E torna alla mente la canzone del maggio di De Andrè nelle parole "voi vi credete assolti siete lo stesso coinvolti". Perchè non riusciamo a trovare il nesso tra le gravi accuse rivolte ai 4 imputati nel processo Hidrochemical e la formula di assoluzione pronunciata ieri dal Tribunale di Taranto. Chi ha ragione e chi ha torto?
I 4 imputati (
l’ex direttore dell’ufficio Ecologia e ambiente della Provincia di Taranto, Antonio
Ruggieri, l’avvocato Donato Pascarella, legale convenzionato con
l’amministrazione provinciale, Antonio Costantino, amministratore unico
dell’Hidrochemical, e Corrado Pappagallo, ex direttore tecnico
dell’azienda) sono stati accusati dal pm
Remo Epifani di scarico abusivo di sostanze pericolose,
adulterazione delle acque destinate all’alimentazione e abuso d’ufficio. Ma ieri sono stati tutti assolti.
Da dove derivano le accuse? da un'operazione della Polizia tarantina che ha scoperto a marzo 2006 che gli
impianti e i macchinari dell’Hidrochemical(società che si occupa del trattamento di rifiuti speciali e pericolosi) andavano a scaricare i rifiuti liquidi direttamente a mare e non, come prevedeva una delle
prescrizioni indicate dal ministero dell’Ambiente nel 2000, nella pubblica
fognatura, opera in realtà mai realizzata.
Allora chi ha ragione e chi ha torto? La ragione stavolta non è dalla parte dei cittadini che ancora oggi pagano per questa negligenza, che non ha colpevoli. Tutti, tutti assolti.
di Francesco Casula (GDM)
TARANTO - Assolti per non aver commesso il fatto. È la formula con cui
il tribunale di Taranto ha assolto quattro imputati nel processo sulle
autorizzazioni agli scarichi in mare concesse dall’amministrazione
provinciale ionica alla Hidrochemical Service. Il pubblico ministero
Remo Epifani aveva chiesto la condanna per tutti, ma il tribunale
evidentemente è stato di parere opposto accogliendo in pieno la tesi del
collegio difensivo composto dagli avvocati Leonardo Lanucara, Bice
Pasqualone e Francesco Caroli Casavola e dichiarando gli imputati
estranei alle accuse di scarico abusivo di sostanze pericolose,
adulterazione delle acque destinate all’alimentazione e abuso d’ufficio
l’ex direttore dell’ufficio Ecologia e ambiente della Provincia, Antonio
Ruggieri, l’avvocato Donato Pascarella, legale convenzionato con
l’amministrazione provinciale, Antonio Costantino, amministratore unico
dell’Hidrochemical, e Corrado Pappagallo, ex direttore tecnico
dell’azienda.
L’Hidrochemical Service è una azienda attiva nella zona industriale che
si occupa di smaltimento e trattamento di rifiuti chimici. La Provincia
di Taranto, secondo l’accusa iniziale, non aveva ottemperato ad alcune
prescrizioni indicate dal ministero dell’Ambiente nel 2000. Una di
queste prevedeva lo scarico dei rifiuti liquidi nella pubblica
fognatura, opera in realtà mai realizzata. Accuse che ieri sono state
ritenute infondate dai giudici.
Il 28 marzo del 2006, i finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria
notificarono un provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza degli
impianti e dei macchinari dell’Hidrochemical all’amministratore unico
Antonio Costantino. Secondo gli inquirenti erano illegittime le
autorizzazioni agli scarichi in mare concesse dall’Amministrazione
provinciale nel novembre del 2004. Bisognerà attendere naturalmente le
motivazioni, ma determinante potrebbe essere stata sulla bontà delle
autorizzazioni e sull’iter seguito per il rilascio delle stesse, le
dichiarazioni rese dal consulente della difesa di Ruggieri, che ha
spiegato al collegio composto dal presidente Ciro Fiore e dai giudici
Simone Orazio e Cristina De Tommasi che il dirigente della Provincia
avrebbe firmato le autorizzazioni soltanto a valle dei pareri espressi
dai vari enti e comitati tecnici che hanno istruito la pratica.
Nel processo il comune di Taranto si era costituito parte civile con
l’avvocato Pasquale Annicchiarico, chiedendo un risarcimento di 100
milioni di euro di danni patrimoniali e non patrimoniali quali danni
immediati e diretti subiti dai cittadini.
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