sabato 25 gennaio 2014

Lu ientu che fa male allu Salentu

La Provincia di Lecce: «La Regione difenda il Salento da Ilva e Cerano»

Una diffida nei confronti di Ilva, Enel e Regione Puglia poiché i fumi tossici prodotti da Taranto e Cerano vanno a finire nei polmoni dei salentini e mettono a serio rischio la loro salute. Nonostante ciò, nessun provvedimento è stato ancora assunto dagli organi competenti. E’ questa, in sintesi, la linea dell’avvocato Francesca Conte che, per conto della Provincia di Lecce, punta il dito contro il ritardo con cui la Regione Puglia e i suoi organi tecnici, Arpa e Ares, si sono attivati o, forse, non si sono attivati affatto per prevenire, controllare e ridurre le emissioni industriali dei due eco-mostri. E ciò che esperti, medici e associazioni da tempo vanno sostenendo ora trova conferma, nero su bianco, nella relazione che l’avvocato ha presentato in sede di Commissione Ambiente a Palazzo dei Celestini. L’ente guidato da Antonio Gabellone, infatti, lo scorso giugno con una delibera votata all’unanimità aveva incaricato la Conte di individuare l’eventuale sussistenza di veri e propri reati nella gestione della “Federico II” di Brindisi così come dell’Ilva di Taranto.
E l’avvocato, insieme al suo staff legale, si è attivato per valutare l’impatto ambientale di Cerano e del polo siderurgico jonico su tutto il territorio salentino, considerando l’opportunità di diffidare tutti gli “attori” coinvolti nella questione. La Conte, infatti, ha provveduto all’acquisizione dei dati che, però, non restituiscono ancora un quadro completo della situazione. I numeri raccolti dal Registro dei Tumori della Provincia di Lecce si fermano al 2010: da qui la necessità di “sollecitare” la Regione Puglia a completare il quadro sanitario e avviare un monitoraggio puntuale della situazione ambientale ed epidemiologica, così come era stato stabilito da un ordine del giorno approvato in Consiglio regionale a maggio 2007. E nulla, ancora, sembra essere stato fatto in relazione a quella Valutazione di Danno sanitario per Enel e Ilva la cui necessità era stata ribadita a luglio scorso proprio dal governatore Nichi Vendola. Ecco perché l’amministrazione Gabellone ora ha deciso di procedere con le diffide. «Diffideremo la Regione e gli impianti Enel e Ilva ma non ci limiteremo solo a fare un’azione di pressing sulle istituzioni esterne alla Provincia – ha commentato ieri il presidente a mergine della riunione di commissione Ambiente -. Continueremo, infatti, a lavorare con Repol, la rete per la prevenzione oncologica leccese, per fare in modo che si attivino tutti quei processi di controllo e di verifica dell’aria, del suolo e dell’acqua sul nostro territorio. Già il prossimo 18 febbraio è stata fissata la prima conferenza della Repol e in quell’occasione metteremo a profitto il lavoro tecnico messo a punto dall’avvocato Conte e dal suo staff».
Lo stesso legale, infine, ha ribadito l’urgenza di intervenire poiché «le emissioni che ci sono state e il mancato aggiornamento dei dati epidemiologici e ambientali impediscono al registro tumori di svolgere quella funzione di prevenzione propria delle amministrazioni locali». «Siamo pronti a presentare queste diffide che non costituiscono solo un freddo atto giudiziario ma costituiscono la volontà di un territorio che si è stancato di essere colonizzato e danneggiato e soprattutto dei cittadini del Salento che vogliono poter crescere i propri figlie e invecchiare serenamente in un territorio meraviglioso», ha aggiunto. «Il Salento è stato più volte e senza criterio scempiato da un’industrializzazione selvaggia. Affiancheremo la magistratura sulle questioni più scottanti e, per conto della Provincia di Lecce, faremo passare il messaggio che l’ente ha il coraggio di assumersi la responsabilità di essere accanto ai giudici». (quotidiano)

Nessun commento: