“Governance pool 2013″ – Stefàno ultimo: la zavorra è l’immobilismo
La radiografia annuale sui sindaci d’Italia realizzata dal quotidiano
economico Sole 24 Ore quest’anno è semplice da leggere: si salva chi non
si nasconde, chi ha il coraggio di decidere e spiegare le proprie
scelte. Nel sondaggio condotto dalla Ipr Marketing, il sindaco di
Taranto è all’ultimo posto, centunesimo in classifica, gradino che
divide con la sua collega di Alessandria. Su di lui solo il 40% degli
intervistati si è espresso a favore e dal giorno dell’elezione, in
rapporto, ha perso il 29,7% dei consensi. Non è una questione
geografica: il sindaco di Bari, Michele Emiliano, è sul podio, al
secondo posto. I baresi gli danno ancora il 66 per cento dei consensi,
più in alto di lui solo Alessandro Cattaneo di Pavia con il 68 per
cento. L’ex magistrato pugliese è premiato da una politica che a volte
può piacere, altre no, ma è chiara ed ha la capacità di non sottrarsi al
confronto. Stesso vale per Cattaneo. I due hanno in comune l’abilità di
comunicare le loro scelte e quelle delle loro amministrazioni, tanto
che il primo cittadino di Pavia e quello di Bari sono ospiti abituali
dei principali talk-show italiani.
Il risultato non piacevole del
sindaco di Taranto non va personalizzato e va diviso in due. Ezio
Stefàno esce da una lunga malattia che lo ha tenuto lontano dalla scena
cittadina e politica nel momento più delicato del suo mandato e paga,
come tutti gli altri amministratori, il clima generale di sfiducia
generato dall’anti-politica. A farlo arrivare in fondo alla classifica,
però, non sono le vicende personali che meritano rispetto e silenzio ma
il non aver preso decisione sui grandi temi della città: l’ambiente, il
futuro post-acciaio e il divario tra il Borgo cittadino tenuto come un
salotto e la periferia semi-abbandonata.
Eppure, aiutato da un’onda
di fiducia nel futuro arrivata dopo oltre 3 anni di dissesto del Comune,
il medico di sinistra eletto nel 2007, ben voluto anche dall’area
conservatrice della città, aveva fatto sperare in un cambiamento
radicale. La sensazione di immobilismo pesa nella classifica anche più
dell’avviso di garanzia che gli è arrivato il 30 ottobre 2013
nell’ambito dell’inchiesta sui fatti Ilva, “Ambiente svenduto”, per
abuso e omissioni in atti d’ufficio (per la Procura non ha adoperato
tutte le misure necessarie per tutelare la salute dei cittadini). Il
sindaco di Taranto non è certo l’unico ad aver ricevuto un atto
giudiziario tra i 102 sindaci finiti sotto la lente della società di
indagini statistiche Ipr Marketing e, nonostante questo, molti indagati
occupano posti in cima alla graduatoria.
La soluzione sta nel dar
retta a chi chiede ai sindaci il rapporto di “uno-a-uno”: una
spiegazione pubblica per ogni decisione importante, medicina amarognola
ma salutare. (CdG)
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