giovedì 6 febbraio 2014

Ferito grave all'Ilva di Taranto

Non uno scherzo finito male stavolta. Non una burla da parte di un operaio come quella che nel 2013 aveva coinvolto un suo collega di lavoro rimasto gravemente ustionato.
No, qui riproponiamo una vecchia storia di incidenti, infortuni sul lavoro che si ripetono con una inammissibile frequenza. Oggi è toccato ad un giovane di 22 anni che lavorava per una ditte di pulizie all'interno dell'Ilva, la ditta Castiglia di Manduria.
Andrea Incalza, all'interno dello stabilimento è stato travolto dal muletto mentre trasportava materiale diretto agli impianti marittimi.  Non si conosce ancora la dinamica dell'accaduto ma si apprende che l'operaio è stato schiacciato dal carrello elevatore all'altezza delle gambe, ed è stato trascinato per circa sette metri. L'area transennata è stata sottoposta ad accertamenti da parte dei funzionari dello Spesal (Servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro) dell'Asl tarantina. 

Subito soccorso e condotto all'ospedale SS Annunziata i medici stanno valutando se sottoporlo ad intervento chirurgico:  non è esclusa l'amputazione dell'arto sinistro dove le ferite sono particolarmente gravi. 

E' un'altra "ferita" profonda inferta non solo al giovane di Taranto ma a tutta la città che deve piangere per i suoi morti di tumore, per le sue vittime dell'inquinamento ma continua a piangere per i suoi feriti e morti per lavoro. 



 



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