Venticinque milioni di euro per il 2014 e il 2015 per effettuare gli screening medico-sanitari sulla popolazione che risiede nelle aree dell'Ilva di Taranto e della Terra dei Fuochi della Campania.
E' l'elemento di novità emerso con l'approvazione degli emendamenti al decreto legge 136 avvenuta oggi pomeriggio nella commissione Ambiente della Camera. Il decreto passa ora all'aula dove la discussione generale comincerà domani pomeriggio. Ultimo passaggio poi in Senato per la definitiva conversione in legge del provvedimento varato dal Consiglio dei ministri lo scorso 3 dicembre.
«Il coordinamento dell'attività relativa agli screening - dice il relatore del decreto, il deputato Pd Alessandro Bratti - sarà fatto dall'Istituto superiore di sanità, detentore del know kow specifico. Direi che con questo stanziamento abbiamo rafforzato nel decreto la parte delle misure che attiene la tutela sanitaria della popolazione delle due aree interessate al provvedimento. Rispetto ai provvedimenti precedenti è sicuramente un passo avanti» dice ancora Bratti, che poi conferma la prosecuzione delle indagini, sempre da parte dell'Istituto superiore di sanità nell'ambito dello studio «Sentieri», relative alla valutazione dell'impatto dell'inquinamento sulle condizioni di salute e di vita delle popolazioni esposte.
Approvato anche l'emendamento relativo all'aumento di capitale dell'Ilva quale strada per assicurare all'azienda le risorse necessarie ai lavori di risanamento ambientale. Il percorso individuato è quello che già era emerso nei giorni scorsi, ovvero che il commissario dell'Ilva, Enrico Bondi, proporrà alla proprietà dell'azienda, i Riva, di partecipare all'aumento di capitale. In caso di loro rifiuto, il commissario potrà ricorrere a investitori terzi ma anche chiedere all'autorità giudiziaria lo svincolo delle somme sequestrate ai Riva per reati diversi da quelli ambientali e finalizzarle alla bonifica del sito industriale di Taranto. Si tratta, in sostanza, del miliardo e 900 milioni di euro che la Procura di Milano ha messo sotto chiave ai Riva accusandoli di reati fiscali e valutari. «Nel decreto - afferma Bratti - abbiamo anche puntualizzato che la partita finanziaria deve chiudersi entro il 2014. Ma non andrà effettuato solo l'aumento di capitale. No, i soldi devono esserci e spendibili». Inoltre, aumentata dal 70 all'80 per cento la quantità di prescrizioni dell'Autorizzazione integrata ambientale che il commissario dell'Ilva deve aver avviato nel periodo - in sostanza l'attuale - che precede la presentazione del piano ambientale e del piano industriale, attesi rispettivamente per fine febbraio e a seguire subito dopo. «Nell'80 per cento - rileva Bratti -, come ha detto anche il ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando, si intendono sia le attività dell'Aia concluse che quelle attivate».
Per il presidente della commissione Ambiente, Ermete Realacci, già presidente nazionale di Legambiente, «grazie a un lavoro intenso la commissione Ambiente, che ha svolto audizioni anche tra Natale e Capodanno e ha anticipato la ripresa dei lavori della Camera dopo la pausa di fine anno, ha rafforzato molto il decreto Terra dei Fuochi e Ilva. Tra i miglioramenti apportati, anche molte delle richieste fatte da comitati e associazioni ambientaliste in sede di audizione. In particolare - osserva Realacci - sono state inserite misure che introducono nuovi mezzi e strumenti per tutelare la salute dei cittadini, consentono di contrastare più efficacemente la criminalità organizzata, reperiscono anche dai beni sequestrati ai clan fondi per avviare le bonifiche prioritarie» e infine «allargano le forme di partecipazione di cittadini e comunità. Introdotti anche strumenti - conclude Realacci - per reperire dai beni della famiglia Riva le risorse necessarie per il risanamento ambientale e le bonifiche dell'Ilva» (Sole24h)
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