi dell'art 112 comma 4 del decreto legislativo 42/2004, con la stessa procedura dei Baraccamenti cattolica».
Data la mancata attivazione di questa procedura, per l'acquisizione del complesso di Monteoliveto, l'ente locale, a loro dire, dovrebbe ora procedere in forma onerosa offrendo la somma dei suddetti 920mila euro.
Nel corso del dibattito e di approfondito esame della problematica in tema di aree demaniali, è stata unanime la valutazione secondo la quale «l'area di crisi socio-economica di Taranto, non può non aspirare al diritto di pretendere un risarcimento anche in termini di recupero di volumi di pregio architettonico».
È stata espressa, dunque, l'unanime e ferma volontà, di attivare ogni possibile procedura che consenta di utilizzare l'antico complesso come merita, magari di intesa con il mondo sociale già tanto sensibile ai notevoli problemi di recupero sociale, economico, urbanistico dell'Isola madre.
Da parte di tutti è stato infine manifestato l'auspicio che «in seno al prossimo consiglio comunale del Capoluogo, emerga univoca e decisa la volontà di dotare tutta la collettività di un bene immobile tanto prestigioso come Monteoliveto che può rappresentare, a giudizio dei presenti, un primo, reale punto di svolta nell'adozione da parte dell'Ente locale di politiche di rigenerazione urbana, di rinascita e di risanamento di quel bene incommensurabile che è la Città Vecchia». (Cronachetarantine)



Leggi lo stesso comunicato sul corriereditaranto.

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