martedì 17 luglio 2012

Sarcasmo, sano sarcasmo

Se si potesse fare del sano sarcasmo e della satira come ai tempi dell'illuminismo si potrebbe dire che Vendola si è confermato come il più grande esperto a prendere per il culo!
Leggiamo da Repubblica, il giornale che a Berlusconi contava le pulci e ad altri stende i tappeti di velluto che bisogna essere fieri di questo giorno epocale in cui una legge è stata votata all'unanimità.
La classe politica pugliese e nazionale però, ci tocca dar ragione a Grillo, non è per nulla cambiata e... ad essere un po' svegli, dopo anni di inciuci e di complicità devastanti, si dovrebbe semplicemente inorridire davanti all'unanimità della politica italiana.
Ancora una goccia di sarcasmo (ci resta solo quella, con buona pace di tutto il rispettabilissimo mondo gay): Signori del circo, ortolani in ascolto, Vendola, il grande domatore, ha fatto ancora una volta saltare il cetriolo: dove andrà a finire?

Ilva, ecco la legge per disinnescare lo stop
Vendola: "300 milioni per le bonifiche"

Oggi l'approvazione all'unanimità del testo che prevede l'introduzione della Valutazione del danno sanitario (Vds), impone alle aziende di pagare i danni, stabilisce pesanti condanne per chi non rispetta le regole. La Regione getta sul piatto 100 milioni, ma chiede che il doppio di questa cifra sia a carico dello Stato

Oggi il consiglio regionale approverà all'unanimità la legge antinquinamento: riguarda le "aree a elevato rischio ambientale" di Brindisi e Taranto, devastate dalle polveri sottili, stabilisce per le aziende l'introduzione della Valutazione del danno sanitario (Vds), impone alle stesse aziende di pagare i danni, prevede una condanna pesante nei confronti di chi si ostina a non rispettare le nuove regole del gioco giacché "l'autorità sanitaria dispone la sospensione dell'esercizio dello stabilimento". Ieri la proposta di legge ottiene il via libera della quinta commissione (Ecologia), dove accettano di spalancare le porte agli emendamenti proposti dall'assessore all'Ambiente Lorenzo Nicastro per evitare che i sei articoli fossero bollati come incostituzionali. Preziosa al riguardo, è la collaborazione del ministro Corrado Clini, "che avrebbe tutto il diritto di denunciarmi per stalking" scherza il governatore Nichi Vendola: "Letteralmente assediato da noi, è stato sempre disponibile, di giorno e di notte, di sabato e di domenica".

La gara con il tempo che vede destra e sinistra vestire i panni dei "carissimi amici", ha un obiettivo: tentare di convincere i giudici tarantini a non scrivere una sentenza destinata a dare una spallata all'Ilva, sotto processo con l'accusa di disastro ambientale. Se il verdetto dovesse materializzarsi perfino nel giro di qualche ora, si ritroverebbero a stare con le braccia incrociate, dalla sera alla mattina, almeno 5mila operai. Sono quelli impiegati
all'interno della cosiddetta area "a caldo", indicata come la fonte di tutti i guai (di salute) del capoluogo ionico.

Vendola è chiaro: "Non possiamo interferire nell'operato della magistratura", ma vogliamo dimostrare che "la classe politica non ha l'intenzione di nascondere la testa sotto la sabbia ". Del resto, aggiunge, "nel momento in cui sono stati acclarati i dati sulla diossina, abbiamo varato la legge anti-diossina, è andata nella stessa maniera per la legge anti-benzoapirene". Adesso tocca a quella "per la tutela della salute, dell'ambiente e del territorio sulle emissioni industriali inquinanti". Nessuno sa, tuttavia, se lo sforzo legislativo convincerà gli inquirenti a fare marcia indietro: il pericolo è che possa essere ordinato il sequestro del pachiderma metalmeccanico "senza licenza d'uso". Da Confindustria Taranto, si schierano: "Un eventuale provvedimento giudiziario drastico, provocherebbe una sorta di effetto domino per la miriade di attività legate all'acciaio".

L'altra faccia della medaglia, è il "faccia a faccia" col governo Monti perché finalmente "si possano fare i conti col passato, con decenni e decenni di inquinamento sistematico della realtà tarantina". L'ex Italsider era pubblica fino al 1995, quando spuntò il gruppo di Emilio Riva. Le operazioni di bonifica sono costose: 300 milioni di euro, per cominciare. La Regione getta sul piatto 100 milioni, ma chiede che il doppio di questa cifra sia a carico dello Stato. Vendola: "Giovedì a Palazzo Chigi vogliamo sapere quanti soldi hanno intenzione d'investire e quale sarà il programma di massima dei lavori di riqualificazione. Già avevo raccontato al premier del resto, che il disastro di Taranto è paragonabile al terromoto dell'Emilia Romagna".

