Le mani sulla città! (...o nelle sue tasche)
Cimino: un monumento al nulla?
L'incredibile storia di cento alberi in meno, delle "linee veloci" scomparse, di un parcheggio (che nessuno voleva più gestire) cui si cerca di dare un senso ....
.... e di un'Amministrazione Comunale che non risponde più ...
foto passionerossoblu |
I lavori di costruzione del parcheggio a Cimino sono – da tempo- praticamente terminati.
Quello che pochi ricordano è che nell'area dove è stato realizzato il parcheggio erano presenti, oltre agli olivi che ci sono ancora, i 100 pini piantati dai volontari di Legambiente e dai ragazzi degli istituti superiori tarantini Cabrini, Lisippo, Righi e Vittorino da Feltre che celebrarono con Legambiente proprio a Cimino la Festa dell'Albero dell'ormai lontano 22 novembre 2008.
L'area dove mettere a dimora i pini era stata indicata come disponibile dal Comune di Taranto e l'intervento di piantumazione regolarmente autorizzato. Nel novembre 2009 i pini che non avevano attecchito furono sostituiti da Legambiente e dai ragazzi del Liceo Ferraris durante un'altra Festa dell'Albero e anche questo intervento fu portato a conoscenza dell' Amministrazione Comunale.
Il 28 dicembre 2009 la Regione Puglia finanziò la "Creazione di un sistema integrato di linee veloci riservate al trasporto pubblico urbano e di parcheggi di scambio ad essi connessi. Primo stralcio funzionale: parcheggi in località Cimino – Croce", uno dei progetti della Area Vasta Tarantina.
Quando venimmo a sapere che l'area del parcheggio coincideva con quella utilizzata per piantare i pini rimanemmo perciò esterrefatti: era un classico esempio, per noi, di mano destra (quella che autorizzava la piantumazione dei pini) che evidentemente ignorava quello che nel frattempo stava facendo la sinistra (che nella stessa area pensava di realizzare un parcheggio).
Le Feste dell'Albero erano infatti entrambe successive al Forum svoltosi nel luglio del 2008, argomento "Logistica e Sistemi della Mobilità", in cui l'AMAT presentava il documento "Progettualità per la mobilità sostenibile" al cui interno era contenuto anche un progetto di parcheggio di scambio a Cimino; Forum organizzato da Area Vasta Tarantina di cui proprio il Comune di Taranto era Comune Capofila, nell'ambito delle attività volte a redigere il Piano Urbano della Mobilità ed il Piano Strategico.
Ovviamente non rimanemmo "fermi a guardare" e dopo una serie di incontri svolti nei primi mesi del 2010, di fronte alla prospettata riduzione dell'inquinamento conseguente all'istituzione delle linee veloci ed alla costruzione del parcheggio, accettammo a malincuore il progetto del Comune ottenendo l'assicurazione che, oltre a "salvare" gli olivi esistenti nell'area, i pini (che nel frattempo avevano attecchito, erano cresciuti e davano già l'idea della bella pineta che di lì a pochi anni avrebbero potuto costituire) sarebbero stati ricollocati in buona parte sempre a Cimino e per la parte restante in altre aree della città.
Ad oggi dei pini non c'è traccia. Né c'è più traccia delle "linee veloci". ...
Sono bastate le proteste di pochi commercianti e l'Amministrazione Comunale ha "abbandonato" il progetto che le riguardava senza minimamente farsi carico di pensare ad altre soluzioni.
Il parcheggio a Cimino, nato come parcheggio connesso alle "linee veloci" (e realizzato mentre le linee veloci, con un colpo di bacchetta magica, sparivano), dopo la loro scomparsa risulta palesemente destinato a non essere utilizzato se non in modo del tutto residuale dal traffico automobilistico proveniente dall'area orientale. Esso, perciò non produrrà alcun effetto in termini di desiderata riduzione di traffico diretto al centro di Taranto e dell'inquinamento da esso dipendente. Da qui, nei mesi passati, il dichiarato "disinteresse" di AMAT e CTP alla sua gestione. Da qui, pensiamo, la recente idea di realizzare a Cimino un terminal per gli autobus extraurbani: un modo per "riconvertire" e destinare a qualcosa un'opera altrimenti del tutto inutile, ennesimo monumento al nulla ed allo spreco di danaro pubblico.
