sabato 25 gennaio 2014

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Anno giudiziario: Lecce, su Ilva a magistratura compito improprio

L’Ilva, i parchi fotovoltaici, i rifiuti interrati e poi le colate di cemento sulle aree protette, vittime di “reati perpetrati oltre che da privati spesso anche dal pubblico”. È stato l’ambiente uno dei settori più impegnativi per la magistratura salentina, come emerge dalla relazione fatta per l’inaugurazione dell’anno giudiziario dal presidente vicario della Corte d’appello di Lecce, Mario Fiorella: “In tutto il Salento è grave la situazione del traffico di rifiuti pericolosi di varia provenienza, spesso sparsi in discariche abusive o anche interrati con danni per i terreni e le falde acquifere”.  Relazione sintetica, quest’anno, perché racconta il lavoro fatto sotto la presidenza di Mario Buffa, da due settimane in pensione, al quale è stato rivolto un plauso unanime.(Rep)

“Il disastro ambientale causato a Taranto dall’Ilva è di inaudita gravità per le ricadute sulla salute dei lavoratori e degli abitanti e accolla impropriamente alla magistratura il contrasto, apparente e pretestuoso, tra diritto alla salute e diritto al lavoro, entrambi costituzionalmente tutelati”. Riferisce il presidente vicario della Corte d’appello di Lecce Mario Fiorella aprendo, il capitolo dedicato ai reati ambientali. “Il conflitto tra questi beni fondamentali e la minaccia di licenziamenti di massa – ha aggiunto – vengono artatamente riproposti all’unico scopo di risparmiare sugli investimenti necessari per consentire il lavoro in un ambiente salubre”. Dell’Ilva Fiorella ha parlato anche in relazione agli infortuni sul lavoro, ricordando i tre episodi di infortuni mortali, e al “problema irrisolto delle malattie professionali”.  
“Il caso Ilva e’ stato esemplare della progressiva lesione dell’ordinamento costituzionale”. Continua il procuratore generale presso la Corte d’Appello di Lecce. “L’attivita’ giudiziaria e’ stata costretta a farsi carico di problemi che dovrebbero trovare soluzione in sedi diverse – ha aggiunto Vignola – alla magistratura e’ stata invece addebitata un’attivita’ di supplenza non voluta ne’ cercata, che ha determinato a volte sostegno a volte accuse, a momenti alterni”. “La magistratura – ha proseguito Vignola – e’ stata chiamata a supplire al ruolo della politica, per tutelare diritti costituzionalmente protetti. Il caso Ilva e’ stato esemplare dell’ingresso dell’economia nel rapporto tra politica e magistratura in una situazione in cui i diritti sono diventati una variabile dipendente dell’economia”. (PaeseNuovo)

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