Della delegazione del Tacco faranno parte anche i parlamentari Raffaele Fitto, Nicola Latorre, Ludovico Vico, Pasquale Nessa. Si ritrovano a Bari perché li mette insieme "come un buon padre di famiglia" il presidente dell'assemblea, Onofrio Introna. Latorre (Pd): "Attendiamo risposte precise per scelte che non sono più rinviabili". L'ex ministro pdl Fitto: "Nessuno può permettersi di far cadere in ginocchio l'economia ionica ". Le uniche voci fuori dal coro sono quelle di Michele Rizzi (Alternativa comunista): "L'Ilva va espropriata" e di Angelo Bonelli (Verdi): "Bisogna convertire un modello produttivo basato sulla diossina".

In realtà, Bonelli ha detto molto di più:

ILVA: BONELLI (VERDI), LEGGE REGIONALE NON RISOLVE EMERGENZA

(AGENPARL) - Roma, 17 lug - "La legge regionale della Puglia, non risolverà nell’immediato l’urgenza di tutelare la salute e quindi al vita dei tarantini dal drammatico inquinamento e presenta seri problemi di applicazione perché manca la parte attuativa, il tutto è rimandato ad un regolamento e alla realizzazione del registro tumori e alle mappe epidemiologiche che sino ad oggi la regione Puglia non ha fatto su Taranto". Lo dichiara il Presidente dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: "Taranto, invece, ha bisogno di provvedimenti urgenti a tutela della salute e del lavoro. I 300 milioni per le bonifiche di cui si parla sarebbero una goccia nel mare se si considera che a Porto Marghera tra fondi pubblici e privati andranno 5 miliardi di euro.La legge prevede una Valutazione di Danno Sanitario (VDS) complessa che per essere realizzata dovrà prima vedere approvato un regolamento. Pertanto chiunque volesse presentare questa legge come risolutiva per l'oggi inciamperebbe in un falso clamoroso".
"I periti della magistratura hanno fatto la loro valutazione di Danno Sanitario e non ne ce ne' bisogno di un'altra che non si sa quando verrà fatta . Esiste un inquinamento in atto che provoca gravissimi problemi sanitari. La gente continua ad ammalarsi e a morire - continua -. Questo è il presente, ovvero come dice la Procura, un polo siderurgico che provoca inquinamento e morte. L'articolo 2 della legge dispone che gli enti regionali preposti alla tutela dell'ambiente e della salute 'dovranno congiuntamente redigere, con cadenza almeno annuale' il rapporto di Valutazione del Danno Sanitario (VDS). Inoltre specifica che per il primo anno "il rapporto VDS dovrà essere predisposto entro novanta giorni".
"Ma ciò avverrà a partire dalla promulgazione della legge? No. Il rapporto viene predisposto entro 90 giorni a partire dalla approvazione di un regolamento. Di quale regolamento? L'articolo 2 dice: 'Con separato atto regolamentare della Giunta regionale saranno fissati i criteri metodologici utili per la redazione del rapporto di VDS'. Quindi siamo ancora di fronte ad una legge senza parte attuativa - prosegue il leader verde -. Quando sarà emanato l'atto regolamentare? La legge non prevede tempistica per questo atto regolamentare! La legge pertanto non ha effetti immediati. Dopo di che l'azienda ha un mese di tempo per presentare le sue osservazioni una volta approvato il regolamento".
"Il rapporto VDS dovra' essere realizzato 'anche sulla base del registro tumori regionale e mappe epidemiologiche' (art.2) - conclude Bonelli -. Ma cosa ci si può aspettare se il registro tumori non è aggiornato e le mappe epidemiologiche non sono mai nate? Proprio quegli enti che in questi anni non sono stati in grado di aggiornare il registro tumori, saranno in grado di essere tempestivi? Inoltre i dati di emissione annua complessiva detta 'massiccia' della ilva sono autodichiarati dall'Ilva stessa. Si possono scrivere leggi belle ma il problema è la loro applicazione come nel caso del monitoraggio in continuo che i cittadini attendono da anni e che non viene fatto". (Agenparl)

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