mercoledì 5 febbraio 2014

Processo Hidrochemical: tutti assolti

E torna alla mente la canzone del maggio di De Andrè nelle parole "voi vi credete assolti siete lo stesso coinvolti". Perchè non riusciamo a trovare il nesso   tra le gravi accuse rivolte ai 4 imputati nel processo Hidrochemical e la formula di assoluzione pronunciata ieri dal Tribunale di Taranto. Chi ha ragione e chi ha torto?

I 4 imputati  ( l’ex direttore dell’ufficio Ecologia e ambiente della Provincia di Taranto, Antonio Ruggieri, l’avvocato Donato Pascarella, legale convenzionato con l’amministrazione provinciale, Antonio Costantino, amministratore unico dell’Hidrochemical, e Corrado Pappagallo, ex direttore tecnico dell’azienda) sono stati accusati dal pm
Remo Epifani di scarico abusivo di sostanze pericolose, adulterazione delle acque destinate all’alimentazione e abuso d’ufficio. Ma ieri sono stati tutti assolti. 

Da dove derivano le accuse? da un'operazione della Polizia tarantina che ha scoperto a marzo 2006 che gli impianti e i macchinari dell’Hidrochemical(società che si occupa del trattamento di rifiuti speciali e pericolosi) andavano a scaricare i rifiuti liquidi  direttamente a mare e non, come prevedeva  una delle prescrizioni indicate dal ministero dell’Ambiente nel 2000, nella pubblica fognatura, opera in realtà mai realizzata.
Allora chi ha ragione e chi ha torto? La ragione stavolta non è dalla parte dei cittadini che ancora oggi pagano per questa negligenza, che non ha colpevoli. Tutti, tutti assolti.

di Francesco Casula (GDM)

TARANTO - Assolti per non aver commesso il fatto. È la formula con cui il tribunale di Taranto ha assolto quattro imputati nel processo sulle autorizzazioni agli scarichi in mare concesse dall’amministrazione provinciale ionica alla Hidrochemical Service. Il pubblico ministero Remo Epifani aveva chiesto la condanna per tutti, ma il tribunale evidentemente è stato di parere opposto accogliendo in pieno la tesi del collegio difensivo composto dagli avvocati Leonardo Lanucara, Bice Pasqualone e Francesco Caroli Casavola e dichiarando gli imputati estranei alle accuse di scarico abusivo di sostanze pericolose, adulterazione delle acque destinate all’alimentazione e abuso d’ufficio l’ex direttore dell’ufficio Ecologia e ambiente della Provincia, Antonio Ruggieri, l’avvocato Donato Pascarella, legale convenzionato con l’amministrazione provinciale, Antonio Costantino, amministratore unico dell’Hidrochemical, e Corrado Pappagallo, ex direttore tecnico dell’azienda.

L’Hidrochemical Service è una azienda attiva nella zona industriale che si occupa di smaltimento e trattamento di rifiuti chimici. La Provincia di Taranto, secondo l’accusa iniziale, non aveva ottemperato ad alcune prescrizioni indicate dal ministero dell’Ambiente nel 2000. Una di queste prevedeva lo scarico dei rifiuti liquidi nella pubblica fognatura, opera in realtà mai realizzata. Accuse che ieri sono state ritenute infondate dai giudici.

Il 28 marzo del 2006, i finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria notificarono un provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza degli impianti e dei macchinari dell’Hidrochemical all’amministratore unico Antonio Costantino. Secondo gli inquirenti erano illegittime le autorizzazioni agli scarichi in mare concesse dall’Amministrazione provinciale nel novembre del 2004. Bisognerà attendere naturalmente le motivazioni, ma determinante potrebbe essere stata sulla bontà delle autorizzazioni e sull’iter seguito per il rilascio delle stesse, le dichiarazioni rese dal consulente della difesa di Ruggieri, che ha spiegato al collegio composto dal presidente Ciro Fiore e dai giudici Simone Orazio e Cristina De Tommasi che il dirigente della Provincia avrebbe firmato le autorizzazioni soltanto a valle dei pareri espressi dai vari enti e comitati tecnici che hanno istruito la pratica.
Nel processo il comune di Taranto si era costituito parte civile con l’avvocato Pasquale Annicchiarico, chiedendo un risarcimento di 100 milioni di euro di danni patrimoniali e non patrimoniali quali danni immediati e diretti subiti dai cittadini.

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