venerdì 31 gennaio 2014

Riva non vuole pagare, ma lo Stato, lo Stato...

Ilva, 3579 lavoratori ancora in solidarietà ma i sindacati non firmano

Sono circa 3.579 i dipendenti dell’Ilva per i quali dovrebbe essere rinnovato il contratto di solidarietà che scade a marzo, ma nonostante la riduzione di 150 unità rispetto ai primi calcoli, i sindacati dei metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm hanno deciso di non firmare l’accordo con l'azienda fino a quando non avranno risposte dalla Regione Puglia sull'integrazione salariale. E' quanto emerso dall’incontro tra i dirigenti dell’azienda Domenico Liurgo ed Enrico Martino e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali che si è svolto questo pomeriggio.
Restano le perplessità sulla copertura finanziaria degli ammortizzatori sociali. Con la legge di stabilità l’integrazione salariale da parte dello Stato è stata ridotta, passando dal 20% al 10% per i lavoratori con contratto di solidarietà a cui è riconosciuta una retribuzione pari al 60% dello stipendio. Per questo, nei giorni scorsi, la Fim Cisl di Taranto-Brindisi ha chiesto alla Regione Puglia di promuovere, così come stanno facendo altre Regioni italiane, una legge tale da consentire il recupero del taglio del 10%. Ora sarà presentata una richiesta unitaria da parte di tutti i sindacati.
“Abbiamo contenuto i numeri dei contratti di solidarietà soprattutto nelle aree Manutenzioni e servizi dell’Ilva. L’intesa con l’azienda c'è, ma ora attendiamo risposte dal presidente della Regione Vendola e dall’assessore al Lavoro Caroli per l’integrazione salariale”, ha spiegato il segretario generale della Fim Cisl di Taranto Mimmo Panarelli, che ha partecipato, insieme ai segretari di Fiom (Donato Stefanelli) e Uilm (Antonio Talò) e al coordinatore dell’Usb (Francesco Rizzo), all’incontro con l’azienda per discutere del rinnovo dei contratti di solidarietà (che scade a metà marzo) per i dipendenti dello stabilimento tarantino. E' stato trovato un accordo per il coinvolgimento di un numero massimo di 3579 lavoratori.
“Ma si tratta – aggiunge Panarelli – della peggiore delle ipotesi. Sono numeri, tra virgolette, gonfiati, proprio perchè non vogliamo avere altre sorprese. Voglio ricordare che nel 2013 era stato indicato il numero di 3749 dipendenti, ma contemporaneamente sono stati interessati 1100 lavoratori nel numero massimo. Meglio avere la coperta un pò più larga”. Il segretario della Fim Cisl fa presente, a proposito dei dipendenti dell’area a caldo inseriti nei contratti di solidarietà, che “comunque l’Afo 5 si fermerà a settembre e l'Acciaeria 1 a luglio e c'è l’intenzione di tenere attiva una linea dell’impianto”.
«L'azienda non intende integrare» - E' il governo che «deve farsi carico» dell’integrazione salariale al contratto di solidarietà, ridotta del 10% con la recente Legge di Stabilità restituendo «ciò che ha tolto» attraverso il «rifinanziamento integrale». Lo sottolinea il segretario provinciale di Taranto della Fiom Cgil Donato Stefanelli riferendosi al rinnovo dei contratti di solidarietà, che scadono a metà marzo, per i lavoratori dello stabilimento Ilva di Taranto.
Nel corso dell’incontro di ieri tra azienda e sindacati è stato fissato in 3579 il numero massimo di lavoratori coinvolti, ma non è stato firmato alcun accordo. Quanto all’integrazione salariale, il segretario della Fiom fa presente che «la Direzione Aziendale, in proposito, ha dichiarato che non intende farsene carico per la mancanza di soldi, tacendo su quanto accaduto in Ilva a Taranto dove recentemente, sebbene in gestione commissariale, sono stati discrezionalmente erogati i premi di fine anno spendendo centinaia di migliaia di euro, in continuità con una delle peggiori pratiche del passato».
I sindacati metalmeccanici hanno chiesto alla Regione Puglia di intervenire per garantire l’integrazione del 10% eliminata dalla legge di stabilità. (GdM)

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