Ma il Comune di Taranto con cosa pensa di sostituire il progetto delle "linee veloci"? O – come siamo portati a pensare visto l'assoluto silenzio in proposito - non se ne preoccupa affatto? Il problema di un trasporto pubblico migliore, veloce, capace anche di contribuire ad abbattere l'inquinamento da traffico, per il Comune di Taranto esiste o non fa parte dei suoi pensieri?
Ma torniamo ai cento pini che non ci sono più e che –cresciuti- avrebbero dato un piccolo ma significativo contributo ad incrementare il verde pubblico in una città che ne è quasi sprovvista: solo 1,7 metri quadrati per abitante secondo l'ultimo Rapporto Ecosistema Urbano. Tra l'altro, a causa delle potature selvagge effettuate negli anni passati, su cui siamo più volti intervenuti denunciandole, una parte di questo già esiguo patrimonio arboreo versa in cattive condizioni. Per non parlare dei limoni in vaso che l'amministrazione guidata dal Sindaco Rossana Di Bello collocò in via Di Palma al posto dei mandaranci, anche in questo caso con la nostra ferma e ahimè inascoltata voce contraria, e che versano in pessime condizioni, esattamente come avevamo previsto e denunciato, o sono già morti.
Certo: la morte di un albero non è la morte di un uomo. Ma in una città come Taranto, con gravissimi problemi di inquinamento, è assurdo che non ci sia – da parte di chi la governa- una particolare attenzione all'accrescimento ed alla cura del verde pubblico esistente. Noi crediamo che un intervento programmato volto a incrementare costantemente ed a manutenere adeguatamente lo scarso patrimonio di verde a disposizione dei cittadini avrebbe costi bassi e sostenibili e potrebbe coinvolgere attivamente i cittadini stessi, perlomeno i più interessati e sensibili. Lo dimostrano le numerose iniziative che hanno visto protagonisti, in questi anni, associazioni e cittadini di Taranto.
Per questo, a fine novembre del 2013, chiedemmo agli assessori all'Ambiente ed ai Lavori Pubblici quale fosse stato il destino dei pini (tra l'altro piantati e cresciuti senza alcuna spesa per il Comune di Taranto) e cosa intendesse fare concretamente, in proposito, l'Amministrazione Comunale. Ci rispose, dopo soli quattro giorni, l'Assessore all'Ambiente dicendo, tra l'altro che "In un tempo successivo la Direzione Urbanistica ha sviluppato il parcheggio di scambio nella stessa area per favorire la sosta delle auto in arrivo e l'utilizzo del mezzo pubblico da parte dei cittadini, il tutto finalizzato ad abbattere nell'intera città quella quota di inquinamento anche consistente dovuto alla circolazione delle autovetture" e che ci sarebbe stata "la sostituzione, mi dicono, a breve nella stessa area di un numero maggiore di alberi".
La risposta ci lasciò profondamente insoddisfatti per tutto quello che non c'era: nessun rimpianto per i 100 alberi spiantati ed, evidentemente, seccati, né spiegazioni per le motivazioni che avevano portato l'Amministrazione Comunale prima ad indicare un'area per piantarvi cento (non uno, ma cento) alberi e poi ad individuare la stessa area per realizzare un parcheggio. Nessun riferimento alla questione del verde pubblico a Taranto. Nessuna indicazione, programma, impegno verificabili nel tempo.
Per non parlare delle considerazioni sulle finalità del parcheggio di Cimino, palesemente contraddette dalla decisione di accantonare, senza sostituzioni, il progetto delle linee veloci.
Per questo tornammo a scrivere, il 30 novembre per contestare le affermazioni, chiedere risposte precise e non impegni generici, almeno sui pini, a domande semplici e chiare: Quanti alberi sarebbero stati piantati? Quando? Dove?
Perché, come abbiamo scritto, non vorremmo che, all'Amministrazione Comunale sembrasse "normale" spiantare gli alberi, come quelli forniti per l'intervento di rigenerazione urbana alla Salinella, realizzato gratuitamente da CSV e Legambiente, per permettere la costruzione di un palazzo, o di un altro parcheggio.
Perché ci chiediamo se sopravviveranno ai lavori in corso e, per alcuni, al trasferimento annunciato gli alberi di Viale Magna Grecia, rimossi per realizzare una pista ciclabile che, senza un asse di penetrazione ciclabile da e per il centro della città (asse che allo stato è del tutto inesistente), non darà neanch'essa alcun apporto alla riduzione del traffico e, quindi, dell'inquinamento.
Un altro monumento al nulla. Come – senza le "linee veloci"- il parcheggio di Cimino.
A tutt'oggi non è pervenuta nessuna risposta.
1 commento:
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